Il mio tirocinio sta per finire: mancano poco meno di due settimane prima della fine della mia avventura e, devo ammetterlo, non credevo mi sarebbe dispiaciuto così tanto. La verità è che mi sono affezionata a tutti i bambini, alla maestre, alla persona che sono diventata stando in mezzo a tutto questo affetto. Mi sono affezionata ai luoghi, alle aule, ai giochi dei bambini. Di notte mi capita di sognarli e spesso chiamo i miei famigliari con i nomi del bambini della classe. Ora sono io ad andare a cercarli per abbracciarli o per giocare con loro, per ricevere un po' del loro affetto e per donare loro un po' del mio, non aspetto più che siano loro a venire da me e non mi irrigidisco più quando mi abbracciano all'improvviso. Sento di avere bisogno di questi bambini come un pesce ha bisogno dell'acqua per poter vivere e non so davvero come farò a sopravvivere alla fine e al distacco quando arriverà il giorno della fine di questo tirocinio.
Parcheggio la macchina di fronte alla scuola ed entro nell'aula salutando la maestra Martina e andando verso i bambini che giocano e saltellano contenti.
Sono sempre felici di vedermi, non li ho mai sentiti lamentarsi della mia presenza, nemmeno all'inizio, quando mi vedevano come una mosca bianca in mezzo a loro che aveva disturbato il loro equilibrio di classe; mi corrono incontro quando entro, richiedono la mia presenza per giocare e vengono da me quando litigano o si fanno male. Voglio bene ad ognuno di loro e non mi pesa fingere di essere un commensale al ristorante mentre loro mi danno del cibo finto da mangiare, oppure alzarmi e sedermi continuamente sulle panche quando, durante il momento del gioco libero, vengono da me e mi prendono per mano per portarmi a giocare a palla con loro, o vengono per portarmi dal bambino che li ha spinti e li ha fatti cadere. Mi piace anche portarli in mensa, legarmi i capelli e sparecchiare la tavola, anche se ci sono rimasugli di cibo nei piatti ed io sono una persona abbastanza schizzinosa che schifa lavare i piatti a casa sua anche quando mangia solo lei; non mi pesa nemmeno accompagnarli in bagno, aiutarli a sedere sulla tazza e poi insegnare loro a lavarsi le mani prima di ritornare in classe. Vivo al massimo ogni momento e cerco di sorridere sempre, anche quando capitano i giorni in cui mi sveglio dalla parte sbagliata del letto o i momenti in cui sono particolarmente stanca e non mi andrebbe di fare niente. Perché sì, a volte mi capita ancora di essere nervosa e di scattare, questo è un lato del mio carattere e non credo sparirà mai del tutto, ma cerco sempre di non far ricadere il mio malumore sui bimbi perché loro non hanno colpe e non si meritano di essere trattati male; il mio nervosismo può sfogarsi solo quando mi fanno arrabbiare e le maestre mi permettono di prendere in mano la situazione e sgridarli quando fanno qualcosa di sbagliato; solo in quei momenti mi permetto di alzare la voce ma, dopo averli sgridati e aver fatto capire loro dov'è l'errore, ritorno calma e pronta a stare in mezzo a loro serenamente.
Questi bambini sono come le batterie Duracell e io sono un giocattolo meccanico: loro mi danno l'energia necessaria per potermi muovere e camminare e parlare e sorridere. Credo, per la prima volta, di aver preso la decisione giusta per quanto riguarda l'università: stare in mezzo ai bambini è ciò che mi riesce meglio fare, è ciò che adoro.
<<Anita posso parlarti un momento?>> Chiede Martina venendo verso di me mentre sono seduta a un tavolino insieme a una bambina che mi ha chiesto di disegnarle la figura di un cuore grande sul foglio per poterla, poi, colorare.
<<Sì certo.>> Rispondo e mi alzo perché non mi piace parlare con le maestre stando seduta ad altezza di bambino.
<<Ascolta visto che settimana prossima abbiamo lo spettacolo finale e siamo tremendamente indietro con la preparazione, non è che oggi pomeriggio aiuteresti Olivia?>> Mi chiede congiungendo le mani come se stesse pregando. <<Così mentre i piccoli dormono, io e Silvia facciamo le prove con i grandi e i mezzani e voi avete il tempo di fare qualche decorazione. Ti scoccia?>>

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Natura
RomanceÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...