Camminavo lungo la via. Avevo suonato a casa di Riccardo ma nessuno mi aveva degnato di una risposta. Andai a scuola con passo lento e stanco. Odiavo il venerdì perché era la giornata più pesante in assoluto. Non avevo la forza per finire la settimana.
Appena arrivai mi diressi nella mia classe.
Shady e Vittoria stavano parlando e, appena mi videro, smisero subito.
«Ciao! Come state?» chiesi adagiando la cartella.
Shady non rispose mentre Vittoria fece un piccolo sorriso e poi abbassò la testa.
«Oddio anche voi no però. Perché siete tutti strani?» chiesi curiosa.
«Chi altro è strano?» chiese Shady stranita.
«Riccardo. Ieri non faceva altro che coccolarmi e ha anche pianto dicendomi che dovevo esserci sempre per lui.» dissi con una smorfia confusa. Shady deglutì e Vittoria trattenne le lacrime.
«Ok, dovete dirmi cosa sta succedendo.» dissi esasperata.
Vittoria e Shady si guardarono. Shady si alzò e, prendendomi dal polso, mi portò nella classe di Riccardo.
«Andreas, dobbiamo dirle tutto.» disse Vittoria esasperata.
Andreas mi guardò ed annuì.
«Andiamo in bagno.» disse alzandosi.
Appena entrammo, chiusero la porta a chiave.
«Mi state facendo venire l'ansia.» confessai spaventata.
«Allora Fede, non so se Riccardo ti abbia parlato della possibilità di andare in America.» disse Andreas parlando cautamente.
«Sì ma ha detto ad Alessio che non aveva piacere di andare.» affermai sorridendo.
«Già. Ieri ha parlato fino a tardi con il coach e ha preso la decisione di andarci.» disse Andreas prendendo un respiro profondo.
«Ah. Ma non poteva dirmelo tranquillamente?» chiesi ridendo.
Andreas, Shady e Vittoria rimasero seri.
«Ora lui dov'è? Devo parlargli.» dissi seria.
Andreas scosse la testa.
«È partito questa mattina presto.» affermò Andreas con voce spezzata.
Sentì gli occhi inumidirsi e il cuore fermarsi.
«Non è vero.» dissi trattenendo le lacrime.
«Ieri è uscito tardi perché hanno parlato della partenza ed era strano con te perché non riusciva a pensare di lasciarti qui.» disse Vittoria tristemente.
«Perché se ne è andato? Avremmo trovato una soluzione. Avrei trovato un lavoro là.» dissi scoppiando a piangere.
«Ed è questo che lui non voleva. Aveva paura di rovinarti la vita.» disse Andreas piangendo.
«Adesso ha fatto peggio però: me l'ha distratta.» dissi spostandoli dalla porta ed uscendo.
Presi la mia borsa in classe e me ne andai.
Uscì da scuola e corsi a casa, non mi interessava nulla di ciò che dicevano i professori, stavo malissimo.
Erano tutte balle! Mi aveva sempre mentito. Lui non voleva stare con me, ero solo il suo giocattolo. Mi avrebbe detto qualcosa se avesse tenuto a me. Mi ha lasciato come un cane in autostrada. Non contavo nulla. Nulla.
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You are worth it all
Fanfiction[COMPLETATA] Riccardo: "Non c'è bisogno di dediche. Non c'è bisogno di grandi parole, non c'è bisogno di ripeterti in continuazione quanto io ti ami. Lo sai. Lo sai bene. Tu sei uguale a me, io sono uguale a te. Io mi rivedo in te, tu ti rivedi in m...