CAPITOLO 56

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<Betty sta con me> disse Jughead ancora più deciso.
Mia madre si paralizzò e i suoi lineamenti si indurirono quando udì quelle parole.
Poi si decise a parlare <che cosa hai detto scusa?> domandò con voce tremante dal nervoso.
Feci un passo indietro e mi avvicinai a Jughead, dovevo farmi coraggio e.... i miei pensieri vennero interrotti dalla voce di Veronica che esclamò <Betty sta con noi>.
Mia madre la guardò confusa e la mia amica aggiunse <intendo dire che sia Betty che Jughead devono stare con tutti noi, a casa mia. Ho organizzato un party fra amici> sorrise spontanea.
Tirai un sospiro di sollievo che nessuno riuscì a vedere.
Notai Alice barcollare un attimo indecisa e poi a voce bassa disse <allora vi accompagno io a casa di Veronica>.
Sapevo che l'avrebbe detto, volevo accertarsi che ciò che aveva detto fosse vero.
<mi sembra perfetto> parlai quella volta io incamminandomi verso l'auto e voltandomi per spronare Jughead a seguirmi.
Veronica mi precedette e andò a sedersi nel sedile a fianco al guidatore, io fui costretta a sedermi a fianco a Jughead.
<Archie dovrebbe essere già a casa> inventò Ronnie.
Speravo solo che mia madre non volesse salire in casa per controllare di persona.
Mise in moto l'auto e partii abbastanza veloce.
Notai che ogni tanto controllava dallo specchietto i sedili posteriori.
Sentii una pressione sulla mano e vidi quella del ragazzo con il cappello intrecciarsi alla mia; mia madre non riusciva a vederla a causa del buio.

Arrivammo sotto casa della mia migliore amica.
<vuole salire a controllare?> domandò Veronica a mia madre con una leggera aria di sfida.
Scosse la testa <credo che mi fiderò> poi aggiunse <domani mattina ci sarà scuola, vedete di non fare tardi>.
Ritornò in macchina ancora con il broncio.

Fermai Veronica sulle scale di casa sua ed esclamai <ma tua madre?>.
Sorrise <è proprio questo il punto, mia madre non è a casa>.
Sorrisi a mia volta, mi sembrava perfetto.
Una volta entrati in casa sua la mia amica disse <la stanza degli ospiti è solo una, si trova in fondo al corridoio>.
Una sola aveva detto?.
<la mia stanza è al piano di sopra> disse <non fate cose strane> aveva il solito sguardo malizioso.
<ci sono almeno due letti?> domandai imbarazzata.
Rise <no Betty, ce ne è uno solo>.
Feci ricadere le braccia lungo ai fianchi, avrei potuto scommettere che di stanze degli ospiti non aveva solo quella.

Entrammo in stanza e appena mi guardai intorno sgranai gli occhi.
<ma questo è un letto da una piazza sola> esclamai, come facevamo a starci in due?.
Vidi con la coda dell'occhio il ragazzo sorridere <sempre meglio che il tappeto> scherzò.
<vado a farmi una doccia> dissi quasi subito.
Dovevo rifarmi, ovviamente, il solito discorsetto allo specchio per restare calma. Anche se ultimamente funzionava al contrario.

Ritornai verso la stanza e notai che la porta era chiusa.
Aprii e trovai Jughead già mezzo addormentato sul letto, lo stava occupando tutto.
Mi avvicinai e gli tolsi delicatamente il cappello.
<Juggy, così io non ci sto>.
Disse qualche parola senza senso, ormai era prossimo al sonno.
<che hai detto?> domandai chinandomi su di lui.
<vieni qua> disse piano tenendo ancora gli occhi chiusi e alzandomi la coperta.
Si fece leggermente verso destra e io mi infilai velocemente sotto le coperte.
Eravamo praticamente appiccicati.
"Per fortuna che non fa caldo" pensai, ma una vocina disse "non fa caldo per il tempo, ma forse per qualcos'altro...".
Jughead sembrava essersi riaddormentato.
Mi girai sul fianco e restai qualche secondo a guardarlo osservando la sua bellezza.
<sei comodo?> chiesi.
Annuì leggermente.
Poi sussurrò piano <almeno siamo più vicini> si addormentò completamente.
Sorrisi contenta e mi sdraiai abbracciandolo.
Notai solo in quel momento che lui era senza maglietta, come faceva a non avere freddo?.
Mi scaldai con il calore che il suo corpo emanava.
Un piccolo spostamento verso sinistra ed ero fuori dal letto, l'unico modo per non cadere era stare vicina a Jughead.

Mi svegliai nel bel mezzo della notte, sentivo come dei rumori.
Aprii gli occhi e capii che venivano da fuori.
Picchiettai sulla spalla di Jughead ma lui non si smosse.
Decisi di alzarmi dal letto e affacciarmi sulla finestra per controllare.
Sulla strada non vidi nessuno, ma ero sicura di aver sentito qualcosa, o forse qualcuno.
Ritornai a letto e mi strinsi spaventata al ragazzo di fianco a me.
Il buio non mi piaceva, mi metteva paura.
Jughead si svegliò forse a causa del mio tremolio.
<hai freddo?> chiese ancora un po' assonnato.
Feci di no con la testa.
Lui si girò verso di me e mi guardò negli occhi, aveva il volto per metà illuminato dalla luna che filtrava dalla finestra.
<Sei bianca peggio di un lenzuolo> disse piano accarezzandomi una guancia.
Forse stavo esagerando ad essermi spaventata così tanto, ma sentivo come una brutta sensazione.
Mi avvicinai, per quanto possibile, ancora di più a lui.
Mi avvinghiai con una gamba alla sua e appoggiai la testa sulla sua spalla.
<Betty> sussurrò lui con il fiato corto <non tremare così...> si morse leggermente il labbro.
In quel momento capii a che cosa si stesse riferendo e imbarazzata cercai di stare ferma.
Ci fu un attimo di silenzio.
<devo farti una domanda> disse lui guardandomi deciso...

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EI EI, SCUSATEMI TANTISSIMO PER IL RITARDO❤️

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora