«Smettila mamma, io vedo chi voglio, hai capito?»
La seguo in cucina e le faccio capire che non ho intenzione di smetterla di vedere Olivia solo perché a lei non va giù il fatto che io sia innamorata di una ragazza e non di un ragazzo.
«Ti ho detto di no.» Sibila mentre prende uno straccio e inizia a pulire il fornello che, però, non ha bisogno di essere pulito. «Per un po' non vedrai più nessuno. Per un po' starai qui in casa e non uscirai se non per emergenze o motivi legati alla scuola.»
«Non trasformerai casa mia in un carcere!» Obietto. «Non puoi farlo.»
Mamma spruzza un po' di detersivo sulla spugna e continua a lavare anche ciò che non deve essere lavato. Io so che lo fa perché deve mantenersi impegnata per non pensare alla scena che ha appena assistito e mi fa male vederla così perché significa che non ha accettato la mia scelta. Non l'ha fatto anche se è mia madre.
«Hai bisogno di staccare da tutto e di riprendere in mano la tua vita.» Spiega annuendo come se sapesse realmente di che cosa sta parlando.
Due lacrime mi solcano le guance e cerco di asciugarmele prima che lei le veda.
«Mamma non stai parlando di una malattia, non ho bisogno di rimanere a casa per guarire.»
«È così invece.» Deglutisce e parla piano, con lo stesso ritmo con il quale pulisce, «Vedrai che se rimarrai per un po' a casa senza vedere nessuno, ritornerai sulla retta via. È colpa di quella ragazza, se non la vedrai più ti sentirai molto meglio.»
Sbatto i piedi per terra come una bambina che fa i capricci. «Non è colpa di Olivia, mamma! E se non la vedrò più non starò meglio, è il contrario, staro solo peggio perché lei ha fatto emergere quello che sono realmente, io ne sono innamorata, mamma!» Alzo la voce, sbatto i piedi e i pugni, voglio che mi ascolti, voglio che capisca.
La vedo stringere con foga la spugna, la stringe talmente tanto che il sapone fuoriesce da tutti i minuscoli pori. Ma non alza lo sguardo su di me.
«Guardami, mamma, sono io, sono sempre io.» Vado da lei, le prendo le mani nelle mie per cercare di avere un contatto per cercare di capire se posso far uscire il suo lato umano e materno con la fisicità e con una carezza ma lei mi guarda e mi gela con lo sguardo strappando le mani dalla mia stretta. Non dice niente ma il suo silenzio dice tutto e mi fa stare ancora peggio.
«E che cosa significa, poi, che dormite insieme eh? Che cosa fate? Non credo che giochiate a carte tra le coperte.» Storce il naso e usa un tono cattivo.
Che fare? Dirle la verità? Tanto, ormai, sa già tutto. Ma no, non posso dire a mia madre che faccio l'amore con la mia ragazza come se lo raccontassi ad un'amica. Ci sono cose che i genitori non possono sapere ed è anche il motivo per il quale non le ho detto niente neanche la prima volta che l'ho fatto col mio ex ragazzo. Così sto in silenzio e mi guardo le dita delle mani che sto intrecciando tra di loro. Ma il silenzio, credo, dice tutto.
«Schifose.» Mormora strofinando con foga il coperchio del fornello. Lo mormora talmente piano che non credo fosse sua intenzione farmelo sentire. Ma io ho un buon udito e lei una voce squillante e quella parola, che mai dovrebbe uscire dalle labbra di una madre nei confronti di un figlio, è atterrata nelle mie orecchie.
Deglutisco rimanendo zitta. Non so che cosa dire. So solo far sgorgare delle lacrime amare dai miei occhi, che mi asciugo con mani tremanti non appena mi arrivano alla fine della guance.
«Scommetto che non è neanche vero che, la domenica, andavi a messa nel suo paese.»
Si volta verso di me. Ha gli occhi iniettati di sangue. Scuoto la testa per rispondere alla sua domanda.
STAI LEGGENDO
Natura
RomanceÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...