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«Ehi.» Sento una voce femminile che mi parla a tre centimetri dal naso, permettendomi di sentire l'odore di dentifricio alla fragola che usa sempre mia sorella. È grazie a questo profumo che capisco che è Isabella che si è appena abbozzolata tra le coperte.

«Mh.» Mormoro con gli occhi chiusi.

«Come stai?» Sussurra facendosi ancora più vicina.

«Bene.» Mormoro fingendomi assonnata. «E tu?»

«Ti ho sentita piangere.» Afferma e il mio cuore smette, per un secondo, di battere. Poi riprende la sua corsa, però le parole di mia sorella mi lasciano un vuoto nel petto e l'amaro in bocca: mi ha sentita.

Mi giro a pancia in su e volto la testa verso di lei aprendo gli occhi perché, tanto, non mi devo più nascondere visto che sa che stavo piangendo.

«Non preoccuparti.» Le dico passandomi una mano sulla guancia. «È tutto okay.»

Lei si gira a pancia in giù e continua a guardarmi. «Ti manca?»

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi invadenti e mi metto a guardare il soffitto. Non c'è bisogno che mi dica a chi si riferisce. Mi manca da morire. È questa la verità.

«Un po'.» Le dico.

La sento sospirare. «Posso dirti una cosa?»

«Cosa?»

«Per me non è giusto che tu non stia più con Olivia.» Sussurra.

«È andata così.» Rispondo.

«Perché non state più insieme?» Chiede curiosa.

È la prima volta che lei si interessa realmente alla mia vita. Ma è difficile spiegarle i motivi che ci hanno portato a lasciaci. Così sto in silenzio e alzo le spalle, che finiscono fuori dal lenzuolo.

«È a causa di quello che è successo con mamma e papà?» E credo che sia più un'affermazione che una domanda.

«Sì, più o meno.» Rispondo sincera e il naso comincia a pizzicarmi di nuovo, ma cerco di reprimere le lacrime perché non mi va di farmi vedere piangere da mia sorella, già mi vergogno del fatto che mi abbia sentita.

«Non è giusto.» Mormora sicura. «Non è giusto che vi siete lasciate a causa loro.»

«Isa ...»

«No, ascoltami: se voi due vi amate, a mamma e papà cosa interessa se Olivia è un uomo o una donna? O comunque, anche alle altre persone, che cosa interessa con chi stai?» Si sdraia su un fianco e appoggia la testa al gomito piegato.

«Purtroppo non tutti la pensano così, Isa.»

«Ed è sbagliato.» Mormora con così tanta enfasi che mi strappa una risata.

«Hai ragione: è sbagliato.»

Appoggia la testa sul cuscino e guarda il soffitto come me, rimanendo un attimo in silenzio.

«Però io pensavo:», mormora ad un tratto, spezzando il silenzio che si era creato, «mamma ha accettato il fatto che ti piacciono le ragazze, no?»

«Sì.» Mormoro.

«E poi l'ha fatto accettare anche a papà, giusto?»

«Più o meno.»

«E allora perché non sei andata a riprenderti Olivia? Se vi siete lasciate perché mamma e papà non vi accettavano, perché non sei tornata da lei dopo che loro hanno cambiato idea?» Si mette sul fianco e torna a guardarmi.

«Perché quando ci siamo lasciate, io le ho detto delle cose poco carine.» Mormoro.

«Sì ma ci sta urlarsi contro i peggiori insulti quando si è arrabbiati, no? Lei ti ama e sono sicura che ti ha già perdonata.» Afferma non sapendo che ho detto ad Olivia che la colpa di tutto era sua, non sapendo che le ho detto che mi sono vergognata per mesi di stare con lei. Non sapendo niente di tutto questo.

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