Non mi stupiva ciò che provavo per lui, ma ciò che non riuscivo a provare per nessun altro.
Nemmeno nei miei confronti provavo tutto quell'amore.
Che se lo avessi perso non mi sarei più ritrovata.
Le persone che potevano renderti felice non erano mai quelle che ti aspettavi: quando ne incontravi una.. dovevi tenertela stretta.
Daniel non era mai stato in programma. Quel ragazzo pieno di tatuaggi non doveva entrare a far parte della mia vita.
Io dovevo venire in questa scuola per studiare, stare con Al e andare a qualche festa ogni tanto.
Non era in programma il fatto che potessi innamorarmi di lui, eppure è successo. Ci innamoriamo sempre delle persone sbagliate, quelle con il vuoto dentro, quelle che ti fanno soffrire in mille modi.
Quelle di cui non potrai mai più fare a meno, perché alla fine succede questo: l'amore ti fotte il cervello, e non c'è modo di farlo ritornare indietro.
Ed era ciò che era successo a me.
L'avevo odiato, con tutta me stessa. Mi aveva ferita in tutti i modi possibili e immaginabili.
L'avevo odiato quando mi aveva scarabocchiato i fogli il primo giorno di scuola, quando mi aveva sbattuto contro la parete mettendo a contatto per la prima volta i nostri corpi, quando era venuto a casa mia facendo una sfuriata perché non ero andata alla festa che aveva organizzato, quando mi aveva rubato l'acqua dalle mani.
L'avevo odiato perché mi aveva fatto innamorare.
Mi aveva fatto credere in qualcosa che pensavo di non dover mai provare.
Con lui avevo pianto, corso senza sosta, mi ero dimenticata di me, ma avevo anche riso, sorriso, avuto i brividi lungo la schiena, il corpo in fiamme, il cuore a mille, le prime volte, prime emozioni, primi veri sentimenti.
Lui era stato tutte le mie prime volte, e Dio! Lo odiavo così tanto che lo amavo.
Il mattino dopo mi svegliai per colpa di un forte rumore, mi alzai di scatto e trovai Dan a terra.
Soffocai una risata.
"Cosa ridi? Sei una stronza! Ti prendi sempre tutto il letto e adesso mi ritrovo con il culo per terra!" Sbraitò lui.
Non resistetti più e scoppiai a ridere mettendomi le mani nel ventre.
Mi guardò male.
Mi diede le spalle e si abbassò i boxer mostrandomi il sedere rosso.
Si mise una mano su un gluteo ed esclamò "Guarda che hai combinato stronza! Per colpa tua ora ho il culo tutto rosso!" Continuò ad urlare senza sosta.
Non riuscivo a smettere di ridere. Dan, allora sbuffò e si diresse in bagno sbattendo la porta.
Quando finalmente la mia risata si placò mi alzai dal letto e iniziai a mettere a posto la mia camera.
Avevo quasi finito quando sentii un urlo provenire dal bagno.
Era Dan.
Preoccupata, corsi fuori dalla camera e mi diressi verso il corridoio in preda al panico. Spalancai la porta e lo vidi prendere una saponetta in mano e lanciarla contro la finestra.
Ma stamattina stava bene ? Non ne avevo idea.
La finestra si crepò leggermente e vidi qualcosa di nero e peloso cadere a terra. Mi avvicinai a quella cosa e non appena la vidi trattenni ancora una volta una risata.
Mi girai verso di lui e indicai l'ape che ormai era morta schiacciata da una saponetta.
"Davvero Dan? Un'ape?"
Lui annuii con convinzione.
"Hai paura di un ape Carter?" Dissi ghignando.
"Assolutamente no, l'ho fatto perché pensavo che ti avesse punto se saresti entrata."
Ghignai.
"Quindi se la prendessi e te la mettessi davanti alla faccia non ti muoveresti di un millimetro, giusto?"
Lo sentii deglutire. Presi un pezzo di carta igienica e la raccolsi avvicinandomi a lui.
Quando gli arrivai davanti al viso lui mi prese il fazzoletto di mano e lo lanciò nel water chiudendo la tavoletta. Si sedette sopra di essa e tirò lo sciacquone guardandomi male.
"non provarci mai più!" Esclamò puntandomi un dito contro.
Risi.
"Potevi l'ameno fargli fare una morte dignitosa...Sai quanto può essere brutto essere schiacciati da una saponetta?"
"Ma tu che ne sai? Vabbè.Sei una piccola stronza! Si stanno invertendo i ruoli, non va assolutamente bene." Affermò lui.
A quel punto fu Dan a ghignare.
Oddio, la sua faccia non prometteva niente di buono.
"Pensi davvero di farla franca senza una vendetta?"
Sgranai gli occhi preoccupata.
"Cos'hai in mente Dan?"
Si alzò dal gabinetto, mi prese in spalla.
"Dan! Dove mi porti?" Lui mi diede uno schiaffo leggero sul sedere.
"Adesso vedi." Mi condusse in cucina. Ero ancora sulla sua spalla, non avevo idea di cosa volesse fare.
"Dobbiamo mettere in chiaro chi è lo stronzo qua, piccola stronzetta."
Prese una scatola intera di uova, mi incastrò fra lui e il tavolo e mi svuotò in contenitore in testa.
No, non l'aveva fatto sul serio...
"DANIEL IO TI AMMAZZO!" Lui mi fece un sorriso.
"Chi la fa l'aspetti piccola mia." Fece per andarsene.
A quel punto, mi venne un idea.
Senza fare rumore presi una bottiglia di succo d'arancia dal frigo e mi diressi verso il salotto.
"Hai ragione Dan."
Lui era seduto sul divano, l'avrei sicuramente sporcato, ma Dan doveva pagarla.
Aprii il succo di frutta e lo svuotai tutto sulla sua testa.
Lui si alzò di scatto rimase sbigottito da quella mossa.
"Come hai detto tu, chi la fa l'aspetti." Un tuorlo mi cadde dalla testa e finii a terra. Lo fissai per un secondo ed entrambi scoppiammo a ridere.
Si avvicinò a me tutto sporco e io arretrai di scatto.
Lui scosse la testa.
"Non sai scappare da me." In effetti aveva ragione, non ci riuscivo mai.
Mi arresi all'idea che mi avrebbe raggiunto.
Quando arrivò davanti a me mi accarezzò la guancia sporca e mi sfilò la maglia.
I suoi occhi si dilatarono non appena vide il mio corpo nudo.
Mi accarezzò un fianco e sussultai. "Hai le mani fredde Dan..." Lui mi appiccicò al muro e si inginocchiò davanti a me.
Iniziò a giocherellare con l'elastico delle mie mutande. Il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
"So come riscaldarti allora."
Mi abbassò l'intimo e io trattenni per un attimo il respiro.
E come in un battito di ciglia, siamo passati dallo scherzare insieme distruggendo la casa di Al, al momento più bello al mondo.
Sentii il fiato di Dan su di me. Rabbrividii.
Ero pronta a quell'attimo di piacere ma purtroppo la porta si spalancò.
"Io non ci credo!" La voce di Al riecheggiò nell'aria.
Si guardò intorno e rimase a bocca aperta. Girò la testa verso Dan che era ancora inginocchiato davanti alle mie gambe nude.
"Non solo ti becco fra le gambe della mia migliore amica, ma mi hai pure distrutto la cucina!"
A quel punto Daniel si alzò e io finalmente riuscii a scostarmi dal muro.
Ero morta di imbarazzo, povera Al!
"Tu!" Al mi puntò un dito contro. "Tu mi aiuterai a pulire TUTTA e ripeto TUTTA la casa."
Annuii con convinzione, me lo meritavo.
"E tu." Disse fermamente voltandosi verso il mio ragazzo.
"Fuori da casa mia!" Prese Daniel per l'orlo della maglietta, e, con una faccia schifata lo lanciò fuori dalla porta.
"E adesso, a lavoro!" Disse lei.
Pulimmo a fondo tutta la casa, e, finalmente, potei lanciarmi sul divano che avevo pulito per ore cercando di togliere la macchia di succo.
Sorrisi ripensando a quel momento.
Era bellissimo giocare con lui.
Il telefono vibrò nella mia tasca. Lo estrassi da essa e lessi il messaggio.
Era Dan. Sorrisi spontanea.
'Piccola dormi da me stasera? Dato che quella stronza della tua amica mi ha cacciato via a calci in culo per strada.'
Che ragazzo volgare! Scoppiai a ridere e Al mi guardò male.
"Che hai da ridere?"
"Vado a dormire da Dan stasera." Lei scosse la testa.
"Non sapete proprio stare lontani voi due eh."
"No, credo proprio di no."
Corsi su per le scale e andai a prepararmi la roba per andare da lui.
Avevo l'impressione di rimanerci per un bel po',quindi mi portai molta roba.
Mi feci una doccia veloce concentrandomi soprattutto sui capelli, dato che quello stronzo me li aveva praticamente impastati.
Non appena uscii dalla doccia corsi in camera e mi vestii velocemente con un jeans e con una maglietta semplice nera e una felpa del medesimo colore della Vans.
Presi anche lo zaino dato che l'indomani saremmo dovuti andare a scuola.
"Devi partire per un lungo viaggio?" Mi domandò Al non appena mi vide.
"No, ma ho l'impressione di rimanerci per molto tempo."
Lei annuii.
"Ci vediamo domani." Disse lei abbracciandomi.
Ricambiai l'abbraccio e andai verso la fermata dell'autobus.
Sentii il suono di un clacson e istintivamente mi girai.
"Credevi davvero che ti avrei lasciata venire da sola in pullman?"
Sorrisi non appena Daniel scese dalla macchina e si diresse da me.
"Ciao piccolina." Mi diede un bacio e ci dirigemmo entrami verso la sua auto.
Il viaggio non durò molto, come al solito, alla guida era sempre il solito spericolato.
Non appena arrivammo a casa sua trovai tutto in ordine, strano, molto strano.
Si sedette sul divano e iniziò a battere la mano su di esso per invitarmi a sedere.
Non me lo feci ripetere due volte e mi accoccolai accanto a lui.
Accese la televisione e io lo obbligai a guardare un film d'amore, ossia Titanic.
Alla fine del film io ero in lacrime mentre lui fingeva di avere i conati di vomito.
"Idiota." Lui sorrise. "Stupidi film sdolcinati."
"È bellissimo!" Esclamai io guardandolo male.
Dan mi abbracciò e mi baciò una tempia.
"Alyce.." Disse dopo un interminabile silenzio, era molto serio, il che mi spaventava.
"Si?" Risposi io.
"Vieni a vivere qui, con me."Spazio Autrice
Ciao ragazze! Come avete letto, questo è stato un capitolo un po' divertente e spero di avervi fatto ridere almeno un po'. A me personalmente piace molto!
Dan ha chiesto a Alyce una cosa molto importante.
~ Cosa risponderà Alyce?
~ Dove sarà finito Dylan?
Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere con una ⭐️ se il capitolo vi è piaciuto!
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L'amore più giusto è quello sbagliato
RomanceCOMPLETA Esiste, esiste la persona fatta per noi, quella giusta, quella che porta il nostro stesso segno, quella persona che quando si congiungerà a noi, ci renderà finalmente completi. La storia di Alyce e Daniel, l'uno l'opposto dell'altro, eppure...