Benché Olivia mi abbia rifiutata categoricamente, mi abbia buttato fuori dalla sua casa promettendomi, senza dirlo chiaramente, che non mi avrebbe più voluta, io continuo a pensarla incessantemente. Mi sento come Clizia, la donna innamorata del dio Apollo che, dopo che lui l'ha ripudiata, passa i suoi giorni a guardare il carro del dio volare nel cielo, finché, consumata dal dolore, si trasforma in girasole.
In questo momento mi ritrovo sdraiata sul letto con gli occhi chiusi mentre ascolto mia sorella che, nella stanza accanto, canta e suona tutte le canzoni più tristi e malinconiche del suo repertorio. La sto un po' odiando per questo perché, a causa delle note che sta suonando, mi sta rendendo particolarmente infelice perché, tra le mura delle nostre camere, riconosco le note di "Unintended" dei Muse e riconosco le parole che mia sorella sta canticchiando con la sua voce leggiadra e intonata: "You could be the one who listens to my deepest inquisitions, you could be the one I'll always love". Lei canta, io penso e, nel frattempo, sospiro perché questa canzone mi ricorda una ragazza dagli occhi celesti.
Ad un tratto sento dei colpi alla mia porta, quindi mi asciugo gli occhi, tiro su con il naso fingendo che vada tutto bene e permetto alla persona che è venuta a trovarmi di entrare in camera mia. La porta si apre e vedo mamma che entra chiudendosela alle spalle. Poi si siede sul mio letto facendosi spazio sul materasso.
«Devi fare qualcosa oggi?»
«No.»
«Andiamo a comprare il vestito per la tua laurea?» Mi chiede sperando, in questo modo, di tirarmi su il morale perché so che ha capito che, in questo momento, non sono proprio la persona più felice sulla faccia della Terra.
Non so se mi va di andare a fare shopping ma la verità è che mi laureo tra meno di una settimana e, ancora, non so che cosa potrei indossare quel giorno.
«D'accordo.» Mormoro alla fine tirandomi a sedere e strofinandomi gli occhi con le mani fredde.
Mamma mi guarda e sorride. «Vado a cambiarmi e andiamo allora.» Mi dà una pacchetta leggera sulla coscia ed esce dirigendosi nella sua camera.
Io mi guardo allo specchio e cerco di truccarmi un po' per migliorare, anche se di poco, il mio viso, oggi particolarmente pallido. Alla fine, anche se non sembra proprio che io viva in un'isola tropicale ma sembro ancora un vampiro della Transilvania, sono particolarmente soddisfatta del mio lavoro perché il trucco non fa miracoli ma vogliamo mettere il benessere che si prova nel prendersi cura di se stesse e camminare per strada sentendosi bene? Passandomi il mascara sulle ciglia e il rossetto sulle labbra, inizio già a sentirmi meglio.
Dopo essermi infilata un paio di pantaloni comodi, un maglione color panna e i miei inseparabili stivaletti neri, esco dalla camera e vado da mia sorella che, nel frattempo, sta suonando una canzone un po' più allegra che, però, non riesco a riconoscere, anche se mi piace molto, mi mette allegria.
Non appena entro in camera e la disturbo, lei alza lo sguardo e mi guarda in cagnesco.
«Scusa Isa», mormoro chiudendomi nelle spalle, «ma io e mamma stiamo andando per negozi, vuoi venire?»
Glielo chiedo perché so quanto lei adori fare shopping e, solitamente, non si farebbe scappare questa opportunità.
«No, non mi va.» Risponde invece, spiazzandomi completamente.
«D'accordo.» Dico iniziando ad uscire dalla sua camera per, poi, rientrare con la testa e complimentarmi per la canzone che stava suonando: «e comunque è figa la canzone che stavi suonando, cerca di suonarle sempre così allegre.»
Lei mi guarda, mi fa un sorriso e un occhiolino e, poi, torna a pizzicare le corde della sua chitarra.
Scendendo le scale, trovo mamma già pronta mentre si infila il cappotto, la sciarpa e il capello per affrontare l'aria da neve di gennaio. Entriamo in macchina, aspettiamo un attimo che si accenda il riscaldamento per non rischiare di congelare dentro l'auto, mentre delle nuvolette di fiato si condensano di fronte ai nostri occhi. Mamma parte, guida con attenzione mentre canticchia le canzoni che passano alla radio mentre io mi tormento le mani perché, da quando sono tornata a casa dopo la lite furiosa con mamma e papà, è la prima volta che esco da sola con mamma. Siamo state spesso da sole in casa, quasi sempre impegnate nelle faccende domestiche o di fronte alla tv a vedere uno di quei programmi stupidi ma che ci appassionano così tanto; questa, invece, è la prima volta che usciamo da sole senza mia sorella e questo un po' mi mette ansia.

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Natura
Storie d'amoreÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...