«Mi dispiace, Nic.» Mormoro con le lacrime agli occhi e il naso che mi pizzica da morire. «Non è colpa mia, io ci sono nata così.»
Nicola mi guarda con uno sguardo strano, come se stesse cercando di capire le mie parole, corruccia le sopracciglia e, dopo un tempo che mi pare infinito, le distende in un'espressione rilassata. Viene verso di me, si siede al mio fianco e mi abbraccia cingendomi la testa e facendomela appoggiare sul suo petto.
«No tesoro,» mi sussurra con tono dolce «il mio "stai scherzando" non era riferito a te e a Olivia, era riferito a mamma.» Mi bacia sui capelli e continua ad accarezzarmi per cercare di tranquillizzarmi. Con il suo affetto, il mio cuore si placa leggermente.
«Anita» si intromette Chiara tossicchiando, «noi lo sappiamo che sei lesbica. Lo sapevamo, anzi no, lo immaginavamo ma ne eravamo quasi sicuri, ancora prima che tu ce lo dicessi.»
Guardo mia cognata con sguardo interrogativo ma è mio fratello che risponde alla mia tacita domanda:
«Lo so da quando sei venuta qui il giorno in cui mi hai detto di esserti presa una cotta per una persona che la famiglia non avrebbe approvato. Da lì ho capito tutto perché immaginavo fosse una ragazza.»
«E non mi hai detto nulla?» Mormoro staccandomi dal suo petto e guardandolo negli occhi.
«Che cosa ti avrei dovuto dire?»
«Avresti potuto chiedermelo. Avresti potuto dirmi che lo sapevi.»
«Spettava a te trovare il modo e il coraggio per dirmelo.» Spiega lui semplicemente. «E mi dispiace che tu abbia dovuto fare coming out in questo modo.»
Sorrido abbassando gli occhi. Nicola e Chiara sanno. Lo sanno da mesi e non si sono mai comportati in modo strano con me: mi hanno sempre invitato a casa loro, mi hanno sempre trattata bene e non mi hanno fatto capire nemmeno con un sorriso o un abbraccio mancato, il fatto che sapessero.
«Grazie.» Mormoro solamente.
Rimpiango solo di non averglielo detto prima perché, se l'avessi fatto, avrei avuto qualcuno a cui raccontare tutto e a cui chiedere dei consigli. Invece ho deciso di chiudermi nel mio guscio, tappare l'entrata perché temevo che nessuno mi avrebbe voluto bene se avessero saputo della mia vera natura.
«Tesoro mio.» Mi culla Nicola tenendomi ancora tra le sue braccia. «Come ha potuto mamma cacciarti da casa per questo?»
Tiro su col naso e mi asciugo le guance bagnate.
«Mi ha detto che sono strana, che sono malata, che dovrei stare in casa per poter guarire.» Mormoro con la voce che mi trema. «Ha chiamato Olivia sgualdrina e l'ha cacciata di casa.» Affermo con la voce che, questa volta, trema di rabbia. «Mi ha dato uno schiaffo perché ho cercato di spiegarle quello che stava accadendo tra me e Olivia. Poi ha riempio il mio zaino e mi ha buttata fuori.»
«In che senso ti ha dato uno schiaffo, scusa?» Esplode mio fratello.
«Nel senso che mi ha picchiata quando io sono andata di fronte a lei per cercare di spiegarle la situazione.»
«Io non ...» Ma Nicola viene interrotto da Chiara che si fa avanti e gli posa una mano sul braccio.
«E tuo padre?» Chiede poi lei.
Stringo le labbra e strizzo gli occhi perché non è stata solo mamma a pugnalarmi al cuore, anche papà ha dato una bella sferzata di colpi dolorosi.
«Papà mi ha detto che faccio schifo e si è voltato dall'altra parte quando ha visto mamma buttarmi fuori, a forza, da casa.» Ho la voce dura.
Sento Nicola che scuote la testa e, poi, toglie una mano dal mio corpo per prendersi l'attaccatura del naso. «Non ci posso credere. Ma chi ci ha cresciuto? Chi sono quelle persone?»

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Natura
RomansaÈ l'ultimo anno di Università e Anita, prima di potersi laureare in Scienze della formazione, deve fare tirocinio. Fa domanda in un asilo vicino al suo paese dove incontra Olivia una giovane maestra che, più delle altre, la aiuta in questo suo perco...