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«Che sta succedendo qui?»

Mi stacco dal corpo di Olivia e vedo mia madre, come una statua, sulla soglia della porta che ci guarda con un'espressione schifata sul viso.

«Mamma.» Boccheggio quasi senza emettere alcun suono. «Non è come ...»

«Stai zitta Anita, stai zitta!» Si mette entrambe le mani sugli occhi e scuote la testa violentemente. «Io so che cosa ho visto!»

Mi alzo dal letto e mi metto di fronte a lei per cercare di spiegarle la situazione ma non so nemmeno io che cosa dirle perché era talmente evidente ciò che Olivia ed io stavamo facendo che mi sento ridicola a provare a negare.

«Mamma non ...»

Non mi lascia neanche finire di dire la frase che si toglie le mani dal viso e mi tira uno schiaffo talmente potente che mi fa voltare la testa dall'altra parte. Mi porto una mano sulla guancia accarezzandomela. Non posso credere che l'abbia fatto. Non mi aveva mai colpito in ventidue anni.

«Eh no, questo non lo accetto!» Anche Olivia si alza dal letto e viene verso di me guardando mia mamma in cagnesco. «Come si permette di schiaffeggiarla?»

È tornata a darle del lei per mettere una sorta di barriera tra le due.

Io cerco di fermare Olivia per impedire che la lite sfoci in una nuova guerra di Troia.

«Olivia lascia stare, okay?»

«Ti ha picchiata!» Mi fa notare lei.

«Sto bene, sto bene, davvero.» La rassicuro annuendo. Ma la verità è che non sto bene per niente.

«Fatti gli affari tuoi, sgualdrina!» Impreca mia mamma guardando la mia ragazza dall'alto al basso. «Come ti permetti di venire a casa mia, mangiare il mio cibo, usufruire della mia ospitalità e poi sedurre mia figlia e portarla sulla via del peccato?» Inizia a urlare talmente forte da far uscire mia sorella dalla sua camera, nella quale aveva accesa la musica a palla, per venire a vedere che cosa sta succedendo.

«Mamma?» Chiede lei preoccupata. «Tutto bene?»

«Isabella torna in camera tua.» Le dice senza togliere gli occhi da Olivia.

Mia sorella mi guarda, mi vede con gli occhi lucidi e una guancia, probabilmente, rossa e avanza verso di me senza, però, entrate in camera per non sorpassare mia madre.

«Anita?» Mi chiede preoccupata, come se mi stesse chiedendo il permesso di andare in camera sua e lasciarmi con mamma.

Io cerco di sfoggiare un sorriso convincente ma mi esce una smorfia di dolore e un suono gutturale. «È tutto okay, tranquilla, torna in camera.» La guardo profondamente per farle capire che deve seguire le mie istruzioni. «È solo una piccola incomprensione.»

«Okay.» Indietreggia piano, entra nella sua camera, si chiude la porta alle spalle e riaccende la musica.

«Come hai osato? L'hai deviata, hai deviato mia figlia!» Riprende da dove aveva lasciato prima che mia sorella venisse a interromperci e la vedo talmente arrabbiata da temere che voglia picchiare anche Olivia, così mi metto in mezzo tra le due perché preferirei che mia mamma colpisse me al posto della mia ragazza.

«Non è stata colpa sua mamma!» Difendo Olivia. «Lei non ha fatto nulla!»

Mia mamma mi guarda con gli occhi pieni di rabbia, un'espressione ancora disgustata sul viso e il respiro pesante che fatica a restare nei polmoni.

«Da quando questa ragazza frequenta questa casa, tu sei diversa, Anita! Vi ho perfino beccato a ... oh Gesù, non voglio nemmeno pronunciare ad alta voce quello che vi ho appena visto fare, CHE SCHIFO!»

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