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«Patatine, Anita.» Mi dice lei guardandomi negli occhi e cercando di infondermi coraggio.

«Patatine.» rispondo io e mi viene da ridere perché è lei quella che sta per incontrare tutta la mia famiglia al completo e sono io quella che ha bisogno di supporto.

«Ma cos'è questa cosa delle patatine? Sono le 9.30 del mattino, non le vorrete mangiare, vero?» Chiede mia mamma spuntando dalla cucina mentre va ad aprire il cancellino perché, di sicuro, sono arrivati mio fratello e Chiara.

Olivia ed io ci guardiamo complici, tratteniamo una risata e facciamo spallucce verso mia mamma. «No niente.» Rispondiamo in coro.

Mamma si dimentica di noi non appena Chiara e Nicola entrano dalla porta e, dopo aver salutato genericamente tutti, guardano Olivia con un'espressione leggermente sorpresa.

Nicola, poi, gira la testa verso di me e mi chiede spiegazioni con lo sguardo.

«Lei è Olivia, una mia amica.» Mormoro presentando la mia ragazza mentre le tocco la schiena.

Al suono de "una mia amica" la sento irrigidirsi e mi dispiace farla sentire così a disagio perché non ho il coraggio di presentarla per chi realmente è, ma, per ora, non ci posso fare nulla.

«Oh ciao, piacere.» Si fanno avanti loro tendendole la mano e lei le prende stringendole forte.

Dopo le presentazioni ci dirigiamo in chiesa e, mentre siamo in macchina, stringo la mano di Olivia di nascosto, per non mostrare a Isabella, che è sul sedile accanto a me, che cosa sto facendo.

Durante la funzione, vedo Olivia che si guarda intorno e analizza, strizzando gli occhi, ogni singolo quadro, affresco o statua che riesce a vedere, mentre lei analizza l'arte, io guardo lei. Questa mattina si è presentata a casa nostra in perfetto orario e con un abbigliamento consono all'occasione. Mi ha detto di aver cercato su internet per capire se doveva mettersi qualcosa di particolare oppure no, così ha scoperto che non è opportuno entrare in chiesta con braccia o gambe scoperte e, quindi, ha indossato un paio di pantaloni rosa e una camicetta bianca e, sopra, un giubbotto di pelle nero. I capelli sono stati tirati indietro e il suo viso è pulito, tranne che per il velo di mascara sulle ciglia e il rossetto aranciato che si è passata sulle labbra.

Apprezzo che si sia informata per poter fare bella figura davanti a tutta la mia famiglia. D'un tratto, pensandoci bene, la mia ansia si dissolve leggermente perché Liv non ha bisogno di far colpo su di loro: la adorano già.

Alla fine della messa ci riuniamo tutti, come al solito, sul sagrato della chiesa ed è il momento di presentare Olivia a tutti gli zii, i cugini e i nonni che, questa mattina, sono presenti. Dico a tutti che è Olivia, una mia amica, che è venuta a messa con noi perché, poi, si fermerà a pranzo a casa mia e tutti le fanno i complimenti per la bellezza, la gentilezza o la simpatia. Come ho già detto, la adorano tutti.

Torniamo a casa e aiutiamo papà a preparare la tavola mentre mamma va a spogliarsi il vestito e gli stivali col tacco per infilarsi qualcosa di più comodo e adeguato alla situazione domestica.

Mentre apparecchiamo, papà e Olivia scherzano e io li guardo sorridendo perché adoro vedere la mia ragazza così ben accettata da mio papà, anche se è praticamente la prima volta che si rivolgono la parola.

Quando mamma scende al piano di sotto, l'arrosto è caldo e mamma ce ne mette una fetta nel piatto insieme a un po' di insalata. A pranzo sono rimasti anche Nicola e Chiara e, quindi, Olivia dovrà barcamenarsi con proprio tutta la famiglia riunita. Sono in ansia per lei, ricordandomi, in un istante, cosa ho provato io quando ho conosciuto la sua mamma e Giancarlo. Olivia, invece, mi sembra particolarmente a suo agio con tutti: sorride, risponde a tono e pone domande interessanti a tutti i presenti. Sono così orgogliosa di lei.

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