57.Sempre.

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Mentre torno a casa, mi sento come il Martini di James Bond, agitata, ma anche elettrizzata.
Santo cielo...
Solo al ricordo del modo in cui quella voce seducente e tenebrosa ha pronunciato quelle parole, tutta la mia schiena viene ricoperta da pelle d'oca.
Lo spettacolo di stamattina è stata un'esperienza esotica.
Ancora sento il tocco della sua mano su di me.
Le sue parole speranzose durante il lavoro non hanno fatto altro che distrarmi.
Una volta a casa, trovandola vuota ne approfitto per organizzare una seduta di spa fatta in casa: pedicure, esfolio i talloni e mi metto lo smalto.
Ogni donna deve ricamarsi un momento per sé quando non ci sono uomini in giro, giusto?

Mi ricopro le mani di vaselina e le infilo in due calzini di cotone pesante per idratarle bene.
Mi passo un composto di uovo e olio d'oliva sui capelli, poi avvolgo la testa con la pellicola trasparente.
Conciato così, sono davvero bellissima.
Mi metto due fette di cetriolo sugli occhi e mi spalmo una maschera a base di avena sul viso...
Il tutto con un sottofondo di All Time Low di Jon Bellion.
Concludo il mio rituale di bellezza sistemando le sopracciglia.
Quando finisco mi infilo il pigiama con gli orsetti stendendomi poi sul divano dopo aver acceso una candela al sandalo e cocco. Mi godo la pelle liscia e la sensazione di benessere del rituale di bellezza.
Tutte quelle coccole mi hanno stimolato l'appetito.
Dylan mi ha informato che sarebbe rimasto fuori con Clio.
Da quello che sono riuscita a capire si stanno frequentando.
Ma si sa come vanno a finire queste cose: io sono la prova vivente.
A tal proposito mi domando dove sia finito Lucas.
Non ho sue notizie da tutto il giorno.
Avanzo in cucina strusciando i piedi per terra.
Apro l'anta del frigo alla ricerca di qualcosa commestibile, lo richiudo abbassandomi verso il congelatore e... Pizza!

Si lo so, una cuoca come me non può mangiare robaccia surgelata, ma ehi... mettiamola così, ho talmente fame che potrei mangiare anche il tavolo se fosse commestibile.
Provo a tirar fuori il cartone, che si è incastrato perché nessuno si degna a mettere un po' di ordine qui dentro.
Con un gesto energico vengo spinta all'indietro andando a sbattere contro qualcosa di robusto.

«Cristo Santo!» urlo impaurita e mi rendo conto che da giovane forse ho guardato troppi film horror, perché balzo quando incontro un paio di grandi occhi bui fissarmi.
Tiro un sospiro di sollievo notando che sono i suoi.
Sono passata dal trascorrere una tranquilla serata da sola a morire per un infarto prematuro.

«Accidenti!» mi porto la mano al petto, mentre il mio cervello assimila questa notizia e sospende l'imminente infarto.

«Lucas! Annunciati quando arrivi!» lo sgrido.

«La prossima volta mi metto un sonaglio al collo» mi prende in giro ghignando.

Gli lancio un'occhiataccia indispettita per la battuta.
Lui non si scompone, ha mani nelle tasche dei suoi pantaloni fin troppo eleganti, ammetto che la prima cosa noto sono le sue scarpe nere lucide perfettamente in tono con il suo abito di un blu intenso, una camicia bianca e una cravatta borgogna scuro.
Non mi fermo, continuo a perlustrarlo fino a sollevare gli occhi e imbattermi nei suoi incredibili occhi neri, con ciglia talmente belle e lunghe da fare invidia a quelle di una donna.
Le sue labbra sono carnose, morbide e sono invitanti.
I capelli folti gli ricadono sulla fronte, disordinati e irresistibili.
Ha un corpo così virile che promette del sesso intenso che attira come una calamita.
Invece di rispondere, Lucas smette di sorridere distogliendo lo sguardo dal mio.
Il mio corpo si accende mentre mi esamina. Si sposta sui miei seni gonfi e la curva dei fianchi.
Sto per scoprire se sia possibile una combustione sotto il peso del suo sguardo.
I miei occhi lo riconoscono, e il mio cuore, che accelera a mano a mano che si avvicina, pare avergli organizzato una festa di benvenuto proprio nel mio petto.

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