«Anita, io stavo pensando:», mormora mamma mentre siamo in cucina a preparare la cena, «visto che ultimamente sei sempre a casa della tua nuova amica, perché non la inviti a pranzo qualche giorno? Non so, magari questa domenica, così ricambiamo il favore: mangi sempre da lei, dormi spesso a casa sua, vai a messa nella chiesa del suo paese e invece qui non rimane mai, è sempre solo di passaggio. Mi piacerebbe conoscerla meglio.»
Fingo di impegnarmi per mischiare l'acqua che sta bollendo aspettando l'arrivo della pasta al suo interno. Mamma crede che Liv sia solo una mia amica e crede anche che, quando il sabato rimango da lei a dormire, la domenica lei mi porti in chiesa per seguire la messa da lì. Non ha idea, invece, che la domenica mattina la passiamo a letto insieme.
«Perché la vuoi conoscere?»
Non voglio portarla qui, non voglio assolutamente. Non voglio che la conosca meglio. Non voglio che scopra nulla. Non voglio che scopra che stiamo insieme. Ho paura di una sua ipotetica reazione. Ho anche il timore che Olivia conosca la mia famiglia e tutti i suoi difetti, le sue idee retrograde e che, per questo, si offenda e decida di non voler più avere a che fare con me anche se io non ho niente a che fare con quelle idee.
«Ma perché passi tutto il tuo tempo con lei e io praticamente non la conosco, l'ho vista sì e no una decida di volte e le ho parlato una sola volta, non mi sembra giusto.»
Faccio spallucce cercando di non far capire il mio nervosismo. «Non credo ce ne sia bisogno.»
Mamma arriva vicino a me e butta gli spaghetti nell'acqua, poi si appoggia al bordo del fornello e mi guarda. «Mi stai nascondendo qualcosa?»
Mi si gela il sangue nelle vene ma la guardo sorridendo per non destare i sospetti. «Ma no, figurati: che cosa ti dovrei nascondere?»
«Non so. Magari Olivia spaccia droga o altro.» Mi guarda con occhio vigile, cercando una bugia nascosta che esiste ma che è nascosta talmente bene da risultare invisibile.
«Figurati, mamma! È una brava ragazza.»
«E io la voglio conoscere.» Mormora. «Chiediglielo quando la vedi.»
«Stasera.»
«Ecco,chiedile se vuole venire a messa con noi e poi a pranzo. Poi fammi sapere.»
«Certo.» Mormoro distrattamente.
Ovviamente mai e poi mai dirò ad Olivia dell'invito di mamma: dirò sempre che è impegnata fino a che mamma non si scorderà del suo proposito e non me lo chiederà più.
«È pronto!» Urla mia mamma dalle scale e aspetta che mio papà e mia sorella scendano per sedersi a tavola.
Dopo cena, visto che tocca a papà sparecchiare e riempire la lavastoviglie, svicolo nella mia camera e inizio a prepararmi per non rischiare che Olivia arrivi e mi debba aspettare sul divano mentre chiacchiera amorevolmente con mia madre e mio padre.
Non ho mai parlato ad Olivia del fatto che io, ancora dopo mesi, non riesca a dire ai miei genitori che sono lesbica, ma credo che lo sappia comunque perché si vede lontano un chilometro quanto io sia a disagio quando loro si incrociano anche solo per sbaglio.
Quando il campanello suona, volo giù dalle scale con gli stivaletti in mano, per non rischiare di prendermi una storta anche se non hanno neanche un filo di tacco e mi fiondo al citofono aprendole il cancellino.
Di solito Olivia entra per qualche secondo perché le sembra sempre di essere una maleducata se mi passa a prendere senza fare almeno un saluto ai miei genitori e a mia sorella e, anche questa volta, quando le apro la porta, lei è sullo zerbino che mi illumina con i suoi occhi azzurri.

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Natura
RomanceÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...