CAPITOLO 57

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<devo farti una domanda> disse lui serio.
Mi sistemai meglio sul fianco e lo guardai negli occhi.
<hai mai avuto... paura di me?> domandò.
Per qualche secondo lo guardai confusa, non mi aspettavo una domanda del genere.
Pensavo che mi avrebbe chiesto di Caleb.
Non risposi subito a quella domanda, volevo rispondergli sinceramente, ma non riuscivo a trovare la risposta giusta.
<no> dissi. Ed era vero, non ero mai spaventata da lui, anche se una piccola parte di me mi aveva consigliato di esserlo.
<mi hai sempre detto che non approvavi il mio stile di vita> continuò lui cercando il mio sguardo.
Feci un leggero sorriso <si, è vero> poi aggiunsi <non sei tu che mi spaventi, ma quello che a volte ti circonda>.
Schiuse leggermente le labbra e abbassando lo sguardo cercò sul materasso la mia mano.
Ci furono interminabili minuti di silenzio, nessuno dei due aveva intenzione di parlare.
<ci penserò io a portare la lettera a Lory> disse Jughead.
<non se ne parla> risposi subito <è un debito che devo pagare io>.
Scosse la testa <tu non devi pagare nessun debito>.
<Juggy> esclamai stringendo la presa sulla sua mano <non ti preoccupare, domani gli darò la lettera e potrò dimenticare per sempre Lory>.
Non sembrava molto convinto ma non disse altro.
Guardai l'orario sulla sveglia poggiata sul comodino: erano le 3 di notte.
<perché sei sparito in quel modo?> chiesi.
Non mi aveva ancora dato una spiegazione.
Il ragazzo al mio fianco aprì la bocca per parlare ma un rumore mi fece scattare in piedi. Proveniva ancora da fuori.
Mi diressi velocemente verso la finestra e Jughead mi seguì incuriosito.
<che cosa hai sentito?> mi domandò lui non capendo.
<un rumore, ne ho sentito uno anche prima>.
Si affacciò alla finestra al posto mio e subito scoppiò a ridere.
Lo guardai allibita <che hai da ridere?>.
Si appoggiò al davanzale <a quanto pare i gatti sono in grado di spostare qualche bidone della spazzatura> mi prese in giro simpaticamente.
Le mie guance si colorirono per l'imbarazzo, non potevo essere così fifona.
Jughead si mosse verso di me e mi avvolse in un abbraccio.
Feci un passo indietro e mi riavvicinai per dargli un bacio sulle labbra. Lui mi prese per i fianchi e mi tenne stretta a lui approfondendo quel bacio.
Con una mano giocai con i suoi capelli, mentre lui mi poggiò una mano sulla schiena.
Iniziammo entrambi ad avere il fiato corto, ero totalmente presa da quel momento.
Improvvisamente sentii scendere la mano di Jughead per la mia schiena fino ad arrivare al mio sedere. Con un gesto rapido presi la sua mano e la spostai nuovamente verso l'alto.
Sorrisi <non puoi fare ciò che vuoi> senza volerlo il mio tono uscì malizioso, e Jughead non perse occasione per prendermi in braccio e portarmi verso il letto.

 Sorrisi <non puoi fare ciò che vuoi> senza volerlo il mio tono uscì malizioso, e Jughead non perse occasione per prendermi in braccio e portarmi verso il letto

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Mi venne da ridere quando rotolammo sul materasso mentre lui mi teneva stretta fra le sue braccia.
Mi ritrovai con Jughead sopra, sentivo il suo cuore battere più velocemente.
Gli misi una mano sulla nuca e lo spinsi verso di me, volevo sentire il suo corpo vicino al mio.
Con un gesto rapido gli tolsi la maglietta.
Jughead prese i bordi della mia camicetta da notte, e a differenza mia, la fece scorrere per il mio corpo molto più lentamente, come se si volesse godere a pieno quel momento, come se io fossi la cosa più delicata al mondo.
Sorrisi, e una volta che i miei vestiti furono a terra, mi diede una serie di baci lungo il collo fino ad arrivare alla clavicola.
Mi resi conto che in quel momento non avrei mai voluto essere altrove, dentro di me si era come acceso un fuoco.
In un attimo fummo entrambi senza nulla.
Mi sentivo diversa da quella sera in cui lo abbiamo fatto per la prima volta, mi sentivo più sicura di me stessa.
Jughead riusciva a tirare fuori una parte di me sconosciuta a tanti, che in certi momenti, era la parte migliore.
Con un movimento rapido ribaltai i ruoli e feci ritrovare Jughead con la schiena sul materasso.
Sul suo volto apparve un sorrisetto a metà fra il sorpreso e il compiaciuto.
Dio mio se lo amavo...

Mi svegliai felice.
Come al solito, Jughead stava ancora dormendo, così decisi di alzarmi prima per prepararmi.
Nella mia testa non riuscivo a far altro che pensare alla frase che avevo pensato quella notte.
Lo amavo, ma non avevo ancora il coraggio di dirglielo.
Mentre raggiungevo il bagno per sciacquarmi il volto, sperai che Veronica non avesse sentito nulla quella notte, sarebbe stato fin troppo imbarazzante.

Avevo preparato la colazione per tutti e tre.
Appena la mia amica e Jughead arrivarono servii i piatti e iniziammo a mangiare.
Non volevo arrivare tardi a scuola.
Durante la colazione Veronica notò gli sguardi strani che ogni tanto io e il ragazzo con il cappello ci lanciavamo.
Era stata la notte più bella della mia vita.
<possiamo usare la mia macchina per andare a scuola> esclamò Ronnie prima di uscire di casa.

Le lezioni a scuola passarono in fretta, a fine lezione sarei dovuta andare da Lory per consegnargli quella dannata lettera.
Jughead non si era visto per tutta la mattinata, forse era meglio così, non volevo si mettesse nei guai di nuovo per colpa mia.
Controllando che nessuno mi seguisse imboccai una via secondaria, Cheryl mi aveva informata che Lory mi avrebbe aspettato davanti ad una tabaccheria.
L'idea di andare a ficcarmi in quelle stradine buie e strette non mi entusiasmava, ma era l'unica cosa possibile da fare.
Arrivai in un piccolo spiazzo e finalmente vidi il ragazzo che stavo cercando.
<finalmente> esclamò sogghignando <felice di sapere che la mia messaggera sei tu>.
Feci una smorfia.
<Cheryl è da molto tempo che mi parla di questa lettera> poi continuò <non so di che cosa si tratti... spero solo non sia nulla di... sconvolgente> rise divertito provocandomi un brivido di ansia.
Tirai fuori la busta dalla borsa e gliela porsi.
Lory velocemente la scartò e iniziò a leggere.
Man mano che andava avanti con la lettura la sue espressione mutava e diventava quasi preoccupata.
Dopo pochi minuti appallottolò la carta e strinse forte il pugno.
<questa> si fermò a pensare alla parola più adatta da dire, e poi esclamò <questa merda, non doveva nemmeno capitarmi fra le mani>.
Si girò verso il muro e tirò un pungo nervoso.
Imprecò e poi spostò lo sguardo su di me.
Subito io arretrai, ma venni interrotta dalla sua voce <tranquilla Elisabeth, non ho intenzione di farti del male>. Il sorriso che aveva sul volto mi faceva venire il volta stomaco.
<devi venire con me> esclamò prendendomi per una manica della giacca.
<io dovevo solo portarti questa lettera, non centro nulla con questa storia> risposi decisa.
Vidi una chioma rossa svoltare l'angolo di fronte a noi; che cosa ci faceva Archie lì?.
Appena il mio migliore amico mi notò io gli feci cenno di avvicinarsi leggermente senza farsi vedere.
<non mi importa, potesti essermi utile> disse Lory chinandosi per prendere una sacca a terra.
Guardai Archie e poi mimai con le labbra un "chiama Jughead"...

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RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora