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56.Par Condicio.

Il cuore è un muscolo strano e sorprendente.
Non si può vivere né amare senza, eppure gran parte delle persone non ci pensa spesso.
Non pensano a quell'organo stabile e fedele che batte centomila volte al giorno.
La maggior parte delle persone probabilmente non sa che il battito cardiaco di una donna è più rapido di quello di un uomo di circa otto battiti al minuto o che le sue quattro camere pompano sangue verso ogni cellula del corpo, fatta eccezione per le cornee.
Tuttavia, a volte può essere una seccatura alquanto fastidiosa.
Ci fa provare cose che non vogliamo, ci fa dire e fare cose che non abbiamo mai programmato.
Di recente è stato la fonte dei miei problemi, ma mai sfidare troppo la sorte perché come dice la legge di Murphy:
"Se qualcosa può andare male, andrà male".
La legge è come una vipera che si aggira silenziosa nell'erba alta durante un picnic.
Proprio quando meno te lo aspetti...
ti colpisce alle spalle ficcandoti i denti nella chiappa sinistra.

È dicembre.

I giorni sembrano scorrere più velocemente, si accavallano, sfumano e si fondono insieme.
Manca poco a Natale.
Una settimana ho recuperato tutte le decorazioni possibili per addobbare la casa, gesto che ha reso molto irrequieti gli animi della casa.
Dylan se ne è lavato le mani scaricandomi tutte le responsabilità, mentre Lucas... beh lui è il Grinch.
Se ne è uscito sbattendo dietro di sé la porta.
Forse è solo perché realizzo che adesso è in città, così vicino a me, ma non ho resistito a mandargli un messaggio:
"Stai attento, potrebbe venirti a trovare un elfo".

Non ci capisco neanche io più nulla.
Un attimo prima lo allontano e quello dopo lo esigo come se fosse il mio ossigeno.
Dopo quello spiacevole inconveniente in cui ho temuto di perderlo, le cose sono migliorate.
Nei giorni successivi, sembra che stesse accadendo qualcosa di incredibile.
Una specie di magia di Natale.
Non che sia tornato tutto com'era prima, ma ci stiamo lavorando affinché le cose funzionino.
Anche se non è stato messo su carta, involontariamente abbiamo stipulato una sorta di par condicio segreta.

Ma per una serie di circostanze, il mio lavoro e il suo affare misterioso, più i giorni passano e meno riusciamo a stare insieme.
Questa fortuita distanza però ha un risvolto positivo: ho tempo per pensare.
È inutile prendersi in giro.
Ho una cicatrice ancora fresca, e per quanto finga che non esista, sento come se si aspettasse, da un istante all'altro, che possa subire un ulteriore colpo.
Più forte e letale.
Nella mia breve esperienza di vita ho capito che le uniche soddisfazioni sono date dai rossetti a lunga durata e i cartoni della Disneyland.

Come tutti i giorni precedenti anche oggi il mio turno al Madame Cherry è terminato.
Tornata a casa avrei preferito fermarmi con Dylan, ma soprattutto con Lucas a guardare qualunque cosa stessero guardando in tv.
Solo che la stanchezza ha preso il sopravvento e sono scappata nella mia stanza.
Credo di aver dato l'impressioni di una che non vedesse l'ora di sparire dalla loro vista.
Ma ho messo da parte i dubbi e mi sono concessa una lunga doccia calda, ho mangiato un panino lasciato da parte dai ragazzi e infine sono collassata sul mio materasso che è di una comodità incredibile, mettendo un cuscino sotto la testa lasciando, per ultimo, sfuggire un sospiro di sollievo.
Con la porta aperta sento il chiacchiericcio proveniente dal piano di sotto.
Un brivido mi risale per la colonna verticale.
E se Lucas pensasse che sono fuggita da lui?
Lo avrei perso ancora?
Sbuffo disperata.
Forse non è un male che non mi sia fatta vedere in questo stato, forse anche oggi è il caso che me ne stia da sola.
Tutti hanno bisogno di stare un po' da soli di tanto in tanto.
E dopo un turno faticoso di dodici ore in cucina, ho un disperato bisogno di silenzio.
Eppure sono nel letto da due ore e il mio corpo ha deciso di risvegliarsi tutto insieme.
I pensieri corrono velocissimi, le domande si affollano l'una dopo l'altra fin quando sono costretta a coprirmi gli occhi e prego che un varco spazio-temporale mi risucchi completamente.