«Stai scherzando vero? Mancano solo tre ore!» mi urlò Vittoria vedendomi ancora in pigiama.
Non avevo né un vestito né mi ero preparata fisicamente al ballo che si sarebbe tenuto quella sera. Non volevo andarci.
«Senti Federica, non puoi dirmi che sarai l'unica sfigata a non venire!» mi urlò Shady.
«Mi piace andare controcorrente.» affermai alzandomi.
Mi guardarono malissimo.
Ero soggetta a pugni in faccia quel pomeriggio.
«Forza, andiamo a prepararci!» dissero alzandomi dal divano.
Non ne avevo voglia di andare a quel ballo eppure era da tutto il pomeriggio che mi stavano torturando per rendermi la "principessa del ballo" e conquistare Riccardo, o almeno così sostenevano loro.
In verità io sapevo che a Riccardo piacevo per la mia semplicità.
Misi un semplice vestito nero lungo, abbastanza aderente.
«Fede sei splendida!» urlarono stupite le mie amiche.
Sorrisi e scossi la testa.
Quando furono pronte anche loro ci recammo al ballo.
Era pieno di gente che si divertivano: ballavano, si stringevano e amoreggiavano.
Le mie amiche scesero le scale per entrare in sala raggiungendo Mike e Andreas mentre io rimasi lì.
Cercai Riccardo tra la folla e quando lo trovai lo vidi fissarmi.
Sorrisi.
Scesi le scale e mi diressi verso di lui.
D'un tratto però Giulia prese riki ed iniziarono a baciarsi facendo tutti applaudire e ad urlare i loro nomi.
Mi sentivo uno schifo.
Sapevo che non sarei dovuta andare.
«Balliamo?» mi chiese una voce all'orecchio.
Mi voltai e lo vidi con un cerotto sul naso.
«Certo Alessio.» dissi sorridendo.
Era molto carino con me ma entrambi capivamo di non riuscire a stare insieme.
Mi avvicinai al bancone degli alcolici ed iniziai a bere sempre di più. Dopo il decimo bicchiere non ricordo più niente.
Barcollavo, mi girava la testa e vedevo tutti sdoppiati.
«È da un'ora che ti cerco! Che cazzo stai facendo!» mi urlò Riccardo.
Sentivo la sua voce lontana. Scoppiai a ridere. Era terribilmente buffo.
«Bevo! Ne vuoi un po'?» gli chiesi appoggiandomi alla sua spalla.
«Quanto hai bevuto?»
«Dieci!» urlai.
Lui scosse la testa.
«Prendimi!» poi mi buttai dallo sgabello e persi i sensi.
Ero frastornata. Quando riaprì gli occhi lo vidi parlare con Giulia.
«Tu vai a casa con tuo papà ok?» gli raccomandò lui accarezzandola.
«Sì è fuori nel parcheggio. Tu vai da Fede, non lasciarla sola perché sta molto male. A domani amore.» poi si diedero qualche bacio sulla bocca e lei se ne andò.
Quando Riccardo si riavvicinò a me, mi prese in braccio e mi portò lungo la strada.
«Pensavo che dopo quello che è successo tra di noi ci saremmo messi insieme.» dissi un po' assopita.
«Shh Fede, dormi, io ti porto a casa.» affermò lui stringendo la presa.
«Fermati che devo vomitare!» urlai scendendo dalle sue braccia.
Dopo essermi svuotata mi sedetti a terra e incominciai a piangere come una bambina.
Mi sentivo stupida.
«Che c'è fede?» mi chiese riki sedendosi accanto a me.
«E a me?» chiesi singhiozzando.
«A te cosa?» mi domandò confuso.
«Chi mi ama?» dissi scuotendo la testa.
Lui era felice con Giulia, ed io?
«Potrei risponderti in tanti modi: tua madre, nessuno, il tuo pesce rosso.» disse ridendo.
Lo guardai malissimo.
Aveva un'espressione in viso rilassata e felice.
«Oppure posso risponderti nel modo più sincero: io.» continuò sorridendo.
Lo presi dalle guance e lo baciai, profondamente. Lui mi rendeva felice con poco.
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Fanfiction[COMPLETATA] Riccardo: "Non c'è bisogno di dediche. Non c'è bisogno di grandi parole, non c'è bisogno di ripeterti in continuazione quanto io ti ami. Lo sai. Lo sai bene. Tu sei uguale a me, io sono uguale a te. Io mi rivedo in te, tu ti rivedi in m...