Lucas Pov's
Mi sfugge un verso strozzato d'impazienza.
Lei continua a rimanere girata, e a parte la sua corporatura minuta non vedo altro del suo volto.
La mia mano appena sospesa dietro la sua schiena, la tocca lievemente solo dopo aver riflettuto attentamente.
Sussulta sovrappensiero accorgendosi all'istante del desiderio pesante che volteggia nell'aria intorno a me e a lei.
Rischia di farmi liquefare e quella scena di lei mentre cucina mi fa alzare la temperatura corporea.
Sono così eccitato che riesco a malapena a pensare.
La guardo dalla testa ai piedi.«Come dovrei tenere le mani a posto se indossi roba del genere?» sussurro poggiando le mani sui suoi fianchi.
Solleva un sopracciglio perplessa ridacchiando furbetta ma ancora non riesco a vederla in volto.«Questo? È una vecchia canottiera e dei pantaloncini»
Il mio naso scorre tra i suoi capelli e con pieno risentimento mi inebrio del suo dolce profumo.«... ma non indossi il reggiseno» respiro il suo odore facendone un cavolo di lavoro.
«Non indosserò il reggiseno per stare a casa» ansima quando la mia mano incomincia ad accarezzarle il fianco scoperto.
«La canottiera è bianca, praticamente trasparente»
Per la seconda volta da quando ha invaso il mio spazio, sorrido malizioso, facendo ondeggiare il mio pomo d'Adamo.
Ma lei se la cava un po' meglio di me.
Mi sbircia sottecchi e un breve sguardo bollente da parte sua e di nuovo sto tremando.«T-Tu s-stai indossando solo i boxer, i-ipocrita... Posso sentire i contorni del tuo...»
Si imbarazza.
Non termina la frase ma so benissimo a cosa si riferisce.Ghigno e mi trattengo, così all'improvviso la mano si sposta verso il basso dolcemente accarezzandola da sopra la stoffa.
Probabilmente rotea gli occhi, vado ad intuito perché non riesco a scorgerla nella sua interezza.
I nostri corpi si sfiorano lievemente.
Avverto il contatto fin nelle dita dei piedi.Non ci guardiamo.
Non parliamo più.Incomincia a boccheggiare per il contatto delle mie dita, lì nella congiuntura tra le sue gambe.
È bagnata, umida e scivolosa e in due secondi, con la mano libera spengo qualunque cosa stesse facendo ai fornelli.
La tiro a me e la piego appena verso il bancone... e senza cerimonie, abbasso quei cosi striminziti giù abbastanza da averla per me.Geme ad alta voce per la sorpresa e non nego che vederla stordita, eccitata mezza nuda nella mia cucina è una sensazione incredibile.
Le mie mani ruvide e decise tirano indietro i suoi fianchi e praticamente le sollevo il sedere in aria, per metterla nella posizione in cui la voglio.
Le sollevo la canottiera scaraventandola da qualche parte e...Capezzoli.
Duri.
Rigidi.
I miei occhi si posano sulle sue tette.Scuoto di nuovo la testa in segno di diniego: non esiste.
Smettila di guardarle le tette, amico.
Datti una fottuta calmata mi comando fallendo miseramente.Il sangue corre dal cervello dentro alle mutande, le mie mani vanno ai suoi capelli biondi morbidi.
Biondi.
Un profumo conosciuto mi invade le narici.«Prima mi è venuto in mente che...» mormora ansante fermandosi, piega la testa studiandomi con gli occhi verdi, vivi e bollenti.
«Queste sensazioni non andranno via, no? Tant'è che...» esita.
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Literatura FemininaMartha Johnson, un'esuberante ragazza dell'Ohio, con una bizzarra propensione a cacciarsi nei guai, in cerca di nuove esperienze, decide di andare a trovare la sua amica a Wrightsville Beach. Un bel posto per trascorrere le vacanze, ma dal suo arri...