CAPITOLO 52

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Avevo quasi passato la notte in bianco, mi sentivo oppressa da tutti i casini che si stavano creando.
Mi alzai e controllai allo specchio le occhiaie evidenti sotto agli occhi.
Dopo essermi messa il fondotinta feci colazione presto e prima che si svegliassero i miei genitori uscii di casa.
Sarei passata da Cheryl quella mattina prima di scuola per chiederle di Lory; l'idea non mi entusiasmava affatto, e anzi, mi inquietava.

Suonai al campanello e il cancello si aprì.
Erano le 6 di mattina, ma già sapeva che sarei andata lì.
Casa sua era veramente enorme e allo stesso tempo cupa.
La Villa dei Blossom veniva considerata un po' come la casa dei fantasmi.
Sulla porta trovai la ragazza dai capelli rossi ad aspettarmi <prego, entra pure> esclamò con un sorriso tirato.
Mi condusse in camera sua e disse <immagino di sapere per cosa tu sia venuta qua>.
Mi guardai un po' intorno; la sua stanza da letto era abbastanza scura, e sul comodino teneva molte foto.
<che cosa devo riferire a Lory?> domandai.
Sorrise <non te lo dirò a te, sarebbe troppo rischioso>.
Restai stupita da quelle parole <quindi cosa dovrei fare?>.
<ti darò una lettera, dovrai consegnargliela e dovrai assicurarti che la legga in quel momento> rispose guardandosi le unghie.
Annuii debolmente, non avevo altra scelta.
Guardai meglio le foto che aveva sul comodino, e il cuore fece un balzo quando notai la foto più vicina al letto che ritraeva lei è Jughead.
Deglutii e chiesi di andarmene, non volevo ne vedere ne sapere altro.

Una volta uscita da quel luogo infernale mi resi conto che era ancora presto per andare a scuola.
Decisi di richiamare Caleb.
<ciao Betty> mi salutò subito.
<scusami se ieri non ti ho più richiamato> dissi sperando che non se la prendesse.
<tranquilla> poi aggiunse <questa sera ti devo parlare di una cosa importante...>.
Sperai con tutta me stessa che non si stesse riferendo a quello che io pensavo.
<ti va bene se ci incontriamo a casa mia?> propose.
Sospirai <d'accordo>.
Fui sicura di sentirlo sorridere dall'altra parte del telefono.
Chiusi la chiamata.

<non mi sembri di buon umore> scherzò Kevin, il mio nuovo compagno di banco di matematica.
<infatti non lo sono> risposi stanca.
Forse Kevin era l'unico che non mi stava incasinando la vita... o almeno così pensavo.
<Betty> mi chiamò <posso chiederti un favore?>.
<dimmi pure>.
<hai presente quel ragazzo con cui mi sto sentendo?> chiese.
<si, ricordo> risposi.
<ecco...ho avuto una discussione con lui ieri sera e... sai lui è un componente dei Serpents, io non posso entrare nel bar dove tutti si riuniscono> poi aggiunse <così pensavo che forse potresti raggiungerlo tu per dargli questo regalo di riappacificazione> disse con un filo di voce tirando fuori dalla tasca una scatolina.
Sobbalzai <perché io invece non dovrei preoccuparmi dei Serpents?>.
<perché tu sei amica di Jughead>.
<anche tu lo sei> ribattei appoggiandomi al banco.
Scosse la testa <rovinerebbero entrambi se sapessero che c'è una relazione fra noi>.
Sbuffai, infondo Kevin mi aveva sempre aiutata in tutto.
Glielo dovevo, anche se non avrei mai più voluto rimettere piede in quel bar.
La prof entrò in classe e dopo di lei Jughead.
Cercai di distogliere lo sguardo da lui ma non ci riuscii molto.
Si sedette all'ultimo banco in fondo e dopo aver lanciato lo zaino si sedette.
<che ha?> mi chiese Kevin.
Scossi la testa piano <vorrei saperlo anche io..>

In classe non avevo visto Veronica, così la andai a cercare da tutte le parti, volevo sapere di che cosa voleva parlarmi.
La trovai in mensa.
<Ronnie, che succede?>.
Mi fulminò con lo sguardo <io ti ho sempre detto tutto Betty, mi aspettavo lo stesso da te> esordì.
Iniziai ad agitarmi <ti va se ne parliamo davanti ad un frappé da Pop's?> tentai di chiedere.
Si alzò dal tavolo e mi sorpassò <non c'è niente di cui parlare>.
Se ne andò.
Tirai un calcio alla sedia, tutto si stava complicando.

Pensai che la cosa migliore da fare con Archie non fosse evitarlo, dovevo affrontarlo e mettere in chiaro le cose.
Aspettai che la scuola finisse e mi misi di fronte alla sua aula.
Per mia fortuna uscì per ultimo.
<Archie, posso parlarti?>.
Sorrise appena <certo, vieni fuori>.
Mi portò in atrio e ci sedemmo su una panchina.
<qualcosa non va?> domandò curioso.
<ecco io... volevo parlare del messaggio che mi hai mandato ieri> dissi.
Alzò un sopracciglio <veramente io...>
Una voce interruppe la nostra discussione <ehi ragazzi>, era Caleb.
<Caleb, che ci fai qua?> domandai alzandomi per andare a salutarlo.
<ero venuto per dirti che questa sera è troppo tardi per parlare> rispose allegro.
Mi rivolsi ad Archie <ci sentiamo dopo?>.
Annuì.

Salii in macchina insieme a Caleb e mi portò a casa sua.
<abiti veramente qui?> chiesi quando vidi la bellissima casa.
<è stata solo fortuna> scherzò.
Mi sedetti sul suo divano e bevvi un bicchiere d'acqua offerto da lui.
L'intenzione di Caleb era quella di parlarmi, ma a quanto pare per tutto il pomeriggio facemmo altro tranne che parlare.
Avevamo guardato un film, studiato e giocato a Monopoli.
Quando arrivarono le 7 di sera ordinammo una pizza.
<ora posso sapere il reale motivo per cui sono venuta fin qui?> domandai sorridendo.
Sospirò <perché mi piaci Betty>.
Restai di stucco.
<i-io?> balbettai poco convinta.
<si tu> disse lui alzandosi e venendo nella mia direzione.
<ma io...> iniziai a dire quando fu troppo vicino a me.
<tu non la pensi come me?> chiese appoggiandomi le mani sui fianchi.
Lo guardai e fui indecisa se rispondergli gentilmente o spintonarlo via; ma a quanto pare le mie riflessioni furono abbastanza lunghe da permettere e Caleb di baciarmi.
In un secondo sentii le sue labbra sulle mie.
Misi le mani sulle sue spalle e lo allontanai quasi bruscamente.
<ma che ti prende?> domandò lui confuso.
Senza dire nulla andai verso l'uscita di casa sua a passo affrettato.

Fuori si era fatto buio, trattenni le lacrime, non potevo piangere ancora.
In pochi giorni la mia vita era diventata un casino tremendo.
Mi fermai in una piazzetta e mi sedetti su un muretto.
Tenni lo sguardo basso e continuai a fissarmi le scarpe pensando a come risolvere tutto quel caos.
Un'ombra rese la mia vista più scura.
Alzai lo sguardo e di fronte a me vidi Jughead.
Aveva le mani in tasca e mi stava osservando stranito.
<ma che ci fai qua?> domandò.
Contai fino a tre prima di rispondere, ma poi non riuscii a trattenermi e scoppiai a piangere.
In quel momento avevo bisogno di lui, se ne era andato al momento sbagliato.
Mi buttai fra le sue braccia e lo strinsi a me.
<perché sei scomparso dalla mia vita così improvvisamente?> esclamai.
Mi staccai da lui e lo guardai.
Poggiai una mano sulla sua guancia
<ti prego Jughead> sussurrai <ho bisogno di te>...

 * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *EII, SPERO IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO❤️

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EII, SPERO IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO❤️

RIVERDALE|  BETTY & JUGHEAD Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora