CAPITOLO 34

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Ero appena uscita dal quartiere dei Serpents quando Cheryl mi bloccò il passaggio.
<Betty Cooper> esclamò <non avrei mai pensato di trovarti in questa zona>.
<non si può dire lo stesso di te a quanto pare> risposi lanciandole una frecciatina.
<se ti riferisci a me e Jughead non posso che darti ragione> sorrise acida <stavo giusto andando a fargli una visita>.
Strinsi i pugni.
<non mi guardare con quella faccia Betty> disse lei spostandosi i capelli da una spalla all'altra <non è colpa mia se una come te non ha possibilità con lui>.
Riuscii a trattenermi dal dirle che ero appena uscita da camera sua, sarebbe stato ancora peggio se avesse saputo che come una disperata ero andata a rifugiarmi a casa sua senza neanche concludere nulla.
"Aspetta cosa? Concludere che cosa?" Mi chiesi fra me e me.
<ci vediamo> la salutai continuando a camminare.
Un dolore al palmo della mano mi ricordò che avevo ancora i pugni stretti. Lasciai andare le dita e vidi dei segni rossi sulle mani.

<come è andata da Veronica> mi chiese subito mia madre.
<bene> risposi mentendo.
<fra poco sua madre mi ha invitato a bere un caffè da pop's> disse.
Impallidii, la madre di Veronica avrebbe rivelato alla mia che non avevo passato la notte da loro.
Si erano sempre odiate e ora andavano a bere il caffè insieme?
Con una scusa salii in camera e chiamai Veronica.
<Ronnie, sono io> dissi.
<ciao Betty, è successo qualcosa? Sembri agitata>
<ho bisogno di chiederti un favore> esclamai facendo avanti e indietro nella stanza.
<tua madre fra poco si vede con la mia, devi convincere a tua madre che questa sera ho dormito da te>.
<perché?>
<ieri ho passato la notte via e come scusa ho detto che ero da te> dissi.
Sentii un risolino dall'altra parte del telefono <e da chi hai passato la notte cara Betty?>.
Continuai a camminare per la stanza <poi ti racconto> aggiunsi subito < ti prego fammi questo favore>.
<d'accordo> rispose.
La ringraziai un'infinità di volte e poi riattaccai.
Mi ero salvata all'ultimo.

Quando mia madre uscii Polly mi raggiunse in camera, a momenti mi ero scordata che ci fosse anche lei.
<allora sorellina, dove sei stata questa notte?> domandò sedendosi sul letto.
<da Veronica> risposi andandomi a sedere sulla scrivania.
Le diedi le spalle e iniziai a scrivere degli esercizi su un quaderno.
<ah-ah> disse lei, sentii il suo sguardo sulla mia schiena.
<Polly, non lo fare> dissi voltandomi nella sua direzione.
<che cosa?>
<studiarmi, sei l'unica che riesce a capire se mento> esclamai.
<quindi stai mentendo> disse lei con un gridolino di soddisfazione.
<non ho detto questo> mi affrettai a dire.
Fece un sorrisino <quindi con Jughead come è andata ieri sera?> domandò.
Sbarrai gli occhi <non ero da lui>.
<sarà...> disse lei pensierosa.
Dopo qualche minuto mia sorella mi informò <ho visto Chuck questa mattina, si è fatto bello muscoloso> sorrise.
<a me non piace quel tizio> dissi con un filo di voce.
<nemmeno a me, però c'è di peggio>.
Alzai gli occhi al cielo <perché al posto che pensare che ci sia di peggio tu non punti al meglio?> le domandai.
<perché a volte le persone migliori sono quelle che all'apparenza ci sembrano quelle meno adatte> rispose tranquillamente.
<come ad esempio?> volevo sapere.
Alzò le spalle.
Lo aveva fatto troppo in fretta, quando mia sorella si muoveva troppo in fretta era perché stava mentendo.

Ero uscita per andare a trovare Archie, mi aveva chiesto di fare una passeggiata insieme.
<allora, posso avere l'onore di invitarti alla festa di domani sera?> mi domandò.
<che festa?> domandai.
<la festa d'autunno!> esclamò lui come se fosse la cosa più ovvia al mondo <te ne sei sempre ricordata di questo evento>.
<scusami ero soprappensiero> risposi. In realtà in quel periodo lo ero sempre.
<ci vieni con me?> mi chiese nuovamente lui con un tono di voce più basso.
Annuii <certo>.
Stavamo camminando sul marciapiede vicino alla scuola.
<questa volta bisogna veramente vestirsi con lo smoking> rise.
<voglio proprio vederti con quell abito addosso> risi.

Dopo essere passati ad un bar chiesi ad Archie <tu sei mai stato insieme a Cheryl?>.
Mi guardò confuso <perché me lo chiedi?>.
Volevo capire se Cheryl si comportava in quel modo con tutti i ragazzi.
<no Betty, Cheryl ha sempre avuto occhi da un'altra parte> rispose.
<da che parte?> domandai fingendo di non sapere nulla, ma volevo avere la conferma di tutto ciò.
Si passò una mano fra i capelli <forse non dovrei dirtelo...>.
Alzai un sopracciglio <sono solo curiosa> dissi con un sorriso per tranquillizzarlo.
Fece un sospiro <diciamo che ha avuto sempre un rapporto particolare con... Jughead>.
<rapporto particolare?>.
Annuì leggermente.
Poi cambiò discorso.
Nonostante lui continuasse a parlare e farmi domande, io con la testa ero ancora rimasta alla storia "Cheryl e Jughead"... o forse a "Betty e Jughead".

Tornai a casa per l'ora di cena.
Mi sedetti al tavolo insieme ai miei genitori e mia sorella.
<come è andato il caffè con la mamma di Veronica?> chiesi a mia madre.
Fece spallucce <poteva andare peggio>.
In sala calò il silenzio fin quando mio padre disse <oggi Cliff Blossom voleva vedermi per propormi degli affari>.
Lasciai cadere la forchetta sul tavolo <non hai accettato vero?>.
Mi guardò interrogativo <ci sarebbe qualche problema?>.
Balbettai <n-no è che non mi ispirano fiducia i Blossom>.
<concordo> disse mia madre <Cheryl però ha una grande classe>.
<che cosa intendi mamma?> domandò Polly.
<di certo non passa inosservata dai ragazzi, l'altro giorno l'ho vista con quel... Jughead> esclamò mia mamma.
Quasi mi strozzai con il cibo.
D'improvviso mi ritornarono in mente le parole che la ragazza dai capelli rossi mi aveva detto quella mattina.
Forse aveva ragione, io non avevo alcuna possibilità in confronto a lei.
Mi alzai dal tavolo <scusate, arrivo subito>.
<dove vai?> mi chiese mia madre.
<Veronica mi aveva invitato da lei questa sera> risposi trovando una scusa.
<ancora? Ci sei già andata ieri sera. Non se ne parla!> esclamò.
Senza ascoltarla salii in camera e andai a cambiarmi.
Dovevo farlo.
Forse era solo una pazzia.

Uscii di casa e con passo affrettato mi incamminai.
Quella sera non c'era il temporale, ma qualche goccia iniziava a cadere dal cielo.
Con il fiatone arrivai davanti alla porta.
Bussai e aspettai che qualcuno arrivasse.
Erano le 11 di sera.
La porta di aprì e sulla soglia si presentò Jughead.
<è successo ancora qualcosa?> mi domandò appoggiandosi sullo stipite della porta.
Senza che io dicessi nulla mi fece entrare in casa e richiuse la porta.
<Betty?> mi richiamò.
Lo guardai, dovevo farlo.
Interrompendo le sue domande mi avvicinai a lui e lo baciai.
Non ragionavo più molto, ero presa da quel momento.
Lo spinsi verso il divano fino a quando lui fu costretto a sedersi e io mi sedetti a cavalcioni su di lui.
Il cuore sembrava volesse uscirmi dal petto...

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EII, CHE COSA STA SUCCEDENDO QUI?😌🔥

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora