Capitlo 22

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Io scendo da sopra di lui e lo guardo dal basso.
"Sasha..." Lui mi blocca prima che io possa parlare con un bacio, io sorrido sulle sue labbra.
"Vieni a cena con me stasera?" Io lo guardo e alzo un sopracciglio
"Mh ci penserò" inizia a farmi il solletico ed io mi piego in due
"Va bene" dico tra una risata e l'altra.
"Allora abito lungo, è un ristorante molto elegante" oh no! Non sarà uno di quei ristoranti con i piatti con Nomi impossibili e mille forchette.
"Senti se io volessi presentarmi in tuta lo farei" Lui scoppia a ridere
"Ne sono sicuro, vieni vestita come ti pare" gli sorrido
"Vado nuda" Lui mi guarda male
"Per me sarebbe un ottimo proposito, ma non per gli altri"
"Che fai anche il geloso? Chi sei tu dove ha messo Alex?" Lui mi prende come una principessa
"Ora te lo faccio vedere" entra in casa e mi lancia sul divano gettandosi poi sopra di ma
"Pesi" me lo tolgo di dosso buttandolo per terra. Mi metto comoda sul divano. Lui si siede ed io poggio i piedi sulle sue gambe.
"Giochiamo?" Lui prende i joestik e me ne passa uno. Decido di giocare a Mario card, facciamo svariate partite ma Lui ne vince una sola.
"Ma che razza di donna sei?"
"Una che è cresciuta con due fratelli prepotenti. Ora posso vestirmi, sai iniziò ad avere freddo" è tutto il giorno che ho solo la maglietta di mio fratello.
"Prima" si china verso di me e mi prende per i fianchi facendomi poi sedere sopita di lui, viso a viso, si allunga a baciarmi, un bacio lento e torturatore. Infilo le mani nei suoi capelli tirandoli leggermente, da dietro gli spingo la testa verso di me perché la smetta di torturami, Lui sorride sulle mie labbra ed io gli tiro una botta dietro la testa, Lui riprende a baciarmi con più foga.
"Ehmm" ci stacchiamo immediatamente e in salone sono appena entrato Nick, Steph e James. Io divento paonazza, mentre Alex mi fa sedere accanto a lui
"Su non dite che non ve lo aspettavate" Alex gli punta il dito contro
"Non so se preoccuparmi di più di cosa
Accadrà tra di voi o delle conseguenze che avrà sugli altri" afferma Nick, Alex stringe i pugni, io lo guardo confusa.
"Volete spiegarmi"
"È che..."
"Zitto" Alex blocca James, Lui sospira
"Immaginavo, il cattivo ragazzo vince sempre" I due ragazzi si congedano. Mi volto verso Alex che mi stampa un bacio
"Non fare domande" io mi alzo e afferro per mano Steph che è ancora immobile e la tiro in camera mia.
"Dobbiamo parlare" dice lei
"Prima mi racconti di Nick, l'ho dovuto scoprire da Alex" lei arrossisce.
"Quella sera che siamo usciti, la sera delle foto ci siamo baciati, solo che dopo siamo stati troppo impegnarti con te per capire cosa eravamo, nonostante Lui mi stesse sempre accanto. Fino alla
notte prima che tornassi lui è entrato in camera mia e mi ha asciugato le lacrime ed abbiamo dormito abbracciati, appena scesi dalla sua moto stamattina mi ha baciata davanti a tutti, e mi ha chiesto di essere ufficialmente la sua ragazza ed ora eccoci qui. Ora te"
"Sono felicissima per voi, siete una bellissima coppia. Comunque io ed Alex è strano, la prima volta che ci siamo baciati è stato la notte prima dell'inizio dell'Università, sotto le stelle e davanti a noi la città è stato bellissimo, dopo quella volta non mi ha più rivolto la parola per svariati giorni, dopo la lotta in cucina è ricominciato tutto come prima ci stuzzichiamo e
Litighiamo e lui ogni sera con una nuova, ed oggi mi ha detto che gli ho illuminato il cuore e cose cosi, mi ha baciata e mi ha invitata a cena questa sera, abito elegante"
"Ma sono già le 5, dobbiamo iniziare subito" mi fa sedere sulla sedia. Mentre lei mi fa i capelli, Rose mi fa mani e piedi.
"Vuoi indossare l'abito che ti hanno regalato i tuoi fratelli con quelle scarpe. Sarai bellissima" dopo mi truccano, e già prevedo qualcosa di esagerato. Steph tira fuori da una scatola vestito e scarpe. È rosso, con la scollatura a cuore, le maniche di brillanti e la cinta anche, le scarpe sono simili ad oro, a sandalo con degli incroci sulle dita. Mi mettono una collana con una piccola farfalla di brillanti. Mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco, ho i capelli legati un uno chignon elegante, con un cerchietto di brillanti. Il trucco è nero con i brillantini oro abbinati alle scarpe, ed anche ciglia finte, con le labbra carne opache, e le guancia rosa. Sono senza parole, mi spruzzano del profumo buonissimo ovunque.
"Sei già 10 minuti in ritardo forza scendi" prendo la borsetta oro a mano di Steph dato che la mia sta da Dylan. Per scendere le scale alzo il vestito lungo. Kevin mi guarda a bocca aperta.
"Con chi esci? Sei bellissima" io sto per rispondere ma Nick mi precede
"Vieni Kevin, lei è già in ritardo" lo tira via. Che situazione strana. Esco nel vialetto ed ad aspettarmi fuori dal cancello nero c'è la nostra Maserati.
"Come siete bella signorina" afferma Rich, gli sorrido. Alex scende e mi squadra, è bellissimo con la camicia bianca pantaloni eleganti e giacca pure, ma le scarpe da ginnastica e niente cravatta.
"Sei bellissima" mi stampa un bacio, poi mi apre lo sportello
"Ma che galante" entro in auto e lui si siede a guidare. Poco dopo arriviamo in cima ad una collina fuori città, c'è un ristorante elegante già si vede da fuori, auto di calesse sono parcheggiate. Un cameriere mi apre la porta e mi aiuta a scendere dall'auto, ed un altro va a parcheggiarci l'auto. Alex mi poggia una mano sulla schiena coperta solo dalla giacca elegante nera. Mi spinge ad entrare. Un altro cameriere ci apre la porta, e all'entrata un ennesimo ci toglie le giacche.
"Signori" chi chiede un uomo dietro ad un piccolo tavolino alto, con un libro davanti.
"Ford" Lui ci sorride e ci scorta al nostro tavolo per due accanto alla finestra, da dove si riesce a vedere il paesaggio sotto di noi, ci lascia due menu e va via. Lampadari in cristallo scendono dal soffitto, le tovaglie in seta bianca, ed un pianista dal vivo rendono il tutto più elegante, piatti in ceramica e bicchieri in vetro, e come mi aspettavo una marea di posate.
"Guardi questo posto come se fosse la cosa più bella e allo stesso tempo più strana del mondo" io lo guardo
"Sono cresciuta in una famiglia di poveri, diciamo che non è una cosa abituale venire in ristoranti del genere" mi sorride sincero
"Sai, non so se sia un pregio o un difetto"
"Io direi un difetto"
"Si perché non vedi l'altra faccia della medaglia"
"Sarebbe?"
"Che io sono cresciuto tra tate e maggiordomi, e se i miei stavano a casa andavamo sempre in ristoranti così, sia mai che ci abbassiamo ad altri livelli, noi siamo quelli destinati ai soldi e quindi dobbiamo seguire le regole dei ricchi fin da bambini, ma un bambino vuole giocare non saltare da un inaugurazione all'altra" sembra malinconico, mi immagino quel piccolo dolce bambino che viene trascinato da una parte all'altra senza sosta.
"Raccontami della tua famiglia" chiedo mentre ci servono i piatti. Lui mi guarda storto
"Se tu mi dici quello che sogni la notte"
"Prima te però" Lui sospira
"Mio padre ha messo incinta mia madre quando avevano 23 e 25 anni, Lui da maggiore dei fratelli ha ereditato la Ford, solo dopo ha spostato mia madre, tu chiederai come è possibile che io e Dylan siamo fratellastri, mentre stava con mi madre mio padre ha messo in cinta un altra donna, ma l'ho scoperto solo dopo. Non vedevo quasi mai i miei genitori, un giorno  tornarono dopo due mesi a casa, mia madre aveva una bambina in pancia, io avevo solo due anni, quando nacque mia madre scopri il tradimento di mio padre, ma per qualche assurdo motivo lo perdonò. Io e mia sorella non siamo cresciuti con i nostri genitori, e diciamo che le regole dei ricchi non ci piacevano. Mia madre smise di viaggiare con mio padre quando avevo 16 anni e mia sorella 14, vide come avevamo preso una brutta strada, e non viaggiò più, poco dopo mia madre è morta, e mio padre si è risposato con la madre del mio migliore amico che solo allora ho capito essere mio fratellastro" non mi aspettavo di certo una storia così, credevo che quello di Sasha era il suo unico demone invece ne ha altri alle sue spalle.
"Come si chiama tua sorella?" Lui sorride
"Margaret" una scintilla gli attraversa gli occhi, si vede che ama sua sorella con tutto se stesso.
"La ami davvero tanto, si vede" Lui mi sorride grato
"È sempre stata la mia costante in una marea di incostanti" allungo la mano e la Poggio sulla sua, le guarda e poi mi sorride.
"Ora te" prendo un bel respiro, sono davvero pronta a dire ad alta voce questa storia?
"Mio padre, io lo amavo con tutta me stessa, volevo diventare come lui. Di solito le bambine di attaccano alla madre, io invece avevo occhi solo per mio padre, era il mio eroe, Lui mi ha insegnato a suonare il pianoforte. Più crescevo più assomigliavo a lui e non a mia madre come i miei fratelli. Verso i miei otto anni Lui iniziò ad ubriacarsi ogni sera, lo licenziarono anche. La notte tornava a casa dopo una giornata fuori, ed io che potevo fare? Lo amavo. Correvo da lui per dirgli qualsiasi cosa, Lui iniziava a menarmi, forte, schiaffi calci avvolte anche pugni, mi buttava per terra, io ricordo ancora ora il dolore. Io ho pianto per il primo anno, ma Lui poi è peggiorato a iniziato ad insultarmi, a dirmi che non volevo niente, che ero brutta, e debole perché le persone coraggiose non piangono, mi diceva che dovevo smettere di suonare, che nessuno mi avrebbe mai amata che neanche Lui mi voleva più bene. Sai mia madre e mio fratello maggiore rimanevano lì a guardare e piangere, in giro si lamentavano anche che accadesse questo, quando io avevo anche smesso di piangere. Mio fattelo, il più piccolo dei due, provava a difendermi ma ogni volta mio padre lo buttava per terra e lui non si alzava più. Così io subivo in silenzio senza urla o lacrime, ogni tanto mi gettava anche la birra avanzata addosso, ma ormai non c'era una dignità da salvare. Poi sveniva troppo ubriaco, i miei tornavano a dormire io me lo caricavo in spalla e lo mettevo sul divano coprendolo con una coperta. Perché era colpa mia, ero io quella sbagliata troppo brutta ed immeritevole di amore, me le meritavo quelle botte. Quando ho compiuto 10 anni Steph si è stufata ed ha mandato suo fratello a casa mia, Lui ha mandato al tappeto mio padre, e poi mi ha portato dalla polizia a denunciarlo, doveva fare 10 anni dentro invece è uscito due anni prima. Sogno il passato" Lui mi guarda sbalordito, sembrata abbai appena ricevuto un pugno
"Tu hai parlato di tagli" abbasso lo sguardo
"Dopo io mi sentivo in colpa che Lui stesse in carcere, le sue parole mi sono rimasse impresse dentro ho iniziato a tagliarmi, un girono forse ho esagerato usciva troppo sangue ricordo che poi mi sono svegliata in ospedale, Dennis mi aveva salvata. Da qual girono smisi ma non perché avevo rischiato di morire, ma per non dare la soddisfazione a mia madre e mio fratello di dire in giro ~oh mia figlia...~ ~oh mia sorella...~ ~non so più cosa fare con lei~. Sono sempre stati eccentrici ma non volevo che stessero al centro dell'attenzione con il mio dolore, così ho smesso a 12 anni, è allora che ho iniziato a ballare bene, a sentirmi libera mentre ballavo. E due anni dopo ho scoperte le gare clandestine. Ed ora eccomi qui, alla fine non sono venuta su male" sorrido, Lui si alza viene ad abbracciarmi
"Ora capisco il perché di quelle frasi, una birra in più fa più male di un pugno" stringo in un pugno la sua camicia.
"Si" si alza e si risiede di fronte a me.
"Sei davvero la ragazza più coraggiosa che conosca" alzo le spalle.
"Ora rallegriamo questa serata"
Dopo quel momento iniziamo a parlare di ciò che guardavamo da piccoli, dei nostri vecchi sogni. Ridendo e scherzando sempre da quel momento.

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