Olivia sta in silenzio e io continuo a tenere gli occhi chiusi per non vedere la realtà che mi circonda.
«Grazie.» Mormora infine. «Apri gli occhi, però.»
Seguo il suo consiglio e, attraverso il fumo del risotto, vedo che mi sta guardando e lo sta facendo sorridendo.
«Non ti senti più leggera?» Mi chiede inclinando la testa di lato.
«Un po'.» Annuisco.
Olivia prende una forchettata di risotto, ci soffia sopra per non scottarsi, e se la infila in bocca chiudendo gli occhi e mugugnando di piacere. «Adoro questo risotto.»
Io faccio lo stesso e un'esplosione di sapori mi manda in tilt le papille gustative.
«Hai ragione: è meraviglioso!» Ammetto divorando un'altra forchettata di riso.
«Te l'avevo detto: tu ti devi fidare di me.» Mi guarda negli occhi e io capisco che non si sta riferendo solamente al cibo.
Abbasso lo sguardo e continuo a mangiare.
«E quindi ...» si pulisce la bocca col tovagliolo «provi qualcosa per me?»
«Sì.» E, per la prima volta, lo dico con convinzione e senza vergogna.
«Che cosa ti ha impedito di dirmelo l'altra sera?»
Mi chiudo nelle spalle e le alzo. «Te l'ho già detto, Liv: non credevo fosse possibile, mi sono sempre ritenuta etero.»
«Sì ma in questi due mesi, non ti sei accorta di nulla? O ti è esploso il sentimento tutto in una volta e tutto venerdì sera?»
Mi muovo a disagio sulla sedia e mi infilo il ciuffo dietro l'orecchio.
«Io ... beh ... sì .. cioè, non so, non saprei. Forse sì. Forse lo sapevo ... non lo so.»
«Io sì.» Ammette e lo fa spudoratamente, guardandomi negli occhi. Vorrei avere il suo coraggio e la sua forza. «Ti ho trovata molto carina fin dalla prima volta che ti ho vista però, sai, credevo stessi con quel ragazzo e, quindi, ho lasciato stare e mi sono dimenticata di te, anche se avevo il sentore che non fossi del tutto etero. Però c'era Diego e, quindi, niente.» È completamente sincera, senza veli o tende che la avvolgono; è, semplicemente, Olivia.
"E tu, invece? Sei realmente te stessa?".
«Poi hai iniziato il tirocinio e mi hai fatto subito tenerezza perché, come ti ho già detto, mi sembravi un cucciolo spaurito che non sapeva cosa fare e dove andare; per questo, quel giorno, ti ho raccontato di cosa era capitato a me durante il mio tirocinio: perché volevo tranquillizzarti e farti capire che non dovevi preoccuparti perché io non ti avrei mai permesso di stare male come, invece, ero stata male io.» Posa la forchetta, si pulisce la bocca sul tovagliolo e, poi, prende un pezzo di pane dal cestino che è davanti a noi e inizia a fare scarpetta nel piatto. «Una notte, poi, ho fatto un sogno un po' particolare su di te e, da lì, ho iniziato ad osservarti meglio per cercare di capire due cose: la prima era se mi piacevi oppure era stato solo un sogno che avevo fatto perché ti vedevo tre volte la settimana; la seconda era se eri veramente etero oppure no.»
Arriva il cameriere ad interrompere il monologo di Liv.
«Volete qualcos'altro?» Chiede gentilmente e io vorrei tanto prenderlo per il bavero della camicia bianca e buttarlo fuori dalla sala perché voglio sapere la fine del discorso di Olivia.
«Uh sì, ho molta fame oggi.» Mormora la ragazza prendendo il menù dalle mani del cameriere.
Io la guardo leggere e muovo le gambe sotto al tavolo pregando che Liv si sbrighi a ordinare perché sono curiosa di sentirla parlare di nuovo.
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Natura
RomanceÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...