CAPITOLO 24

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Quelle parole, dette con quella voce così sincera e così implorante mi fecero sussultare.
Il cuore mi martellava nel petto.
Iniziò a baciarmi in modo dolce, come non aveva mai fatto, era un bacio lento, avevo l'impressione che si volesse godere il momento, e sinceramente, anche io lo desideravo.
Quel contatto era come una scarica elettrica per me.
Mi accarezzò il fianco aspettando una risposta.
Gli fissai quel corpo così perfetto,invidiando per la prima volta tutte le ragazze che avevano avuto l'onore di toccarlo, assaporarlo,viverlo.
Gli tolsi la maglia e sorridendo, lo baciai.
Mi slacciò il reggiseno di pizzo e subito dopo mi baciò di nuovo.
In quel momento, però, il telefono di Daniel decise di squillare.
Lui irritato si alzò e lesse il nome della persona che ci aveva disturbato.
"Allison" affermò lui. "Me lo aspettavo." Chiuse la chiamata e mi guardò con un ghigno, subito dopo riprese a baciarmi e io mi persi nel nostro mondo, fino a quando non sentimmo qualcuno bussare alla porta.
Merda. Lui si alzò bruscamente e palesemente irritato, scese di sotto e aprì la porta.
"Che cazzo ci fai qui Allison ?" Lo sentii sbraitare al piano di sotto.
"So che è qui Dan! Non puoi tenerla nascosta per sempre!"
Udii qualcuno salire le scale, ci misi poco a capire che era lei, il rumore dei tacchi rimbombava all'unisono e poi, aprì il porta.
"Alyce! Cosa ci fai qui ?" Disse venendomi in contro. Quando si accorse della mia nudità rimase sconvolta.
"Che cosa stavate facendo tu e Daniel..?" Pronunciò quelle parole con un tono inorridito.
"Non penso ti debba interessare."
Gli risposi secca.
Lei si sedette sul letto affianco a me. "Alyce, torna a casa con me, stare con Daniel non ti fa bene, tu non hai idea di che persona è! Alyce si è portato a letto tutte le ragazze della scuola esclusa me! Gli manchi solo tu! Lui vuole solo fare di te il suo giocattolino, lo capisci!"
Quelle parole furono come una coltellata per me, un'altra.
A quel punto Daniel fece capolino sulla porta. "Che cazzo le stai dicendo?" Si avvicinò a lei con fare minaccioso.
"Daniel, sto solo dicendo la verità!"
Le guance iniziarono a rigarsi di lacrime.
Questo circolo vizioso mi stava straziando.
"C'è qualcosa che devo sapere Dan?"
Domandai con un filo di voce.
Ero consapevole di ciò che faceva con le altre ragazze, ma sentirselo sbattere in faccia in quel mondo, beh, faceva male
Lui sembrava rilassato, fin troppo.
Ignorò completamente la mia domanda e guardò Allison dritto negli occhi. "Forse è meglio che tu te ne vada."
A quel punto mi alzai. "No Dan, forse è meglio che me ne vada io." Dissi infine.
Avevo bisogno di tempo per riflettere, troppe cose erano successe in questo ultimo periodo;
La morte di mio padre, il distacco da quelli che pensavo fossero i miei due migliori amici, l'arrivo improvviso di Daniel...
Non ero arrabbiata, ne triste e tantomeno disperata, ero solo stanca.
Ero stanca della mia vita,delle persone, dei miei pensieri,delle promesse non mantenute,di abbracci mai dati, di baci non ricambiati, dei casini che avevo e che attualmente ho dentro e di cui non riesco a liberarmi,delle mie insicurezze,delle mie paure,dei sorrisi troppo finti.
Volevo stare sola, per riflettere davvero su ciò che volevo.
Avevo fatto un errore a tornare indietro, a tornare da lui.
Mi alzai dal letto e mi vestii senza dire niente, nessuno disse una parola, probabilmente avevano già intuito ciò che volevo fare.
Mi misi le scarpe e mi alzai dal letto chiudendomi la porta alle spalle.
"Ha bisogno di tempo." Sentii dire da Al.
Aveva ragione.
Mi diressi verso l'uscita di casa, una volta fuori, chiamai un taxi per farmi venire a prendere. Sarei ritornata nell'hotel del mese scorso.
Quando entrai nella mia solita camera mi lanciai letteralmente sul letto. Ero sfinita, infatti, poco dopo mi addormentai.
Il mattino dopo la sveglia suonò, e, puntualmente, la scagliai contro il muro.
Non avevo mai capito come si spegnevano. Risi per la mia stupidità.
Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, ero già in mega ritardo, fortunatamente la scuola non era molto lontana da qui, quindi risparmiai i soldi per il taxi e mi diressi a piedi verso di essa.
Mi sentivo già un po' meglio, ero riposata, e l'idea di incontrare Al, Dylan o Dan non mi mi preoccupava quanto doveva. Meglio così.
I miei buoni propositi per questa giornata vennero infranti da una visione che non mi sarei mai aspettata di vedere.
Daniel, il mio Daniel, si era già rifatto una vita a quanto sembrava.
Era con quelle due spogliarelliste bionde.
Ignorai quel dolore al petto e andai avanti, mi sentivo il suo sguardo addosso e lottai con tutta me stessa per non girarmi.
Quando varcai la soglia dell'ingresso tirai un sospiro di sollievo.
Ci ero riuscita! Mi diressi all'aula di matematica e sperai con tutta me stessa che Daniel non arrivasse.
Ma, stranamente puntuale,eccolo lì.
Sbuffai rumorosamente e presi tutti i libri necessari dallo zaino.
Si sedette vicino a me. No, non poteva cazzo!
Feci per alzarmi ma la mia sfortuna non mi permise di farlo, perché in quel momento il professore entrò in classe.
"Ciao." Disse Daniel appena mi risedetti al posto.
Non risposi, con quale coraggio mi salutava!
"Dobbiamo ricominciare a non parlare più ?" Continuò lui.
Forse era il caso, pensai, ma non proferii parola.
Passai tutta la lezione con Daniel che cercava di parlarmi.
Ma che voleva ancora ?
Al suono della campanella mi diressi subito fuori, ma non feci in tempo a scappare.
Qualcuno mi prese per il gomito e ci misi poco a capire chi era, i brividi lungo il braccio parlavano da soli.
Mi divincolai da quella mano che mi creava così tanti brividi e mi girai verso di lui.
"Daniel, smettila, voglio stare da sola."
Dissi con un sospiro. Era così frustrante.
Perché non riusciva a starmi lontano ?
Forse perché a te ci tiene!
Stupida coscienza!
Lui abbassò il braccio che era ancora alzato all'altezza del mio gomito e rimase lì per un po', sorpreso da quel gesto.
Quando si ricompose, se ne andò senza dire niente, come al solito.
Alzai gli occhi al cielo e andai verso la mensa.
Per fortuna oggi non incontrai ne Allison e neanche Dylan.
Saltai il corso di geografia pensando di poter vedere Dylan, non volevo affrontare anche lui.
Per tutta la settimana ebbi questo andamento. Cercai a tutti i costi di evitare Dan che ogni giorno provava a parlarmi e pregai ogni singolo momento di non vedere i miei ormai ex amici.
Li incrociai solo un paio di volte e in nessuna di queste occasioni Al tentò di parlarmi, Dylan ci provò ma venne fermato dallo sguardo fulminante di Allison.
Lei nonostante tutto mi capiva, volevo tempo, ed entrambi si sforzavano di darmelo.
Ed eccomi qui. È venerdì, e questa settimana orribile è quasi terminata. Dovevo affrontare solo l'ultima ora, quella in comune con Dan.
Mi ero abituata alle sue continue prove per cercare di riallacciare la nostra sorta di amicizia o qualunque cosa sia, ma furono tutte un totale fallimento.
Quando entrai in aula lui era già lì, guardava fuori dalla finestra, dalla sua espressione notai che stava tramando qualcosa.
La lezione incominciò e lui non parlò per tutto il tempo.
Strano.
Quando la campanella suonò, prima di uscire, mi prese la mano, mi lasciò un bigliettino su di essa, mi guardò negli occhi e poi se ne andò.
Uscita da scuola un po' titubante aprii il bigliettino, e con il cuore in gola, lessi il messaggio.
'Scusami se ho preferito scriverlo che dirtelo, ma non è facile dirti che sei diventata il senso di ogni mio giorno...'

Spazio autrice
Ciao ragazze! Ecco a voi un altro capitolo!
Cosa ne pensate del messaggio di Dan?
Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere con una 🌟 se il capitolo vi è piaciuto!❤️

L'amore più giusto è quello sbagliato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora