39.Tutto quanto.

6.3K 281 13
                                    

Odio svoltare gli angoli.
Odio le porte chiuse.
Odio non vedere la strada davanti a me.
Gli angoli mi fanno orrore.
Una specie di repulsione per l'ignoto o qualunque cosa che non mi dia la prospettiva esatta del contenuto.
Ed è questa la mia nuova storia.

Mi mordo il labbro valutando cosa avrei fatto una volta giunta a destinazione.
Lucas mi avrebbe salutata e poi?
Avrei vissuto come se fosse stato solo un'altra prova a cui la vita mi ha sottoposta.

Magari sarei stata contenta lo stesso.
Volendo.
Potendo.
No, niente da fare.

Il punto è che sarebbe stato difficilissimo voltarmi e lasciare alle spalle tutto quello che ho sentito per mesi.
Giocherello con i ciondoli dei miei braccialetti trovando l'ennesima scusa alla mia debolezza.
Sarebbe dovuto andare tutto in modo più lineare dopo Harry.
Mi ero messa in testa che nessun altro avrebbe dirottato la mia nuova missione "alla scoperta di me stessa", ma non avevo calcolato gli intoppi.
E Lucas è un gigantesco, rilevante intoppo.
Come promesso non ci ho pensato un secondo a salire in macchina.
Sarebbe stato, forse, molto più facile dirgli addio se non ci fossi andata a letto, oppure semplicemente non avessi respirato la sua stessa aria.
Ma ormai sono giunta ad una conclusione.
Ho sviluppato un certo attaccamento-
Una specie di quello che provi quando odi gli animali, e ti ostinano a farteli piacere fino a costringerti, dopo mille rassicurazioni, ad accarezzarlo.
E boom...

In men che non si dica, sei entrato a far parte di qualche associazione animalista per cui, mai e poi mai, avresti pensato di aderire se non in ultima battuta.
Non che Lucas sia paragonabile ad un animale, ci mancherebbe.
Anche se, se mi sforzassi, lo potrei considerare un piccolo...

«CINCILLÀ! Si, proprio un cincillà!» esulto ad alta voce rispondendomi.

«uhm?» mi chiede Lucas voltandosi nella mia direzione.

«Non ti pare anche a te, di assomigliare ad un cincillà?» domando allegra.

«No per niente»

Il suo pessimo umore distrugge il mio entusiasmo in un nano secondo.

«Ma come!» sbraito allucinata.

Ho sempre voluto avere un cincillà.
Un piccolo roditore da coccolare.
Dicono che sono di dolce compagnia, anche se, a pensarci bene, Lucas non lo è per niente.

«Tu sei tutta matta» dice a mezza bocca prestando poca attenzione al mio sguardo sgomento.

«Forse»
Sollevo le spalle indifferente alle sue accuse monotone.
Anche se è la mia auto, gli ho chiesto di guidare.
E, sorprendendomi, ha accettato come se fosse un semplice dovere maschile.
La nostra vettura corre per strada.
Come previsto, i giorni sono volati, e il fine settimana è giunto ancor prima che metabolizzassi ogni cosa.
Ho dovuto spiegate un milione di volte a mio padre perché avrei riaccompagnato Lucas, quando ha esordito che "esistono gli aerei per un motivo".
E lo so bene...
Per la miseria!

Non avrei mai lasciato che salisse su un benedetto aereo mettendo, in un baleno, la distanza tra noi due.
Quindi ho inserito nello zaino le prime cose sotto mano, forse un po' sì più di quelle necessarie, e il giorno dopo siamo partiti.
Mi osservo nello specchietto esterno e quella che vedo è una Martha acqua e sapone e sciatta.
Ho indossato velocemente un paio di jeans e una maglia a maniche corte color lavanda, niente di eccezionale.
Si, perché questa mattina non ho perso troppo tempo a mettermi in ghingheri a causa del mio ritardo.
Ho dovuto prima di tutto sistemare le cose al range.
Per fortuna Drew è stato molto gentile a sostituirmi.
Invece quando i miei occhi si spostano, trovano un Lucas più ordinato e perfettamente sistemato.
Al diavolo quelli che si ostinano a ritenere che la minaccia non sia una forma d'arte passata di moda.

AIUTAMI STRONZO!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora