CAPITOLO 7

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Si, era proprio lui: Chuck Clayton.
Strinsi i pugni.
<non avevi detto che era in viaggio con la sua famiglia per un bel po' di tempo?> mi chiese Veronica appoggiando i gomiti sul tavolo.
<in teoria...> sussurrai io.
<che cosa è successo con quel ragazzo?> domandò.
<nulla di così grave> risposi bevendo un sorso di caffè.
<e allora perché lo odi così tanto?>
<beh... non ho bei ricordi di lui>.
Lo vidi pagare il frullato al bancone.
Improvvisamente si voltò nella mia direzione e restò qualche secondo a fissarmi.
In quel momento mi ritornò in mente una scena ben precisa.

FLASHBACK:
<mi chiamo Chuck> aveva detto porgendomi la mano; sembrava un tipo a posto.
<Betty> risposi allegra.
Lo avevo incontrato per la prima volta nella biblioteca della scuola e mi si era subito presentato.
<solitamente i tipi come te non si trovano in biblioteca> avevo scherzato.
Aveva riso <infatti sono stato obbligato dal coach. Per restare nella squadra di football devo avere buoni voti>
Quel pomeriggio avevamo studiato insieme, e la sera aveva proposto di invitarmi a vedere un film al cinema.
<ti piacciono gli horror?> aveva chiesto.
Avevo scosso la testa preoccupata <no, per carità> risi. Odiavo gli horror.
<e allora ti porto a vedere un film strappalacrime> aveva un bel sorriso.

Direttamente dopo aver finito di studiare ci eravamo incamminati ad un cinema molto vicino alla scuola e avevamo preso i posti davanti.
<allora, Betty, il tuo ragazzo non si arrabbierà se viene a sapere che sei uscita con me?> aveva chiesto.
<non ho un ragazzo>
<una ragazza bella come te?> aveva sorriso.
Mi sentivo in imbarazzo ad affrontare quei discorsi con un ragazzo sconosciuto.
Mi ero limitata ad accennare ad un sorriso e avevo rivolto lo sguardo verso lo schermo ancora nero del cinema.
<scusami, non volevo metterti a disagio> si era scusato.

Mi ricordo che durante la visione del film Chuck continuamente tentava di avvicinarsi a me, aveva iniziato ad infastidirmi il suo atteggiamento.
L'unica cosa positiva di quella serata era il film.
<ti offro un caffè> aveva proposto con un ghigno sul volto.
Lo avevo seguito al bar del cinema; era vuoto.
<c'è qualcuno?> avevo esclamato in cerca di un barista.
<possiamo sempre farcelo noi da bere> aveva detto guardandomi di soppiatto.
Si era avvicinato alla porta e l'aveva chiusa a chiave.
<che fai?> avevo chiesto irrigidendomi.
<tengo chiuso> aveva risposto semplicemente <non vorrei che entrasse qualcuno>.
Per evitare un altro discorso ero andata dietro al bancone e misi sul tavolo una cialda di caffè.
<tu non lo prendi?> aveva detto avvicinandosi a me da dietro.
<no> mi affrettai a dire <no, grazie>.
Mi aveva poggiato una mano su un fianco e io mi scostai velocemente.
Aveva rimesso la sua mano sulla mia vita e aveva fatto un altro passo verso di me; io mi ero voltata verso di lui.
<che fai?> avevo domandato allontanandomi il più possibile.
Mi aveva sorriso senza darmi risposto e aveva provato a darmi un leggero bacio sul collo.
Di colpo avevo messo le mani sul suo petto e lo avevo allontanato urlandogli <sei impazzito?>.
Mi aveva guardato come sbalordito <che c'è? Non ti andava?>
Avevo fatto il giro del bancone e avevo preso la mia borsa <certo che no> avevo risposto acida.
Ancora in agitazione avevo aperto la porta ed ero uscita; ma non prima di sentirmi dire a dietro <e invece si che ti andava. Ti sei tirata indietro solo perché sei una bambina>.
FINE FLASHBACK

Mi sentii scuotere da una spalla; era Veronica.
<a cosa stavi pensando?> chiese.
Scossi la testa e dopo aver pagato andai a scuola.

Mi sedetti in banco con Kevin.
<Betty, sei in ritardo?!> domandò come se nemmeno lui credesse alle sue stesse parole.
<ero da pop's> risi.
<ci sarai stasera al campeggio?>
<campeggio?> esclamai <non era solamente una gita?>
<Archie ha deciso di portare le tende e di restare anche la notte> rispose.
<ma non sarà pericoloso?> dissi.
<tranquilla Betty, non è la prima volta che lo facciamo> e poi aggiunse <e poi domani non c'è scuola>
<non c'è scuola hai detto?> chiesi stupita.
<no Betty> rispose piano guardandomi perplesso <è chiusa per le partite di football>.
Mi picchiai una mano sulla fronte "giusto" pensai.
E pensare che pure io avevo organizzato quelle partite.
Dove avevo la testa?.

Appena finita scuola tornai a casa di corsa; avevo promesso a mia madre che l'avrei aiutata con il lavoro.
Mentre imboccai il vialetto prima di casa ripensai a Chuck.
Quello non era stato l'unico incontro.
L'avevo incontrato tre giorni dopo nei corridoi dei bagni di scuola.

FLASHBACK
Avevo cercato di evitarlo ma mi aveva vista comunque.
<possiamo dimenticare l'altra sera se vuoi> mi aveva chiesto facendomi l'occhiolino.
<non se ne parla nemmeno> avevo risposto scocciata.
<non fare la santarellina adesso>
<fammi passare> avevo detto cercando di oltrepassarlo; ma lui mi bloccava il passaggio.
<non trattarmi come se io fossi l'unico stronzo qui dentro>
Mi ero bloccata <che vuoi dire?>
<tratti me come uno stronzo e lasci passare il gioco a tutti gli altri?>
Lo avevo invitato a continuare, e lui aveva proseguito <Che ne pensi di tutti gli altri ragazzi della scuola?del tuo amico Archie? Apri gli occhi Betty, con le ragazze non è tanto meglio di me> aveva detto.
Poi mi aveva guardato negli occhi e aveva esclamato <e di Jughead? Che ne pensi di lui? Se pensi che io sia uno stronzo... non so cosa tu possa pensare di quel ragazzo>
Me ne ero andata di fretta.
FINE FLASHBACK

in quelle settimane precedenti non avevo mai incontrato Jughead, ma ora si.
Che voleva dire con quella frase?
Dovevo scoprirlo.

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FATEMI SAPERE QUANDO VOLETE IL PROSSIMO CAPITOLO: DOMANI O GIOVEDÌ?🔥🔥🔥🔥

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora