A svegliarmi sono dei leggeri baci suo viso, apro lenente gli occhi e sorrido vedendo Alex.
"Svegliati siamo già in ritardo, la colazione è pronta giù" Mi stampa un bacio ed esce dalla stanza. Mi vesto velocemente e scendo per fare colazione con Alex.
"Mi raccomando stasera elegante"
"So come si va a queste feste, meglio di te" dice acido, non ci posso credere, sta paragoni la sua ricchezza alla mia mediocrità, ma che gli prende.
"Ma che ti ho fatto eh? Se tuo padre ti ha fatto incazzare tira fuori le palle e prenditela con lui, io non c'entro niente non scaricarmi tutto il rancore addosso" sbraito. Alex mi guarda sconcertato
"Non sai neanche cosa è successo"
"Certo perché tu non me lo racconti" mi fulmina con gli occhi
"Non sono cazzi tuoi" è incredibile come da un momento di dolcezza in pochi secondi ricominciamo a scannarci.
"Bene ma allora non prendertela con me" mi alzo afferro il casco e lo aspetto davanti alla sua moto, vorrei tanto una sigaretta adesso. Quando arriva mi guarda male salgo dietro di lui tenendomi alle maniglie dietro. All'università non ci rivolgiamo a parola.
"Lizzy" mentre sto raggiungendo la moto Frencklin mi chiama.
"Oi" lo saluto
"Senti mi hanno chiesto di darti questa" mi passa una busta gialla
"E chi te lo avrebbe chiesto" lui si gratta la testa imbarazzato
"Sai che ti voglio bene ma non voglio mettermi nei Casini"
"Senti so di avere due grandi pericoli contro, ma io sono più tosta di loro, ti proteggo io stai tranquillo non ti infilerò in questa storia"
"Un amico di Dylan" sospira
"Grazie e buon Natale" gli bacio la guancia e mi avvio verso la moto notando che se ne è andato senza di me, ma davvero Alex? A questi livelli? Sbuffo e inizio ad incamminarmi verso casa a piedi, vedo metà strada inizia a diluviare
"Eh vabbè ma alloro ce l'hai con me" urlo verso il cielo. Cammino tranquillamente sotto la pioggia, una macchia mi passa accanto suonando, io dietro gli faccio il seganccio. In lontananza vedo le luci di casa, grazie al cielo. Quando varco la soglia sono bagnata da testa a piedi, entro di corsa in salone e lo trovo seduto sul divano, mi sfilo le scarpe da ginnastica e gli rovescio l'acqua in testa, mi sfilo la maglietta rimanendo in canottiera e gliela lancio in testa
"Sei un bambino testa di cazzo" gli urlo contro, James ride godendosi la scena. Io gli sorrido e poi salgo in bagno. Riempio la vasca di acqua calda e mi ci infialo dentro, sento ogni muscolo rilassarsi, prendo fiato e mi immergo, sento ogni parte del mio corpo sereno. Finisco di lavarmi e poi esco con un asciugamano legato in testa ed addosso.
"Te ed Alex non andrete mai d'accordo" Steph è sdraiata sul mio letto. Io faccio una smorfia e mi infilo l'intimo di pizzo nero.
"Iniziamo dal trucco, sono le sette e mezza tra un ora e mezza devi uscire, abbiamo poco tempo" gli do libero arbitrio sul mio viso. Dopo avermi truccata,e credo decisamente troppo, mi fa i capelli una specie di chignon boccoloso molto elegante. Infilo il mio abito rosso con una collana di tanti piccoli diamantini finti, un bracciale uguale, ed i tacchi neri. Guardandomi allo specchio a momenti non mi riconosco, truccata in oro e nero con rossetto bordeaux e viola, il vestito terribilmente bello ed i capelli acconciati in questo modo(I capelli cono neri)
"Sei bellissima" abbraccio Steph
"E sono le nove arriverete in ritardo" afferro una borsetta oro con la catenina. Infilo il cellulare, i biglietti ed i soldi. Esco e tirando su leggermente io vestito corro giù. Alex sta armeggiando davanti allo specchio del salone con la cravatta.
"Vieni ti aiuto" Alex si volta verso di me e mi squadra
"Wow" sorride sincero. Mi avvicino a lui, e faccio il nodo alla cravatta come insegnatomi da mio padre. È bellissimo in abito elegante
"Così potreste anche sembrare una coppia normale, se non fosse per il piercing di Alex e il tatuaggio sulla schiena di Lizzy" dice James
"Una bella foto" Steph a preso la mia macchina fotografica, Alex mi afferra il fianco tirandomi a lui, io sorrido alla telecamera mentre Alex mi bacia la fronte
"Andate che siete in ritardo" Nick lancia ad Alex le chiavi della macchina che afferra al volo. Infilo la pelliccia nera di Rose e mi dirigo verso l'auto. Salgo in macchina ed Alex subito dopo di me. Stiamo in silenzio per tutti l'inizio del viaggio
"Scusami ho esagerato lo riconosco" si volta un secondo a guardarmi per poi concentrarsi sulla strada
"Già" guardo fuori dal finestrino, mi afferra la mano che era poggiata sulla gamba
"Non tenermi il broncio"
"Dovrai impegnarti oggi per farmi sorridere"
"Va bene ci riuscirò" mi fa l'occhiolino. Io scuoto la testa divertita. Poco dopo arrivano, è un palazzo che forse un tempo è stato un castello, tutte macchine di lusso sono parcheggiate sulla ghiaia intorno al giardino. Saliamo le scale ed Alex tiene una mano sulla mia schiena, scortandomi . All'entrata lasciamo i nostri biglietti. La sala è enorme con lampadari di cristalli che pendono, il pavimento lucido ed il tetto affrescato. Tutti sono perfettamente e eleganti, un orchestra dal vivo suona, in lontananza vedo Ally. Lentamente mi dirigo verso di loro. Alex mi segue, quando mi vede si congeda dalle persone con cui stava parlando e mi raggiunge con Micke al suo fianco
"Cara" mi abbraccia lei, mentre Alex e Micke si danno una pacca sulla spalla.
"Ah questi sono tuoi, il torneo dell'altra sera" mi passa una busta con i soldi intuisco, la infilo in borsa.
"Il vostro tavolo è vicino all'orchestra, volevo anche chiedere a te se puoi suonare il pianoforte per noi" Chiede ad Alex lui sorride
"Certo ma Lizzy dovrà cantare" Io mi volto verso di lui
"Non sei sulla strada per il perdono" lui mi ruba un bacio sulla guancia e sorride sincero
"Ne sarei felicissima. Ora scusatemi sono appena arrivati i maggiori sponsor per questa causa" sorride e va via. Raggiungiamo il tavolo da sei rotondo dove vedo i nostri nomi, Poggio la giacca sulla sedia e mi siedo, Alex accanto a me.
"Non voglio cantare"
"Conosci Perfect?" Io faccio una smorfia
"Se dobbiamo cantare scelgo io la canzone" mi dirigo verso il direttore d'orchestra
"Mi scusi avrebbe degli spartiti vuoti" mi guarda e sorride passandomi gli spartiti. Mi siedo al tavolo ed iniziò a scrivere le note di una canzone che da piccola cantavo sempre, appena finisco di scrivere servono gli antipasti.
"Tieni" passo gli spartiti ad Alex, li legge velocemente
"La conosco questa canzone"
"Immagino tua sorella ti abbia rimbambito con questa canzone" ridacchio. Mangiamo tranquillante, scambiando qualche parole con i signori e le signore seduti al nostro tavolo. Qualche minuto dopo la fine della cena Ally si avvicina a noi
"Salite sul palco" ci fa cenno di seguirla, io e Alex ci guardiamo
"Questa canzone è al quanto triste"
"Mi ricorda me e te"
"Poveri noi" dice desolato, io scoppio a ridere, saliamo sopra al palco e Alex si siede al pianoforte
"Ho l'onore di presentarvi Alexander Ford e Elizhabet Doson" tutti applaudono. Gli accordi della canzone iniziano, prendo fiato e chiudo gli occhi avvicinandomi al microfono iniziando a cantare. La canzone parala di due ragazzi che non riusciranno mai a stare insieme, lui è bello come l'inferno ma lei si innamora proprio di come lo sa fare bene, anche perché non esitate il per sempre, ma lei troppo bella per essere niente si fa promettere che lui la penserà sempre anche solamente nei sogni, e che quando si lasceranno i ricordi lo tormenteranno, gli chiede di immaginarla forte e bella in un vestito elegante, ricordarla così. Stacco il microfono e guardo Alex, lui guarda me e mima con le labbra un
"Perdonami ti amo" credo di aver capito male, sospiro l'ultima parte della canzone, la sala si libera in un applauso caloroso, io resto a guardare lui ed i suoi occhi celesti guardano me. Mi volto verso il publico faccio un leggero inchino e trono al tavolo, è già l'una. Vedo Alex parlare con un uomo che gli lascia un foglio e poi venire verso di me. È già mezzanotte
"Che ti ha detto quell'uomo"
"Mi ha proposto di entrare nel conservatorio di Boston, o se già studio musica di suonare come apertura ad alcuni concerti" sorrido fiera di lui, ma lui non sembra altrettanto felice e si rigira tra le mani il biglietto. Suo padre.
"Non questa volta" mi volto verso di me confuso
"Non lasciare che tuo padre distrugga anche questa possibilità" sospira e getta il foglietto sul tavolo
"Non posso" stringo i pugni lungo i fianchi, perché si lascia sottomettere così, cosa deve lui a suo padre?
"Tu puoi, ma non lo vuoi abbastanza per infrangere le regole. Mi prometti che ci penserai" fa un ghigno
"Non faccio promesse che non posso mantenere" inizia un tango, e la pista da ballo si svuota
"Nessuno di questi aristocratici sa ballare il tango" ride la signora accanto a me
"Io si" diciamo all'unisono io e Alex. Ci guardiamo a vicenda, lui si alza e con un inchino mi porge la mano
"Mi concede questo ballo?" Adagio la mia mano sulla sua
"Non te lo meriti" mi fa alzare conducendomi verso la pista, che nel frattempo ha aggiunto circa 5 coppie. Mi afferra un fianco avviandomi al lui, con l'altra mano afferra la mia. Iniziamo a ballare questo ballo insegnandomi da mio nonno quando ero piccola, mio nonno non lo vedo da molto tempo. Alla fine del ballo siamo a pochi centimetri
"Che hai detto prima sul palco?"
"Qualcosa che ripeterò quando mi sentirò pronto" mi sussurra all'orecchio. Lo spingo dal petto lontano da me
"E dai Lizzy smettila di farmi il broncio" mi afferra il viso rubandomi un bacio
"Che stupido" borbotto
"Ti prego torniamo a casa, i miei piedi vogliono pietà, e tra l'altro è l'una e sono stanchissima"
"Va bene" mi prende lui giacca e borsa infilandomela. Vado verso il tavolo di Ally
"Grazie dell'invito, ci vediamo appena toro a Boston"
"Ma certo, come farò senza ascoltare i tuoi Casini se no" mi abbraccia e lo stesso fa Micke. E dopo finalmente usciamo. Devo ammetterlo però questa serata non mi è dispiaciuta.
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Steps
RomanceCOMPLETO: IN CORREZIONE PRESTO NELLE LIBRERIE E in quella casa avrebbe potuto incontrare chiunque, invece no! Si è trovata faccia a faccia con il suo peggior incubo e la più bella delle emozioni. Elizabeth è una ragazza tormentata dai suoi demoni...