Per il verso giusto.

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Ero seduta. Le lacrime erano ghiacciate dal freddo. Accanto a me c'erano Shady e Vittoria che urlavano ed esultavano tutti i goal che facevano Andre e Mike. Io invece rimanevo seduta, con il viso rigato e gli occhi pieni di dolore. Non potevo credere a quello che era successo.
«Fede, distraiti un pochino!» disse Vittoria dandomi una piccola pacca sulla spalla.
Scossi la testa e mi coprì gli occhi.
Non riuscivo a farcela.
Quando tolsi le mani dal mio viso il mio sguardo cadde subito su Giulia che mi stava chiamando per raggiungerla a bordo campo.
«Ragazze, io vado a bordo campo da Giulia. Ci vediamo dopo.» dissi avvisando Shady e Vitto.
Loro annuirono e io raggiunsi Giulia.
«Ciao Fedina!» disse abbracciandomi Giulia.
Sorrisi e la strinsi forte.
La partita cominciò.
Giulia era una delle cheerleaders ed era estremamente bella con la divisa. Il suo fisico era perfetto. Per questo riki preferiva lei a me.
Io facevo schifo.
Lei iniziò a ballare, roteare, fare ruote ed acrobazie attirando l'attenzione di tutti.
I giocatori entrarono in campo. Erano tutti molto allegri, agitati e carichi. Tutti tranne riki che stava in disparte a testa bassa.
Appena i nostri sguardi si incontrarono i suoi occhi divennero lucidi.
La partita iniziò. Era poco reattivo e non riusciva a concentrarsi. Si vedeva che nemmeno in lui non era tutto ok.
D'un tratto riki si fermò nel mezzo del campo ed incominciò a guardarmi quando all'improvviso un ragazzo dell'altra squadra lo colpì in pieno viso facendolo cadere a terra. Perse i sensi. Io persi il respiro invece.
Mi alzai e me ne fregai delle regole: entrai in campo e lo soccorsi.
«Riko! Riccardo rispondimi!» dissi in lacrime.
Aveva il naso pieno di sangue e gli occhi che lacrimavano.
«Riccardo!» urlai.
«Scusami.» disse lui bisbigliando.
«Non ti preoccupare. Adesso arriva qualcuno tranquillo.» risposi asciugandogli le lacrime.
«No Fede, sono stato orribile. Non avrei dovuto farti stare male. Sei speciale per me.» affermò continuando a piangere.
«Shhh! La barella è qui.» dissi vedendo gli infermieri correrci incontro.
Caricarono velocemente riki e io corsi dietro di lui e la barella.
Lo medicarono nell'ambulatorio e, quando ebbero finito, entrai.
«Fede scusami.» disse lui piangendo.
«Smettila di scusarti.» affermai quasi piangendo anche io.
Lui mi afferrò le mani e mi guardò negli occhi.
«Tu sei più di un'amica per me lo sai vero?» mi chiese serio. Annuì.
«Perché sei corsa da me?» continuò curioso.
«Ero preoccupata.» affermai guardandolo negli occhi.
«Non voglio lasciarti.» disse lui dopo qualche minuto di silenzio.
«Allora non farlo Riccardo, stai con me.» gli risposi scoppiando il lacrime.
«Abbracciami.» affermò aprendo le braccia.
Non volevo più staccarmi da lui. Penso sia stato l'abbraccio più bello e vero della mia vita.
Quando ci staccammo lui sorrise.
Avevamo le labbra molto vicine.
«Amore!» disse urlando una voce insopportabile. Giulia. Mi diede uno spintone e si aggrappò al collo di riki. Ci rimasi molto male. Quando si tirò su, mi guardò malissimo.
«Qualche problema?» disse in modo provocatorio. Ma che le era preso?!
«Escluso il fatto che mi hai dato uno spintone? No, nessun problema.» risposi colma d'ira.
«Io, uno spintone?» disse facendo la finta tonta. Oddio che odio!
«Me lo sono immaginata secondo te?» affermai scioccata.
«Tu mi odi vero?» disse mettendosi le mani sulla faccia e facendo finta di piangere.
«Non sono io che ti ho spinta!» dissi incrociando le braccia.
«Basta ragazze! Giulia, puoi andartene? Vorrei a stare solo con Fede.» affermò Riki.
Lei lo guardò malissimo. Prese la borsa e se andò via senza dire niente.
«Mi ha dato uno spintone!» dissi guardandolo.
Lui scoppiò a ridere.
«Fregatene, è falsa e lunatica!» ammise scuotendo la testa. Annuì. Mi guardò e sorrise.
«Dai, ridammi quel bellissimo abbraccio Paperella mia!» Ci stringemmo forte. Mi mancava terribilmente.
«Devo andare.» dissi qualche minuto dopo e staccandomi.
«Okay Fede. Però prima...»
Mi prese dietro il collo e mi avvicinò a lui. Ci guardammo per un secondo e poi ci baciammo.
«Mi mancavano.» affermò dopo esserci staccati.
Scoppiammo a ridere.
«Sei solo uno scemo e un pazzo!»
«Sono pazzo di te.» disse leccandosi le labbra.
Scossi la testa e poi me ne andai.
Forse tutto stava andando per il verso giusto.

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