Capitolo 31

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Quando scendo per fare colazione i ragazzi sono già partiti io e Alex mangiamo nel completo silenzio. Salgo in camera a prendere un libro e mi metto in giardino. Incrocio le gambe sul lettino e Poggio in mezzo il libro, leggendo con difficoltà dato che i capelli con il vento mi finiscono sempre in faccia. Sento un cick e mi giro, Alex con la mia macchina fotografica.
"Che fai?" Alzo un sopracciglio
"Sei bellissima" sorride, io guardo verso l'alto tornando a leggere. Il tempo scorre ed io rimango immersa tra i personaggi dei miei libri.
"Oh andiamo da MC per pranzo?" Chiede Alex, io lo guardo e poi guardo l'oro sul cellulare, l'una e mezza.
"Mi vesto ed arrivo" chiudo il libro e salgo in camera. Indosso un jeans chiaro a vita alta, una maglietta attillata bordeaux che infilo nei pantaloni, una felpa nera, es un cappello nero, senza visiera con scritto dream in bianco, stivaletti senza tacco. Mentre scendo afferro la borsa a spalla nera.
"Andiamo?" Urlo ad Alex da fuori la porta mentre mi infilo la giacca di pelle. Lui mi lancia il casco e saliamo entrambi in moto, io nuovamente non lo tocco.
"Oh per piacere" mi afferra le mani legandole alla sua pancia, e poi parte a tutto gas. Arrivati da MC gli dico ciò che voglio e lui va a ordinare mentre io mi siedo.
"Allora mi terrai ancora a lungo il broncio, domani partiamo e starai ben tre gironi con me e basta. Cosa vuoi fare?"
"Troppo facile per te così, mi ha rinfacciato una cosa buona che ho fatto"
"E beh lo sapevi già che sono una testa di cazzo"
"Non significa che tu debba esserlo sempre" borbotto
"Anche tu non sei una persona facile sai?"
"Mai detto il contrario" quando ho finto anche la Coca-Cola butto tutti gli avanzi.
"Sono le due che vuoi fare?" Mi Chiede Alex
"Niente"
"Basta ora facciamo come dico io" parte prima che io possa riabbattere arriviamo davanti ad un palazzo abbandonato.
"Cosa si fa?"
"Guardiamo una gara" prova ad affermi la mano ed io lo lascio fare, più per la consapevolezza di che gente frequenta questi posti. Per la prima volta dopo anni io sto sugli spalti e a correre è qualcun altro, sono macchine. Durante la corsa io commento ogni errore
"Poveretti non gliene passi una" ride Alex mentre sorseggia la sua birra. Alla fine noto che dalla macchina del vincitore scende Aron.
"Ma chi si vede" Alex fa per alzarsi ma io lo fermo. Aron si sta avvicinando ad una ragazza ben vestita che le salta addosso, lui sembra sorpreso la la stringe a se ad occhi chiusi. Si allontano ed iniziano a parlare con enfasi e vedo Aron sorridere per la prima volta. La ragazzina si volta incontrando i miei occhi, è tremendamente simile a Aron
"Sua sorella" dice Alex accanto a me, lei sta continuando a guardarmi, io sorrido e mimo con la bocca piacere Elizabhet, lei alza un sopracciglio ma poi il fratello si piazza tra di noi.
"Ma che hai fatto?" Chiede Alex
"Quanti hanno ha?"
"Non saprei 13?"
"Sembra molto più grande"
"Già"
"Andiamo che si sono fatte le cinque" lo trascino giù dagli spalti.
"Elizabhet" mi volto verso Aron
"Ma guarda chi si vede" dietro di lui è nascosta la sorella, io mi avvicino per presentarmi la Aron si piazza davanti
"Aron io faccio l'educata levati dalle palle" Lo scanso, la ragazzina mi guarda con occhi grandi e marroni, spaventati.
"Non avere paura su mi hai visto sono snella snella, e non avrei il coraggio di uccidere una mosca" Alex dietro di me scoppia a ridere, e la ragazzina alza un sopracciglio guardandomi.
"Piacere Elizabhet" allungo la mano
"Io sono Sarah" incrocia le braccia e mi guarda, acida la ragazza, io sorrido scuotendo la testa, mi volto a guardare Aron che sembra sul punto di tirarmi un pugno
"Credo che io e lei andremmo molto d'accordo, peccato che tu sei un maleducato" sorrido stronza
"Sei una vipera lo sai?" Mi fulmina
"Oh ne ho la piena consapevolezza ed è questo che ti fotte" gli faccio l'occhiolino, e mi volto per andarmene lui mi blocca per un braccio
"Stai attenta a quello che fai"
"Io? Aron sei te che dovresti essere spaventato, lo sai quando me che il tuo nome è tutta una messa in scena. Ciao Sarah spero di rivederti" prima di salire in moto Alex mi blocca.
"Sai certe volte mi dico, cazzo se la lasciassi farei una brutta fine" io rido
"Si molto probabilmente" arrivati a casa lui si mette a studiare ed io guardo la tv, lo sento imprecare parecchie volte.
"Quando accetterai la proposta di quell'uomo?"
"Quel l'uomo è un manager scopritore di talenti, e non posso farlo"
"Ancora con questo non posso, tu non lo vuoi abbastanza per andare contro tuo padre"
"Tanto non ho più il bigliettino" mi dice dalla cucina, io mi alzo e vado a frugare nella borsa che uso come porta oggetti, esulto quando lo trovo.
"Ecco a te" glielo Poggio sul tavolo sotto agli occhi. Lui sbuffa.
"Basta non ne voglio sapere di questa storia"
"Ma quanto sei testardo. Ci parlo io con tuo padre"
"Non ci provare, vuoi due potreste solo scannarvi, lui vuole tutto sotto il suo controllo e te fai sempre di testa tua. Per favore ho già detto come vuole lui, tutti perfetti ed impeccabili, le donne assolutamente con i capelli legati. Me lo prometti?" Io te lo prometto ma le promesse nascono per essere infrante
"Promesso" mi riprendo il biglietto rimettendolo dove l'ho trovato. Verso sera vado a ritirare il vestito.
"Salve" dico entrando
"Oh eccoti futura brezza tra ricchi" ride la signora anziana, andando a cercare il mio abito. È attaccato ad una stampella dentro un porta vestiti bianco che non lascia vedere l'abito.
"Me la prometti una cosa? Vedilo solo sul mento, così non avrai ripensamenti, devi meravigliare tutti" sorrido, forse è rischioso, ma mi fido
"Glielo prometto" mi passa il vestito
"Buon Natale cara"
"Anche a lei"
Tornata a casa faccio la valigia, piegando bene dentro il vestito coperto. Avviso mia madre che arriverò la sera di Natale, e poi a dormire.

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