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Mi sbatte contro la porta baciandomi sul collo, mentre cerca di infilare la chiave nella toppa per poter entrare in casa.

Io tento di non ansimare perché siamo sul ballatoio e non voglio che i vicini di casa possano sentire e venire a vedere che cosa sta succedendo.

Le sue labbra si spostano sul mio mento, sulla mia guancia per poi atterrare sulla mia bocca, che è pronta ad accoglierla senza freni, questa volta.

Bacio Olivia ed è la cosa più bella del mondo. Bacio Olivia e sento le campane in lontananza. Bacio Olivia e mi sembra di sentire, addirittura, gli angeli del paradiso che intonano il Gloria.

Nel frattempo, nel mio corpo, in ogni singola parte del mio corpo, si è scatenata una festa e non cerco più di stringere le cosce per eliminare il formicolio nel basso ventre: sorrido e lo saluto perché, questa sensazione, mi fa capire chi sia io realmente. Mi piacciono le ragazze, non c'è altro da dire.

Olivia riesce a infilare la chiave, girarla nella toppa e, quando abbassa la maniglia per entrare, rischiamo di ritrovarci per terra nella sua anticamera. Per fortuna, ho un buon equilibrio e riesco a trattenermi in piedi.

Mentre continuiamo a baciarci, entriamo in casa ed è il mio turno di spingere Olivia contro la porta e iniziare a baciarle e a leccarle il collo. Lei mugugna leggermente mordendosi il labbro e, quando cerca di baciarmi, di nuovo, sulla bocca, mi stacco dal suo corpo e le do un bacio a stampo, casto e puro, sulle labbra.

«Basta.» Mormoro con fatica, perché non voglio correre troppo: ho appena accettato, più o meno, la mia omosessualità, ci siamo appena chiarite e abbiamo appena deciso di provare a stare insieme.

Inoltre, lei ha già avuto un'ex importante, sa come ci si deve comportare in questi casi mentre io, a differenza sua, non ho una storia da anni e, le uniche che ho avuto, sono durante al massimo un paio di mesi. Quindi non mi va di bruciare le tappe finendoci subito a letto insieme anche se, lo ammetto, ci ho pensato per tutta la durata del bacio e il mio corpo mi spingeva per non ottenere nulla se non quello.

«Okay, hai ragione.» Capisce lei rimanendo appoggiata alla porta a riprendere fiato.

«Ciao Artemisia.» Olivia saluta la sua gatta che è sdraiata sul pavimento e giochicchia svogliatamente con un topolino nero con la coda fatta da piume fucsia. Il gatto la guarda, miagola pacatamente e torna alla sua attività.

Cerco di mettere più distanza possibile tra il mio corpo e il suo perché la sola vicinanza mi provoca i brividi e fa perpetuare il desiderio di possederla in modo completo. Quindi inizio a girovagare per la cucina e il soggiorno, andando a guardare i dettagli a cui non avevo fatto caso la prima volta che sono entrata in questa casa. Mi dirigo, in particolar modo, verso un quadro che è appeso alla parete sopra la tv.

«È molto bello.» Mormoro avvicinandomi ancora di più.

È un quadro in bianco e nero che è perfettamente in armonia con lo stile della casa di Olivia.

«Ti piace?» Si avvicina anche lei e sorride guardando il quadro. «L'ho fatto io.»

Di scatto, volto la testa verso la ragazza e mi metto la ciocca di capelli che mi è scivolata sul viso a causa del mio movimento improvviso, dietro l'orecchio, per non avere distrazioni.

«Come scusa?» Chiedo. «Non ho capito bene.»

«L'ho fatto io.» Dice di nuovo lei, guardandomi negli occhi.

«Wow, tu sei ... incredibile, Liv.» Mormoro fissando ogni dettaglio del quadro. «È meraviglioso, come fai?»

Olivia alza le spalle. «Qualche pennellata qui, qualche pennellata là e il gioco è fatto, nulla di che.»

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