PROSPETTIVA DANIEL
Come ogni volta, mi stavo dirigendo verso il corridoio dove c'erano Alyce e Brandon per andare alla lezione di matematica assieme a lei.
Vidi Brandon in lontananza insieme a Al.
Perché con loro non c'era anche Alyce?
Mi avvicinai a loro, salutai Allison con un cenno e mi rivolsi a Brandon.
"Ehi amico dove hai nascosto la mia ragazza?" Chiesi scherzando.
Ma,quando lo guardai in faccia, tutta la mia felicità scomparve.
Era sbiancato e stava iniziando a sudare freddo.
"Brandon, dove cazzo è Alyce?" Iniziò a balbettare.
Mi stavo irritando.
Feci un sospiro. "Te lo chiedo ancora una volta, poi ti tiro un pugno in faccia."
"Dove cazzo è Alyce?"
Lui esitò per un attimo. Mi girai verso Al, anche lei era sbiancata.
"Stavo parlando con Allison, lei si era allontanata un attimo per andare alle macchinette, avevo tutto sotto controllo..." Deglutì.
"Brandon, non divulgare, dimmi dove cazzo è." Sbraitai.
Chiuse un attimo gli occhi.
"L'ha presa James." Il mondo mi crollò addosso.
"Che cazzo stai dicendo?!" Urlai.
Lo spintonai facendolo cadere a terra. "Io l'avevo affidata a te, cazzo! Non dovevi lasciarla sola!" Iniziai a fare avanti a indietro per tutto il corridoio attirando lo sguardo di tutti quelli che si trovavano li.
"Dove l'ha portata?" Domandai poi incominciando ad urlare il suo nome.
"Dentro la vecchia aula di chimica, ho provato ad aprirla, ma è chiusa a chiave Dan, stavo per venirti a chiamare..."
Ormai ero troppo lontano per sentirlo. Stavo correndo fra tutti gli alunni spintonandoli e facendoli cadere a terra.
Quando raggiunsi la classe iniziai a battere forte i pugni su di essa. Le nocche iniziarono ad arrossarsi e piano piano a rompersi, ma non mi importava.
"Alyce!" Urlai.
Tirai due spallate forti alla porta sovrastato dai richiami dei prof che mi dicevano di smetterla.
Finalmente, dopo vari tentativi, la porta si aprì.
Quello che mi ritrovai davanti mi fece cedere le gambe.
James era lì, che stava schiacciando Alyce contro il muro intendo a baciarla. Lei stava piangendo e lo picchiava, ma niente riusciva a smuoverlo.
Rimasi immobilizzato per un attimo, ma quando vidi la sua erezione gli corsi incontro. "JAMES!" Lo strattonai e lo feci sbattere contro al muro. Iniziai a riempirlo di pugni sulla faccia, sulle palle, ovunque.
Aveva toccato la persona più importante della mia vita, mossa sbagliata, molto sbagliata.
Con la coda dell'occhio vidi Alyce piangere e la rabbia iniziò a ribollirmi dentro ancora più intensamente. Sentivo l'adrenalina crescere e il sangue mi pompava nelle vene.
Sentivo delle braccia prendermi per la vita, cercavano di fermarmi, ma furono tutti tentativi buttati al vento.
"Dan, basta, ti prego!" A quel punto mi bloccai. Mi era bastata la sua voce per fermarmi.
Lasciai James cadere a terra, gli toccai il polso, il cuore gli batteva ancora, era solo svenuto. Lo lasciai li con il volto pieno di sangue.
Mi girai verso Alyce che stava ancora piangendo.
La presi fra le braccia e la strinsi forte. Sentivo il suo cuore battere forte e le gambe le tremavano.
Decisi di prenderla in braccio. Intrecciò le gambe alla mia vita e si nascose nell'incavo del mio collo piangendo.
Le sue lacrime bagnavano la mia felpa ma non mi interessava, l'importante era averla vicina, di averla salvata da quella merda.
Con ancora Alyce in braccio uscii dalla classe.
Tutti erano accalcati all'entrata. "Ma che cazzo avete da guardare eh?" Strabuzzarono gli occhi e liberarono il passaggio.
A quel punto trovai il preside davanti a me.
"Carter, dobbiamo parlare." Disse lui.
Lo ammonii con lo sguardo. "Non adesso preside, ho i coglioni girati, mi lasci in pace." Mi diressi verso l'uscita e misi Alyce sul posto del passeggero ed entrai in macchina.
Prima di partire lei mi prese le mani nelle sue e le esaminò.
"Dan...ti fanno male?" Ignorai la sua domanda e la guardai serio.
"Dovevi stare vicino a Brandon." Le dissi.
"Io pensavo che lui e Allison..." La interruppi.
"Non me ne frega un cazzo Alyce, sai quanto è pericolo James, dovevi stargli lontana!" Esclamai incazzato.
"Io non mi sono avvicinata a lui! È stato lui a portarmi via!"
Aveva gli occhi lucidi, ignorai il dolore che provavo nel petto nel vederla così e mantenni il muro che avevo creato fra noi in quel momento.
"Non puoi avere tutto sotto controllo Dan." Disse poi.
"Sta zitta." Lei mi guardò con quegli occhioni blu che tanto amavo.
Quegli occhi, dio quei maledettissimi e bellissimi occhi....
Erano pieni di dolore e tristezza, cazzo quanto faceva male.
Il viaggio proseguì in silenzio e io riuscii a sbollire la rabbia.
Quando arrivammo davanti a casa mia lei scese senza neanche aspettare che parcheggiassi.
"Ehi piccola, aspetta." Lei non mi rispose.
Allora l'attirai a me abbracciandola. Non l'avevo mai sentita così tanto rigida.
"Lasciami stare Daniel." Si divincolò da me ed entrò in casa dirigendosi in camera mia.
Senza pensarci due volte la seguii.
La trovai sdraiata sul letto che guardava il soffitto.
Mi misi accanto a lei e la osservai. Lei sostenne il mio sguardo, quasi per sfida.
Nessuno dei due proferì parola.
Erano sguardi che non avevano bisogno di parole per comprendersi.
Mi avvicinai piano a lei, ma Alyce rimase immobile, sembrava paralizzata.
Le accarezzai una guancia e inclinai la testa per sfiorare le sue labbra così morbide e carnose.
A quel punto i miei ormoni non mi fecero capire più niente e in un secondo annullai la poca distanza che c'era fra noi.
Le morsi il labbro per farle schiudere le labbra ma lei non si mosse di un millimetro.
"Alyce, piccola, per favore. Dopo potrai anche odiarmi e ammazzarmi di botte, ma ne ho bisogno, ho bisogno di baciarti."
Sospirò pesantemente ma alla fine cedette.
Il suo era un bacio pieno di tristezza e passione, voleva farmi capire quanto stava male.
Sapevo di averla fatta soffrire anche io, non se lo meritava, ma non avevo il controllo di me in quel momento.
Divaricai le sue gambe e mi misi fra esse senza smettere mai di baciarla.
"Mi dispiace così tanto piccola, non volevo farti star male."
"Shhh, sta zitto Dan."
Era stata la litigata più strana e breve che avessimo mai fatto. Potevamo urlarci contro qualunque cosa, ma noi tornavamo sempre come prima.
E anche se il mondo sarebbe finito, noi ci ritrovavamo sempre, perché lei era la mia persona e io non volevo perderla. Lottavo per tenerla stretta a me, infondo lei era la mia casa e Alyce si sentiva protetta solo tra le mie braccia.
Ci staccammo piano e ci guardammo negli occhi per un momento che sembrava infinito. Adoravo quando succedeva.
Non sapevo il perché lo facevamo, sapevo solo che continuavo a guardarla sempre con questi occhi, come se fosse la prima volta che la vedevo, che la scoprivo, che mi innamoravo.
Continuavo ad osservarla sempre allo stesso modo, come se fosse l'unica cosa bella di questo mondo, come se ogni tramonto nascesse dai suoi occhi.
Continuavo a guardala sempre in quel modo, perché era l'unico modo in cui l'amore sapeva guardare.
"Non ti allontanare più da Brandon, piccola, sul serio." Lei annuii.
Gli alzai il mento con due dita per poterla osservare meglio.
"Dico sul serio. Oggi quando ti ho vista con James il mondo mi è crollato addosso, l'avrei ucciso e tu lo sai."
"Si, lo so." Disse infine.
Mi sentivo in colpa per come l'avevo trattata, quindi decisi di portarla in un posto che solo io e Brando conoscevamo.
"Preparati piccola, ti voglio portare in un luogo importante per me."
"Dove?" Domandò alzandosi all'improvviso.
"Vedrai piccola." La bacia e lei rimase un po' sorpresa.
Scesi giù dalle scale pensando a quello che stavo per fare. Quel gesto avrebbe fatto capire a lei una parte del mio passato molto importante, dovevo ammettere che avevo paura.
Quando la vidi scendere cercai di rilassarmi. Non fu proprio un successo perché lei notò il mio cambiamento di umore.
La ringraziai mentalmente quando non proferì parola.
Il viaggio fu abbastanza lungo e silenzioso.
Non sapevo il perché la stavo portando li, ma sentivo il bisogno di esternare qualcos'altro di me cosicché da farle capire che l'amavo davvero.
Quando arrivammo davanti alla mia vecchia casa, lei rimase un po' spiazzata. Era diversa da come me la ricordavo.
Era trasandata e sembrava che fosse abbandonata.
Il paesaggio però era ugualmente bellissimo. Era situata su una collinetta vicino a un lago, e anche dopo tanto tempo, quanto posto mi metteva la stessa tristezza che avevo molti anni fa.
La presi per mano e lei mi strinse forte. Entrammo dentro quella che un tempo era la mia casa.
"Questa era la casa dove vivevo da bambino." Le dissi poi.
"Beh, a parte la muffa sui muri,doveva essere davvero bella." Abbozzò un sorriso e io annuii ricambiando.
La condussi in camera mia e chiusi la porta alle nostre spalle.
"Perché mi hai portato qui Dan?" Mi domandò poi.
Andai verso il letto della mia vecchia stanza e da lì sotto presi una scatola. Gliela porsi e lei mi guardò intontita.
"Volevo farti vedere una parte di me..." Sussurrai infine.
Lei si sedette sul letto e io feci lo stesso.
Iniziò a tirare fuori delle vecchie foto e sorrise non appena vide che erano tutte con Brandon.
Se solo avesse saputo il perché erano tutte con lui non avrebbe sorriso così...
"Siete amici da sempre!" Esclamò lei.
Io annuii in risposta incapace di parlare.
Piano piano, la scatola si svuotò, lasciando li, l'unica immagine di me e i miei genitori.
Sospirai vedendo che non si accorse di quella foto. Ma la mia tranquillità durò poco.
"Oh, ne manca una!" Disse lei prendendola.
Merda, avevo fatto un enorme cazzata.Spazio Autrice.
Ciao ragazze! Oggi un altro capitolo di Dan!
-Perché Dan ha solo foto con Brandon?
-Cosa dirà Alyce non appena vedrà la foto dei genitori di Daniel?
-Come mai Dan ha così tanta paura di parlare con Alyce del suo passato ?
Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere con una ⭐️ se il capitolo vi è piaciuto!
STAI LEGGENDO
L'amore più giusto è quello sbagliato
RomanceCOMPLETA Esiste, esiste la persona fatta per noi, quella giusta, quella che porta il nostro stesso segno, quella persona che quando si congiungerà a noi, ci renderà finalmente completi. La storia di Alyce e Daniel, l'uno l'opposto dell'altro, eppure...