Cavolo, era successo davvero?
Qualcuno si stava preoccupando per me?
Erano mesi che non pensavo più a me stessa ma a Nico. Non avevo più curato la mia persona.
Mi mancava moltissimo come sensazione.
Ti senti voluta bene, amata. Mi sentivo meglio dentro, più completa. Anche se in realtà non lo ero. Solo stupide impressioni. Cercavo di convincermi del fatto che stavo bene, che Nico non era poi così importante ma non riuscivo e finivo per starci ancora peggio.
Mi diressi verso il bagno. Era molto carino, di un color grigio scuro.
Mi guardai allo specchio e scoppiai a piangere nel vedermi ridotta in condizioni pietose.
Avevo la faccia tutta rigata, gli occhi rossi e la bocca tremante. I miei capelli color biondo cenere erano spettinati e leggermente crespi.
I miei occhi color nocciola erano tristi, vuoti. Chiedevano aiuto e l'unico che riuscì a capirlo fu proprio Riccardo.
Queste erano le uniche cose che mi ricordavano che Nico c'era veramente stato.
Feci un altro sospiro e mi preparai. Non mi interessava tanto dell'aspetto esteriore...volevo solo stare bene dentro ma non ci riuscivo.
Dopo essermi messa qualcosa di presentabile mi distesi a pancia in sù sul letto e iniziai a guardare il soffitto fino a cadere in un sonno profondo.
Dopo poco venni svegliata da un solletico alle sopracciglia che mi dava terribilmente fastidio.
Aprì gli occhi e lo trovai vicino, troppo vicino a me.
«Sei pronta?» mi chiese Riccardo fissandomi le labbra.
«Sì.» risposi sorridendo.
Ci alzammo dal letto e scendemmo le scale.
Andammo verso il bar di cui Riccardo aveva detto più volte il nome ma che io non rammentavo mai.
Ci incamminammo lungo la strada quando lui d'un tratto mi prese la mano e mi bloccò mettendosi davanti a me.
«Non pensare che io voglia sostituire Nico. Non credo nemmeno di riuscire a diventare tuo amico. Voglio solo che tu sappia che io per te ci sono.» poi appoggiò le sue labbra sulla mia fronte abbracciandomi.
Non potevo credere di attaccarmi così tanto ad una persona anche se non la conoscevo bene.
Mi sembrava di conoscerlo da una vita.
Mi capiva senza aver passato tutto quello che mi era capitato.
Stare con lui quella sera mi aiutò tanto.
Mi fece dimenticare tutto quello che c'era intorno: c'eravamo solo io e lui.
«Spero di non esserti sembrato troppo invadente.» mi disse davanti alla porta di casa mia.
«Sei stato perfetto.» risposi sorridendogli.
«Qualsiasi cosa capiti, qualsiasi cosa ti faccia stare male devi dirmelo e io correrò da te. A qualsiasi ora, capito?»
Annuì.
«Ciao cucciola, ci vediamo presto.» poi mi abbracciò e io mi accoccolai a lui.
Entrai in casa e corsi in camera mia.
Mia mamma aveva già svuotato gli scatoloni e aveva preparato il letto.
Mi spogliai e indossai il mio pigiama che avevo da ben 5 anni.
Era degli One Direction e mi metteva in un tale imbarazzo.
Ricordo che in quel periodo ero fissata e che Nico mi prendeva costantemente in giro. Li considerava "dei poveri omosessuali a cui era stato dato un calcio nelle parti basse".
Io mi arrabbiavo sempre e corrugavo la fronte. Poi lui diceva qualcosa e io mi scioglievo subito.
Non potevo arrabbiarmi con lui.
Ogni sera mi guardavo allo specchio e rivivevo quel momento per essere sempre più vicina a lui e riuscire a sognarlo di notte.
Quella notte però non fu un piacere sognarlo.
Mi svegliai nel cuore della notte tutta sudata, con le lacrime agli occhi e una disperazione nel cuore.
Chiamai subito Riccardo che in meno di 10 minuti mi raggiunse salendo dalla finestra.
«Cosa è successo?» mi chiese preoccupato.
«L'ho sognato!» dissi piangendo.
Poi corsi tra le sue braccia e lui mi strinse a sè.
«Ci sono io cucciola. Dai, andiamo a dormire.» poi mi prese per mano e ci mettemmo sotto le coperte cadendo entrambi in un sonno profondo.
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Fanfiction[COMPLETATA] Riccardo: "Non c'è bisogno di dediche. Non c'è bisogno di grandi parole, non c'è bisogno di ripeterti in continuazione quanto io ti ami. Lo sai. Lo sai bene. Tu sei uguale a me, io sono uguale a te. Io mi rivedo in te, tu ti rivedi in m...