16.Liberatorio.

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Per fortuna divina, il tragitto è breve.
Lucas mi scaraventa con un balzo a terra, ridendo perfido.
Ho il tempo di fare mente locale, prima che gli altri ci raggiungano.
Ruggisco come un grizzly posseduto.

Al che mi imbatto nel suo fisico statuario ad un millimetro dal mio naso accantonando in un nanosecondo ogni cosa che avrei dovuto dire.

«T-ti odio e-e» grugnisco impaziente.

«Si?» sogghigna falso.

Mi sento come quella ragazza all'inizio del film Lo squalo, pronta a fare un tuffo a mare ignara che da lì a poco diventerà un delizioso buffet umano.
Io e la mia ingenuità siamo il pranzo.

«Argh!! Sei uno stronzo manipolatore che si prende gioco delle ragazze indifese! Ti stavo parlando. Come ti sei permesso di-»

«Ragazzi tutto bene?» interviene Rodas che guada prima me e poi il fratello. Ignaro che da lì a breve potrebbe perdere il fratello.

«Tutto a meraviglia» mette a tacere Lucas dandomi un fastidioso buffetto sul capo e assumendo l'espressione più falsa nel mondo.
A morsi gliela stacco quella mano.
Sbatto i piedi allucinata, intanto che gli altri si avviano dal proprietario del noleggio.

Senza avermi interpellato, ne affittano tre, in modo da stare a coppie.
Alice e Rodas ovviamente stanno insieme.
Quei due sono piuttosto affiatati e gatta ci cova.

«Tu seras el mio dolce metà Martha» mi prende la mano Miguel innescando una giravolta che mi fa finire tra le sue braccia in un tonfo non previsto.
Lucas ci guarda irritato, ma non fiata.

«Quindi rimaniamo solo io e te Lucas» prende parola Mayla la quale si rivolge innamorata all'uomo dei miei incubi.
Anche la gemella non è immune a tanto fascino.

«Oh, io preferirei di no» risponde Lucas dall'alto del suo poco tatto, distruggendo i sogni di Mayla.
Lei si dispiace immediatamente, lo guarda smarrita e vorrei tanto comunicarle di non prendersela tanto.
Lui è così, c'è poco da fare.

«Oh, davvero? E io come faccio?»

Miguel e la sua mano morta sul mio sedere mi fanno slittare sull'attenti.

«Che fai!?» chiedo scioccata.

«Chi io?» dice smarrito.

«No mio nonno. Certo che dico a te»

«Testavo la consistenza e devo complimentarmi con tu madre y tu padre»
Mi scocca un occhiolino prima di allontanarsi da me.
Non credo che mio padre apprezzerebbe un complimento del genere.
Forse sarebbe il caso di farglielo sapere.

«Martha, andiamo»
Osservo Lucas che pare abbia filmato ogni dettaglio della mano molesta dell'amico per cui lo sguardo che lancia non ci risparmia.

Eh?
Chi io?
Certo io sono Martha.
Sua maestà non ammette dissensi e l'unica cosa che mi concedo è il viso incerto di Mayla che mi fissa amareggiata costretta a raggiungere il fratello.
Non so neanche io perché, ma le mie gambe si azionano nell'esatto momento in cui Lucas si volta per vedere che fine avessi fatto.
Scatto raggiungendolo, ma nel frattempo lui si sta infilando il giubbotto salvagente, che naturalmente gli calza a pennello, togliendo dalla mia vista quel piccolo anellino metallico di cui ancora non mi capacito.

L'istruttore mi passa anche a me il mio, che indosso con un po' di difficoltà visto la mia continua distrazione davanti agli occhi.

Lucas monta in sella, sembra che sappia già quello che bisogna fare.
Dio quel corpo è un capolavoro, letteralmente.
È a suo agio, serio e terribilmente assuefatto dal veicolo.
Mi sento persino di troppo.

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