CAPITOLO 41

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Cercai di fretta una sciarpa nel mio zaino e subito me la misi al collo.
Controllai allo specchio che non si vedesse nulla e uscii di fretta dal bagno dei maschi prima che qualcuno mi vedesse.
Raggiunsi la mia classe è andai a sedermi di fianco a Kevin.
<da dove l'hai presa quella sciarpa?> rise.
<ho un po' di mal di gola> inventai.
Frugò nel suo astuccio e ne tirò fuori una pastiglia <prendi questa, ti toglie un po' il dolore>.
Sorrisi <ah grazie...> aspettai che si girasse e poi misi quel medicinale nella tasca.

Durante l'intervallo, siccome c'era il sole, la maggior parte degli studenti uscì in cortile, e io ero l'unica stupida ad indossare una sciarpa.
<c'è il sole Betty, se ti togli quella roba di dosso non prenderai freddo> mi informò Veronica.
Feci finta di non sentirla.
In quel momento avrei voluto strozzare Jughead.
"Appena lo vedo lo sistemo io" pensai.
Non mi era mai, e dico mai, capitata una situazione del genere. Nessuno mi aveva mai fatto un succhiotto.
"Lo ammazzo" ripetei nella mia testa.
La mia amica mise fine ai miei pensieri chiedendomi <dove vuoi andare questa sera con Caleb?>.
<fuori città> risposi <se proprio devo uscirci> aggiunsi.
In quel momento la voglia di uscire con un altro ragazzo era inesistente.
<perfetto, gli scrivo e ti faccio sapere a che ora passa a prenderti stasera>.
Ci incamminammo verso l'aula di arte.
<ma tu lo conosci questo Caleb?> le domandai.
<viveva anche lui a New York qualche anno fa. Eravamo molto legati> rispose.
Mentre passammo davanti agli armadietti vidi Jughead appoggiato ad uno di essi.
Appena mi vide con quella sciarpa gli scappò un sorriso divertito.
Senza farmi notare dalla mia amica gli imitai il segno del coltello sulla gola.
Continuò a sorridere divertito.

Quella sciarpa mi stava facendo sudare.
Appena la scuola finì andai a casa e sulla strada del ritorno, dopo essermi assicurata di essere sola, tolsi quella cosa infernale dal mio collo.

Appena misi piede in casa rimisi la sciarpa poiché Polly era lì.
<ecco la mia sorellina preferita> scherzò.
La abbracciai e poi la aiutai a preparare il pranzo.
<mamma e papà?> chiesi.
<torneranno nel pomeriggio>.
<per quanto resterai ancora a casa?> le domandai.
Apparecchiò la tavola <fra 3 giorni devo partire>.
Mi si formò un groppo alla gola <perché non torni a vivere con noi?>.
Sorrise e poi mi mise un braccio intorno alle spalle <tornerò a farvi visita spesso>.
<lo prometti?>
<lo prometto>.

Veronica mi aveva informato che Caleb sarebbe passato a prendermi alle 19.00, e con un'ora d'anticipo cominciai a prepararmi.
Dopo aver finito la doccia controllai nuovamente i segni sul collo allo specchio.
Erano ancora più evidenti di quella mattina.
Cercai nel cassetto il fondotinta e cercai di coprire il più possibile.
Il risultato finale non era dei migliori: se si guardava bene si poteva ancora intravedere il viola del segno.
"Dannazione Betty, si capisce benissimo che hai un succhiotto sul collo" pensai sbuffando.
Alla fine decisi di tenermi la sciarpa.

Quando vidi una macchina parcheggiare sotto casa mia scesi, e l'ultima cosa che pensai prima di chiudere la porta fu:"ma chi me l'ha fatto fare".

<piacere, sono Caleb> mi salutò gentilmente il ragazzo dopo che salii in macchina.
<Betty> risposi sorridendo.
Era un ragazzo dall'aspetto pulito, capelli castani e occhi castani. Sembrava abbastanza alto e aveva un volto simpatico.
<ti porto in un ristorante fuori città che ti verrà voglia di ritornarci sempre> scherzò.
Nei primi minuti c'era imbarazzo, così lui decise di spezzarlo.
<Veronica mi ha detto che tu sei nata a Riverdale, giusto?>.
<si, e non ho mai pensato nemmeno di trasferirmi. Anche se come paese è molto piccolo a me piace> risposi.
<da quanto ti sei trasferito qui?> domandai questa volta io.
<un paio di settimane>.
Dopo qualche minuto eravamo arrivati al ristorante.
Mi accompagnò dentro e dopo esserci seduto al tavolo riprendemmo a parlare.
Era simpatico.

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora