Sto camminando davanti alla scuola da circa un quarto d'ora, indecisa se entrare, andare da Martina, prendere il documento che mi serve per completare il mio tirocinio ed uscire oppure, eventualmente, entrare, andare a salutare tutti i bambini che mi hanno accompagnata in questo percorso e, quindi, varcare anche la soglia della classe di Olivia fingendo che nulla sia accaduto l'altra sera. Da un lato vorrei almeno fare un saluto anche ai bambini che non erano della mia classe perché mi sono affezionata anche ad ognuno di loro; dall'altro lato, invece, l'ansia di vedere Liv è talmente forte che è come se mi sentissi un macigno enorme sullo stomaco che mi impedisce di respirare profondamente.
Guardo l'orologio. Sono già passate le 10.00 del mattino, il che significa che i bambini sono tutti ordinati in classe a fare le loro attività. È ora di entrare. Non posso più rimandare, anche se vorrei farlo e scappare a casa fregandomene del foglio.
Sospiro, salgo gli scalini e suono il campanello sperando che non sia Olivia a venire ad aprirmi. Appena la porta si apre, però, vedo la chioma rossa di Susy che, questa volta, mi sorride e mi lascia entrare riconoscendomi.
Mi dirigo a passi lunghi e veloci verso la classe di Martina ed entrando, mi manca l'aria perché sono consapevole che lo sto facendo senza essere più una tirocinante ma una persona qualunque.
«Ciao.» Sussurro alzando la mano e sventolandola leggermente.
Martina si gira e il suo viso si apre in un sorriso. «Eccoti. Bambini, guardate chi è venuto a trovarci.»
I bimbi, che sono seduti ai loro posti mentre colorano la forma di un gatto su un foglio, alzano lo sguardo e mi vedono.
«Anita!» Parte un coro generale e sospiro perché, anche se sono passati solo pochi giorni, le loro voci mi sono mancate come l'aria.
Due bambini si alzano dalla sedia e vengono ad abbracciarmi, ma non faccio in tempo ad abbassarmi per accoglierli nelle mie braccia perché loro si aggrappano alle mie gambe ed io non posso fare altro che accarezzare loro i capelli.
«Ascolta,» mi richiama Martina guardando un foglio che tiene tra le mani «io ho scritto questo. Prova a guardare se va bene.»
Mi passa il foglio e lo leggo tutto d'un fiato: "Anita Merlini, nel periodo in cui ha svolto il tirocinio presso la nostra scuola dell'infanzia, si è dimostrata sempre molti attenta alle situazioni quotidiane. Si è relazionata adeguatamente con i bambini osservandoli nelle loro attività e relazioni, intervenendo solo con il consenso dell'insegnante, anche se in grado di affrontare in autonomia quasi tutte le situazioni. Ha sempre chiesto spiegazioni e ascoltato motivazioni e consigli del team docente, mettendo a frutto poi con i bambini ciò che ha osservato. Buone capacità manuali, ottima capacità relazionale ed empatia. Si è sempre dimostrata adeguata, rispettosa e disponibile verso gli incarichi a lei richiesti. Puntuale e attenta, il suo atteggiamento è sempre stato positivo ed entusiasta."
Quando finisco di leggere ciò che Martina ha scritto su di me, la guardo e le sorrido, incredula delle parole che sono state scritte sul foglio. Non so che cosa dire. È una relazione stupenda. Ma me le merito davvero queste parole? Sono davvero stata così brava? Mi sembra incredibile.
«Va bene?» Mi domanda chiedendo un consenso.
«Sì, è ...» non so che cosa dire «va benissimo, grazie.»
«Avrei scritto anche di più, ma non volevo descriverti in modo troppo perfetto per paura che la tua professoressa ti dica qualcosa. Sai, non si sa mai.» Mi spiega gesticolando e cerca di giustificare ciò che ha scritto.
«Martina, Martina», la blocco, «la relazione è perfetta, non devi spiegarmi nulla, davvero.»
Sospira. «Okay, pensavo di aver scritto qualcosa di sbagliato.»

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Natura
RomanceÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...