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Ci alziamo dal letto e io mi dirigo in bagno mentre Olivia inizia, subito, a sistemare la camera. Sbuffo e roteo gli occhi mentre prendo un po' di dentifricio, me lo metto sul dito e me lo passo sui denti. Devo ricordarmi di comprare uno spazzolino per quando rimango qui a dormire perché non mi va di prendere, ogni volta, il mio da casa e portarlo avanti e indietro; inoltre non so mai con sicurezza quando Liv ed io facciamo l'amore: non è detto che finiamo a letto ogni volta che ci vediamo, non funziona così tra di noi. Non è un obbligo che abbiamo. E adoro questa cosa.

Sono passate circa tre settimane da quando l'abbiamo fatto per la prima volta e, in questo lasso di tempo, sono più le notti che ho dormito a casa di Liv delle notti che ho passato nel mio letto. Non capisco come mamma e papà ancora non si siano accorti del fatto che il rapporto tra me e Olivia si sia evoluto in una relazione d'amore. O forse se ne sono accorti e non me lo dicono oppure, ancora più probabile, se ne sono accorti ma non vogliono vedere la realtà.

Io non ho ancora il coraggio di confessare tutto. Non lo sa nessuno. Nemmeno Diego, che sento molto speso e continua a rimarcare la sua idea secondo la quale dovrei trovarmi un ragazzo che mi possa aiutare a vivere al meglio la mia vita, non capendo che, in questo momento, sono la persona più felice e soddisfatta sulla faccia della Terra. Nemmeno mio fratello, che è la persona che si meriterebbe di più al mondo di saperlo perché è grazie a lui se sono qui e non nel mio letto a girarmi e rigirarmi nel possibile rimpianto che avrei se non fossi tornata da Olivia, sa di noi e mi fa male ogni volta che lo vedo guardarmi con degli occhi speranzosi e curiosi, voltarmi dall'altra parte fingendo di non sapere cosa lo renda così tanto curioso nei miei confronti.

«Liv, non potresti farlo dopo?» Le chiedo appoggiandomi sullo stipite del bagno mentre sono ancora in mutande e reggiseno.

La adoro, le voglio bene, ma non sopporto questo suo bisogno di avere tutto perfettamente in ordine. È una maniaca dell'ordine e questo suo lato cozza col mio lato pigro.

La ragazza scuote la testa e sistema perfettamente il suo cuscino sul letto.

«No, odio vedere la camera in disordine se ho tempo di fare il letto, lo sai.»

Vado nel lavandino, sputo il dentifricio e mi sciacquo la bocca con abbondante acqua, poi ritorno in camera e guardo Olivia che è ancora alle prese con il copriletto.

«Quando sono venuta a casa tua la prima volta, questo letto era sfatto. Chi se lo immaginava che dentro ci aveva dormito una maniaca dell'ordine, invece.»

«Quel giorno mi ero svegliata tardi.» Sorride mentre si infila un paio di pantaloni della tuta e una maglietta.

«Lo so.» Le bacio una spalla e ci dirigiamo, mano nella mano, verso la cucina.

Olivia si siede al banco della cucina e aspetta che io prenda il succo d'arancia, i piatti e la torta che le ho fatto ieri perché era il suo compleanno e volevo che lo passasse con una bella fetta del suo dolce preferito, la crostata con la marmellata di albicocche, dopo aver spento ventisette candeline. Abbiamo festeggiato ieri sera con sua mamma e Giancarlo e, appena se ne sono andati, abbiamo festeggiato lei ed io a modo nostro.

«Che ti va di fare oggi?» Le chiedo mangiando la punta della mia fetta di crostata.

«Mh» ci pensa lei alzando gli occhi al cielo, come se cercasse la risposta tra le gocce secche di vernice rimaste sul suo soffitto. «Mi piacerebbe andare al cinema.»

«Al cinema?» Chiedo scettica.

Non so da dove nasca questo scetticismo, non so da quale angolo oscuro sia venuto fuori. Forse è nato dal fatto che sarebbe la prima volta che Liv ed io usciamo da quando stiamo insieme: abbiamo sempre passato il tempo a casa sua e un po' a casa mia; non siamo mai andate al ristorante, al cinema, a comprare qualcosa o a prenderci un gelato. Non da quando stiamo insieme. Abbiamo sempre avuto tutto a casa: guardiamo film in tv oppure usiamo Netflix, il gelato lo va a comprare una delle due se ci va di mangiarci il dolce dopo cena e, per quanto riguarda lo shopping, a me non interessa molto andare in giro per negozi e, siccome Olivia lo sa, credo non mi voglia obbligare a farlo.

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