4.Anche io mi adorerei.

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C'è chi crede negli alieni.
Chi crede in Dio.
Chi nella scienza.
E poi ci sono io, che mi affido all'unica fonte certa della esistenza: l'oroscopo di Trashity. Ogni giorno ho bisogno di consultare il mio astro in modo da sapere in anticipo cosa mi prospetta la giornata.

"Magnifica giornata per voi del Sagittario, con la Luna e Marte in sestile al vostro segno, sarà una giornata ricca e piene di soprese. Non temete, giornata più bella non vi poteva capitare dopo una settimana di sciagure.
Amore ed eros: tutte le carte in regola per essere felici e dare a vostro turno felicità. Se l'amore c'è oggi lo vivete... caldamente, tra abbracci appassionati ed effusioni da mille e una notte. Se lo sentite venire ma è ancora a distanza, affrettate i tempi con una dichiarazione mozzafiato.
Lavoro e denaro: intuito e tempestività le carte da giocare.
Benessere: energici e pieni di vitalità ma non per grazia ricevuta.
Non resta che augurarvi di continuare così, aiutandovi con indumenti rossi e bijoux dello stesso colore."

Stando alle sue parole sembra l'inizio di un po' di luce in mezzo a tante disgrazie. E ce ne sono state troppo in questi giorni tanto che avrei voluto contattare personalmente Trashity per farmi prevedere in anticipo quando sarebbe finito questo periodo di cacca. Eppure, nonostante la buona notizia con cui oggi mi sono svegliata, il mio sesto senso sente aria di guai.

Chiudo la rivista appoggiandola al mio fianco. Sistemo sul ponte del naso gli occhiali per poi bearmi dei caldi raggi solari che solleticano le porzioni di pelle lasciata scoperta dal mio costume a fiori.

«Da quanto tempo non ci dedicavamo una giornata del genere?»
Mi volto verso Alice, la quale si sta spargendo quintali di crema solare sul petto sembrando una cotoletta panata pronta per essere fritta. I suoi capelli rossi avvolti in una cipolla confusionaria e il suo fisico formoso perfettamente coperto dal suo bikini color azzurro, fanno invidia.

Avrei dovuto arrivarci prima.
È lei Ariel e tutto tornata con il Flounder.

A proposito di quel nome, mi acciglio ricordandomi di quell'odioso essere umano che vorrei tanto venisse risucchiato dalla terra.

«Troppo tempo» rispondo di getto, rilassandomi accantonando la tensione che già stava prendendo piede dentro di me. Chiudo gli occhi, ascoltando il vociferare dei bambini che giocano con i secchielli, qualche adulto che si dedica ai racchettoni, le signore anziane che parlano di pettegolezzi e momentaneamente sembra tutto perfetto.

«Hai risolto quel problema?»

Per gran parte del mio turno, sono stata seguita dagli occhi indiscreti di Lucas che prepotente hanno assistito a diverse ordinazioni sperando che facessi la mossa sbagliata che avrebbe portato alla mia disfatta.
Invece sono stata molto brava a non farmi vedere fragile. Non ho fatto niente che gli desse modo di screditarmi, anche se più di una volta avrei voluto azzannarlo e farlo fuori una volta per tutte.
Eppure avevo concluso il mio turno, non avevo più avuto notizie sull'esito finale della mia permanenza al Flounder.

«Si, ci ho parlato e... Cavolo Mar, non so cosa gli abbia fatto, ma ti detesta»

Lo dici a me?
Il sentimento è reciproco.

«Non mi interessa di quel che pensa... l'importante è che ti faccia felice»
Perché sinceramente a me di lavorare non mi importa, ma se lo sto facendo è perché ho capito quanto le serva il mio aiuto.

Alice sorride fissando il cielo per poi voltarsi verso di me.

«Tranquilla, rimarrai al Flounder. Però devi trattenere la tua lingua lunga, perché la prossima volta non credo di riuscir a fare di meglio»

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