Vorrei dar colpa al jet lag all'assenza di sonno, in realtà è perché non sono abituata a tutta questa quiete.
Mi mancano i muggiti delle mucche, lo scalpitare dei cavalli e l'odore di fieno anche in piena notte.Mi alzo dal letto e mi avvio alla porta finestra che apro lentamente per non svegliare Alice.
Il mio corpo reclama riposo dopo lo stress del mio arrivo.Mi appoggio con gli avambracci alla ringhiera immergendomi nel panorama di fronte.
La brezza marina mi schiaffeggia il viso donandomi una sensazione piacevole che attutisce l'umidità estiva. I miei piedi implorano pietà dopo quattro ore al Flounder.Mah, chissà magari domani sarà una giornata più tranquilla.
In lontananza c'è una luce verde che spicca nel buio a cui mi perdo a fissare una volta seduta sulla sdraio.
C'è troppo silenzio.
Gli occhi sono stanchi e crollo immediatamente.[...]
Qualcosa mi pizzica il naso.
Stringo gli occhi infastidita cercando di dimenticarmi di questa sensazione. Adesso sento tirarmi i capelli sempre più forte a tal punto da svegliarmi.
E odio profondamente chiunque osa svegliarmi.
Apro prima un occhio cercando di mettere a fuoco, poi l'altro, e quando vedo cosa ho davanti scatto come un topo in trappola.«Oddio!» grido impaurita notando un enorme gabbiano fissarmi incattivito con i suoi occhietti rossi assatanati e il becco pronto ad attaccarmi.
«Via via uccellaccio!!» scaccio con la mano allontanandomi prima di trovarmi ad uno scontro ad ultimo sangue.
Sarebbe imbarazzante spiegare cosa sia successo.
La volta buona che papà Ryan mi chiudi in qualche casa di cura.Con qualche colpo alla fine la bestiola decide ragionevole di prendere il volo.
Mi sollevo traballante cercando di fare mente locale. Sono sul balcone e ciò significa che ho dormito qui fuori. Mi passo una mano in faccia stanca e con i muscoli a pezzi ed infreddolita. Mi volto verso il mare notando che il sole sta sorgendo, il chiarore del cielo illumina la spiaggia deserta.
Buongiorno popolo di Wrightsville Beach.
Mi dirigo in stanza decisa a farmi una doccia per ritrovare un po' di lucidità visto il confortante risveglio.
Conosco il mio corpo, non avrei dormito ancora e considerato che in casa sia l'unica sveglia decido di andar a fare un tour mattutino.
In Ohio spesso mi concedevo passeggiate quando ero agitata e non ricordo quante volte era capitato che Dylan mi aveva ritrovata in catalessi sulle balle di fieno.
Dopo essermi lavata e vestita mi avvio all'uscita di casa appurato che Alice è ancora nell'oltretomba dei suoi sogni.
Per strada regna il silenzio, la cittadina pare assopita in un lungo incantesimo per cui io ne sono immune.
Stringo le mani dentro le tasche della felpa che ho addosso, incamminandomi verso il porto, l'unico punto che conosco finora. Mi appunto mentalmente che qui non sono mattinieri.
Arrivo dopo poco a piedi e, oltre a numerose barche attraccate, non c'è nessuno altro passante che soffre le mie stesse condizioni di insonnia.
Da lontano noto solo un signore seduto sullo scoglio intento a pescare.
Adesso siamo in due.
Cammino ancora passando dinnanzi ad una caffetteria che sta aprendo proprio in questo istante, al che il mio stomaco si risveglia.
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ChickLitMartha Johnson, un'esuberante ragazza dell'Ohio, con una bizzarra propensione a cacciarsi nei guai, in cerca di nuove esperienze, decide di andare a trovare la sua amica a Wrightsville Beach. Un bel posto per trascorrere le vacanze, ma dal suo arri...