Mi è chiaro che ci sia dell'ironia nel fatto che nel Ventunesimo secolo ci siano persone, nel mio caso Lucas, che pensano ancora che la donna al volante equivale a pericolo costante.
Ma ancora peggio è il fatto che sia una donna piuttosto sfigata in fatto di karma.
Lucas non la smette di mettermi ansia.«Dimmi un po' cos'hai in frigo?»
Sono seduta al volante della sua utilitaria e, tra l'asfalto bagnato e i vetri che si appannano ogni due per tre, mi sembra di vivere un'altra delle mie imprese improponibili.
Invece di una risposta ricevo solo un terribile silenzio, pertanto mi trovo costretta a voltarmi e capire quale sia il motivo della mia non-risposta.
Lucas ha deciso di ignorarmi.«La smetti di fare il bambino?»
Niente.
A questo punto alzo gli occhi al cielo, arresa di fronte a ciò.
Sono dieci minuti che siamo rinchiusi nello stesso abitacolo e sono altrettanti dieci i minuti, che ha deciso di immedesimarsi nel pilota esperto.
"Vai piano", "accelera" e poi "stai attenta che vai fuori strada".
Mai una volta che mi avesse detto: "brava Martha, te la stai cavando".
Sarebbe troppo bello per essere vero.
Mi chiedo per quale motivo non ho dato retta alla piccola vicina dentro di me che mi raccomandava di lasciar perdere.
Avevo l'insperata opportunità di starmene da sola... ed invece cosa ho fatto?
L'ho praticamente costretto a seguirmi.
Il perché mi sfugge.
Evidentemente sono molto, molto sadica.
O forse una parte di me ama cuocere nell'illusione.
Ad un tratto mi pare di averlo sentito persino far ammenda a tutto lo iure proprio come se stesse recitando il Padre Nostro.
E che miseria!Dovremmo essere quasi arrivati e non nascondo il fatto di aver bisogno di un Lucas reattivo più che pianta. Gli do un pizzicotto, poi un altro ancora, fino a quando non mi degna della sua attenzione.
«La smetti?»
Mi fulmina.
«E tu mi rispondi? Che hai nel frigo?»
«Che razza di domanda fai? Che ne so, qualcosa ci sarà...» risponde essenziale ritornando a crogiolare nel suo angolo di solitudine.
Premo decisa sul freno, mentre svolto nella piazzola di fronte casa sua.
Una fitta nube di polvere si solleva ovunque intorno a noi.«Puff...» gemo tappandomi il naso.
«Perché siamo qui?»
La sua voce profonda e senza alcun accenno di divertimento echeggia nella notte distraendomi dall'eminente soffocamento.
Sbatto le ciglia, esitante.
Rispondere o non rispondere, questo è il dilemma.
Giunti alla porta principale, noto con la coda dell'occhio che Lucas sta ancora attendo una risposta.
Aspetta e spera, caro...
Per la serie, se sopravviverò a una notte intera con Lucas versione mammoletta senza aver dato di matto, potrò considerarmi una specie di paladina della giustizia.
Scocco la lingua verso il palato, cercando di trovare la soluzione per aprirla senza interpellarlo.
Rigiro il mazzo di chiavi sicura che tra queste ci deve essere anche quelle che mi serve.
La serratura è arrugginita e fa un rumore scomodo.
Avrei provato con "Apriti Sesamo" ma penso che neanche i quaranta ladroni tutti insieme, sarebbero stati capaci a buttarla giù.Dopo un attimo di indecisione, entriamo nell'atrio.
È tutto spento, ma non demordo e mi incammino fino al suo appartamento.
Non vola una mosca.
Una volta dentro, non aspetto gli onori di casa e mi avvio a tentoni in cucina e con la stessa tecnica vado alla ricerca del frigo.
Apro lo sportello e la luce interna mi abbaglia provocando un momento di cecità agli occhi.«Bene, bene, bene...» asserisco a voce alta mentre mi abituo al chiarore.
Non c'è quasi nulla.
Ma quest'uomo di cosa vive?
Aria?
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ChickLitMartha Johnson, un'esuberante ragazza dell'Ohio, con una bizzarra propensione a cacciarsi nei guai, in cerca di nuove esperienze, decide di andare a trovare la sua amica a Wrightsville Beach. Un bel posto per trascorrere le vacanze, ma dal suo arri...