CAPITOLO 5

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Il cuore mi batteva a mille. Scesi le scale più lentamente del solito. Cosa dovevo fare ?
Ero indecisa se aprirgli o meno.
Più mi avvicinavo, più i rumori sulla porta si facevano forti.
"Alyce, apri questa cazzo di porta!" Feci un respiro profondo e aprii la porta.
Si precipitò dentro.
"Per quale motivo non sei venuta?!" Disse urlando. Lo guardai storto.
"Era un obbligo?" Domandai alzando un sopracciglio.
Si passò una mano sui capelli frustrato.
"Si cazzo! Ti avevo invitato io, non una persona qualunque" scoppiai a ridere.
"Daniel te l'ho già detto, tu per me non sei nessuno, chiaro ?"
Mi guardò negli occhi, con uno sguardo diverso, quasi triste.
"Tu sei così irritante cazzo!" Si avvicinò bruscamente a me.
A quel punto la rabbia iniziò a ribollirmi dentro.
"Ah io!? Tu sei irritante, sei così pieno di te, non ti sopporto!" Esclamai alzando le mani. Sembravo impazzita. Ma che mi stava prendendo ?
"Beh, guarda che anche tu sei insopportabile! Con quell'aria da santarellina che ti ritrovi, ti odio."
Incrociai le mani al petto. "Allora perché sei qui ?"
Arretrò di un passo. "Beh..sono qui perché..cazzo non lo so perché sono qui va bene?"
Trattenni un sorriso, era così buffo.
"Perché sorridi" mi disse alzando un sopracciglio.
"Perché sei così stupidamente idiota!" Lo superai per andare a prendermi un po' d'acqua nel frigo.
Mi seguì.
"Non dai da bere al tuo ospite?" Disse avvicinandosi al tavolo. Sorrise. Aveva cambiato umore in così poco tempo, chi lo capirà mai questo ragazzo.
Alzai gli occhi al cielo.
"Che c'è?" Mi domandò. Lo guardai, "stavi praticamente sdradicando dal suolo la mia porta, sei entrato in casa, -tra l'altro non mia- ti sei messo a fare una scenata assurda e adesso pretendi anche l'acqua?" Feci una risata sarcastica.
"Si" disse lui serio.
"No." Risposi secca. Stavo per portarmi il bicchiere alla bocca ma lui me lo strappò di mano e me la finì tutta. Ma che cazzo...
"Ma che diavolo di problema hai?"
Daniel scoppiò a ridere. "Te l'avevo detto io che avevo sete"
Sbuffai. "Sei proprio un idiota".
"Modestamente" affermò lui con un sorriso smagliante.
Non gli risposi e andai a sedermi sul divano e accesi la televisione.
Poco dopo sentii un peso sedersi vicino a me. "Hai intenzione di prendere la residenza qua?" Dissi continuando a tenere gli occhi fissi sulla Tv.
"Ti do così tanto fastidio?" Disse lui guardandomi.
"Si" risposi. Sbuffò ma restò comunque accanto a me.
Non capivo come mai fosse ancora li insieme a me, allora glielo chiesi.
"Come mai non sei alla festa Daniel?"
"Beh, in realtà non era poi così divertente, e poi non c'eri tu, la ragazza dalla mira sbagliata."
Gli feci la linguaccia e lui sorrise.
Non c'ero io...
Notando il mio silenzio mi fece una domanda che non mi sarei mai aspettata.
"Come mai ti sei trasferita qua ? Non ti piaceva Londra?" Ero perplessa. Da quando gliene frega qualcosa della mia vita ?
Decisi di dirglielo lo stesso, tanto non avevo niente da nascondere.
"I miei genitori si sono separati, non hanno saputo tenere la nostra famiglia unita, allora ho deciso di venire qua, per cambiare vita."
Sembrava stupito da questa risposta, lo notai dal suo sguardo, ma il suo non era uno sguardo di compassione, come quelli degli altri, era uno sguardo di comprensione.
Questo Daniel era così diverso dal ragazzo che volevo uccidere oggi a scuola.
Sentii il suo pollice toccarmi la guancia, stavo piangendo, non me n'ero neanche accorta.
"Non devi piangere" mi disse lui.
Non risposi, non sapevo cosa dire. Quando si alzò e mi prese per mano mi irrigidì all'istante.
"E dai stronza fatti consolare, non sprecare l'occasione di vedere un Daniel dolce" ero piuttosto scettica, ma non ebbi scelta perché lui mi attirò a se e mi abbraccio con forza.
Gli misi le mani intorno alla vita nascosi la testa nell'incavo del suo collo ricambiai l'abbraccio, anche se non ero del tutto convinta.
Mi accarezzò la schiena continuando ad abbracciarmi.
A quel punto, un brivido mi percorse la schiena, è il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Mi staccai all'istante. Come se fossi stata scottata.
"Ehm, credo che ora sia meglio che tu vada."
Mi guardò storto.
"Già, forse hai ragione" si diresse verso la porta e se la richiuse alle spalle senza salutarmi.
Ecco ritornato il Daniel che conoscevo.
"Stai tranquillo non le ho fatto niente" lo sentii dire a qualcuno la fuori.
In un attimo Dylan ed Al entrarono di corsa e vennero verso di me.
"Ti ha fatto qualcosa?" Dissero entrambi.
Scoppiai a ridere per la loro coordinazione "no no, non mi ha fatto niente"
Sospirarono entrambi. "Siamo venuti il prima possibile Alyce, ci dispiace di averti lasciata sola"
Perché si preoccupavano tanto? Alla fine non era successo niente di che.
"Ragazzi tranquilli, sto bene non ha neanche respirato la mia stessa area" Mi misi a ridere.
Risero anche loro.
"Beh ragazze, è stato bello, ma ora devo andare a casa, sono le 6 del mattino" disse Dylan. Strabuzzai gli occhi.
Sono stata 2 ore con Daniel senza ammazzarlo di botte. Wow.
Dylan ci diede un bacio in guancia ad entrambe e uscì dalla porta.
Mi girai sorridendo verso Al. "Allora, com'è andata?" dissi io.
"Benissimo! Ci siamo divertiti un casino"
"Sono davvero felice per te" Dissi mentre andavo a bermi il bicchiere d'acqua che prima non avevo bevuto per colpa di Daniel.
"Allora ? Com'è andata con Daniel, che cosa avete fatto?" Sorrisi tra me e me.
"Beh, bene dai, non ci siamo ammazzati di botte come credevo"
"Davvero??" Fece lei guardarmi con gli occhi spalancati.
"Si" tagliai corto.
Ero davvero stanca. "Comunque adesso vado a dormire, domani dobbiamo andare a scuola e almeno per mezz'ora voglio dormire" dissi mentre mi dirigevo verso la mia camera.
Al fece lo stesso.
La sveglia suono dopo circa 1 ora. Merda.
Non avevo chiuso occhio, ero ancora intontita dal comportamento di Daniel. Mi lavai veloce e mi misi un jeans con una maglia bianca abbastanza aderente, faceva parecchio freddo quindi mi misi anche una felpa bianca, indossai le mie solite vans e scesi le scale velocemente, presi una mela e seguii di corsa Al fuori che mi stava chiamando da mezz'ora. Eravamo in ritardo.
Appena arrivammo a scuola, Dylan ci chiamò, stava male per la festa di ieri, perciò non sarebbe venuto. Chissà come andrà la giornata col Daniel senza Dylan. Ero preoccupata.
Al lo notò e si girò a guardarmi. "Ehi piccola, stai tranquilla, Daniel non ti toccherà" disse come se mi avesse letto nel pensiero.
Le volevo così bene! Ero felice che fosse la mia migliore amica.
Appena scese dalla macchina notai che l'Escalade nero di Daniel si era affiancato a noi.
Scese dalla macchina, ma non era solo, c'era una ragazza, anzi, due ragazze, Brittany e Jessica.
Lui si avvicinò a Brittany, le mise una mano dietro il collo e la baciò con trasporto.
Mi sentii uno strano peso nel cuore, faceva male, non tanto, ma faceva comunque male.
Quando si staccarono lui mi vide.
Me ne andai subito con Al, non avevo intenzione di vederlo, e poi, eravamo già ritardo.
Al andò al suo corso, e io mi diressi verso l'aula di biologia.
Ero quasi arrivata davanti alla porta, ma prima di entrare, decisi di andare in bagno per non andarci durante la lezione.
Mi incamminai verso il bagno, ma sentii qualcuno tirarmi per il gomito e mi fece entrare in un posto molto buio.
Lo sentì prendermi per la vita è trascinarmi contro di se, e il suo fiato caldo sul collo mi spaventò ancora di più.
Merda.

L'amore più giusto è quello sbagliato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora