CAPITOLO 61

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<Jughead> dissi decisa.
FP si irrigidì subito e strinse la presa sulla penna.
Alzò lo sguardo verso di me e mi guardò con aria interrogativa.
Era come se non ci credesse nemmeno lui a quello che avevo detto.

 Era come se non ci credesse nemmeno lui a quello che avevo detto

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Sostenni il suo sguardo.
<Jughead?> ripetè lui piano.
Successivamente fece un risolino ed esclamò <è escluso anche lui>.
Assunsi un'aria di sfida <doveva essere più chiaro prima, ora non si può più ritrattare>.
Ci fu un attimo di silenzio, poi dissi <voglio vedere Jughead>.
Non riuscii a decifrare l'espressione nuova presente sul volto di FP.
Sembrava come perso, sicuramente non riusciva a comprendere.
Mi osservò e capì che non avrei cambiato idea per nessuna ragione al mondo.
<mio figlio è fuori discussione> esclamò.
Incrociai le braccia al petto e lo seguii con lo sguardo mentre si allontanò verso la porta.
Poco prima che uscisse dissi <i patti sono patti>.
Si voltò un'ultima volta verso di me, fece un lungo respiro e uscì.
Tutta la sicurezza che avevo mostrato in quel momento svanì e mi lasciò sola, piena di paura di ciò che potrebbe essere accaduto.

Sul vassoio che Simon mi aveva portato poco prima era presente un orologio da polso.
Erano le 3 di notte.
Ormai non sarei più riuscita ad addormentarmi.
Girovagai per la stanza camminando a passo svelto. FP non mi avrebbe mai permesso di vedere Jughead, o almeno, ne ero quasi certa al 100%, dovevo trovare un modo per andarmene da quel posto.
Iniziai ad aprire tutti i mobili e cassetti che si trovavano in quella stanza, la maggior parte contenevano libri o fogli accartocciati.
Quella stanza era priva di finestre, non riuscivo ad identificare dove mi trovavo.
Forse ero nel bar dei Serpents.
O forse mi trovavo nel loro quartiere.
Erano passati poco più di venti minuti.
Dannazione, mi avevo sequestrata, era una cosa impensabile per me.
Inizialmente pensavo che in questa storia centrasse Lory, ma la mia ipotesi si era rivelata scorretta.
Dovevo uscire da lì.
Non importava il mezzo che avrei usato.

Presi a bussare in modo convinto la parete che probabilmente dava sul corridoio.
Mi interruppi improvvisamente quando sentii dei rumori e delle voci provenire da non molto lontano.
<signor Jones!> urlai <venga ad aprirmi>.
Continuai a bussare e chiamare più volte di fila, fin quando la chiave nella porta girò.
<dovresti imparare a stare più in silenzio> sibilo FP trucidandomi con lo sguardo.
Lo osservai, mi sembrava agitato.
<disturbo qualcuno?> domandai. Iniziavo a pensare che non fosse più solo.
Guardò di colpo verso sinistra come attratto da qualcosa e disse <disturbi me> non era stato abbastanza convincente.
<ho chiesto di vedere Jughead> dissi <avevamo fatto un patto>.
Picchiettò una mano sulla porta <perché ti interessa così tanto vedere mio figlio?>.
A quella domanda non seppi che rispondere, non potevo spiattellargli in faccia la verità.
In quel momento mi venne un dubbio che mi fece attorcigliare lo stomaco.
<lui... Jughead c'entra qualcosa con questa storia?> chiesi titubante.
Scoppiò a ridere, non una risata spontanea, ma tirata.
< stai scherzando vero?> esclamò.
Sobbalzai quando il rumore di un vetro che si rompeva al piano di sotto giunse alle mie orecchie.
<hai sentito?> mi domandò FP con un sorrisino agitato sul volto.
Annuii piano.
<questo è mio figlio> disse <se fosse d'accordo con me non mi starebbe sfasciando la cucina>.
Il mio cuore fece un balzo.
In un secondo FP sparì dietro la porta quando notò qualcosa in fondo al corridoio.
Ero a casa di FP.
Ero al piano superiore.
FP era impegnato in una litigata.
Jughead era lì.

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora