Sogno

388 22 1
                                    

Riccardo aveva gli occhi pieni di lacrime.
Aveva i pugni stretti. Faceva respiri profondi, quasi come se stesse per esplodere.
Scossi la testa e poi me ne andai lasciandolo lì come un cretino.
Scappai fuori dalla scuola e tornai all'aeroporto. Prenotai per il primo volo per l'Italia e attesi quasi tre ore. Mi sentivo amareggiata, stupida. Avevo creduto in una persona che forse non mi aveva mai amata.
Avevo affidato la mia fiducia in lui, avevo creduto che lui non mi avesse mai abbandonata e invece. Mi aveva fatto male, tantissimo.
Sembrerà strano ma mi ha fatto più male lui che la morte di Nico.
Non gli interessavo, dovevo ficcarmelo bene in testa. Non mi pensava la sera prima di addormentarsi, non mi pensava a scuola, a casa, in macchina, mentre usciva con gli amici.
Lui non mi pensava, non mi voleva.
Non gli piacevo, era inutile illudersi. Pensava a Ginevra ormai, pensava a lei, gli piaceva lei, voleva lei. Non io, lei. Ed era inutile qualsiasi cosa, io non ero lei e lui non mi voleva più.
Io volevo solo trovare una persona come me.
Ero certa che riki fosse giusto, ma mi sbagliavo.
Se l'amore è condivisione, io voglio condividere ma con qualcuno che sappia capirmi, che sia come me. Che sappia stare in silenzio, ascoltare, osservare, che abbia sofferto tanto, soprattutto questo. Una persona che abbia sofferto talmente tanto da essere diventata profonda d'animo. Ho bisogno di questo, di una persona così al mio fianco. Che sappia capire non perché è intelligente o cosa, ma perché è sensibile, odia il fatto di fare soffrire le persone come lui può avere sofferto, che odia il fatto di fare soffrire proprio me, cosa che invece Riccardo non si è risparmiato di fare.
Mi mancava, ero sincera. Ma sapevo già come funzionava ormai. Ormai ero abituata alle delusioni. Mi mancava, tanto, troppo, ma dovevo continuare la mia vita tranquillamente.
Pensavo a lui, costantemente, doveva concedermelo.
Eravamo perfetti nella mia mente, che stupida!
Ero felice finalmente.
Lo sentivo già nella mia pelle il cambiamento.
E poi, come sempre, il castello in aria ha cominciato a crollare, e dopo pochi secondi non c'erano altro che i resti.
Resti di un ipotetico "noi", resti delle mie speranze, delle mie illusioni, dei miei "questa volta tocca a me essere felice". Resti di un sogno fin troppo bello per essere vero.

You are worth it allDove le storie prendono vita. Scoprilo ora