Sul momento pensai che fosse Daniel, ma una cosa non mi tornava.
Quando abbracciai Daniel sentii delle emozioni strane, ora invece, provavo solo una grande paura.
Lui mi baciò piano il collo, e, finalmente, iniziò a parlare.
"Sei così bella.." sussurrò lui.
Oddio. Nathan. L'amico di Daniel.
Iniziai a scacciare e a tirargli dei pugni forti sul petto, non si mosse di un millimetro.
Allora, iniziai ad urlare.
"AIUTO! AIUTATEMI, SONO QUI DENTRO", lui mi tirò un forte schiaffo e mi tappò la bocca con la mano.
"Sta zitta! Porca miseria" mi sussurrò Nathan all'orecchio. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e le lacrime iniziarono a rigarmi le guance mentre lui mi iniziò a strappare la maglia.
Ma, a un certo punto sentii lui.
La sua voce mi fece venire un tuffo al cuore.
Daniel era dietro quella porta.
"Alyce?" Disse "Alyce sei tu?" Nathan mi strinse più forte la mano sulla bocca e io gliela morsi con tutta la forza che avevo. La staccò da me di colpo, e con tutta la voce che avevo iniziai ad urlare a Daniel.
"Daniel, sono io! Aprimi ti prego!" Dissi singhiozzando. Nel frattempo Nathan mi prese per il polso e mi tirò un altro schiaffo, con forza.
Urlai di dolore.
Daniel cominciò a tirare spallate contro la porta per aprirla.
Quando ci riuscì, la sua faccia fu spiazzata.
"Nathan..ma che cazzo stai facendo?!" Approfittai di quel momento per scappare in bagno, piangendo. Mi chiusi dentro.
Daniel stava ancora urlando contro Nathan, e poi, il silenzio.
Sentii dei passi che si dirigevano nel bagno. E poi Daniel cominciò a parlare.
"Alyce, apri la porta" disse lui con una voce dolce.
Perché mi aveva aiutato? Perché non era con quelle due spogliarelliste a pomiciare?
"No, Daniel lasciami in pace, ti prego, non ho bisogno delle tue cattiverie."
"Come vuoi" continuò lui. Lo sentii abbassarsi e la sua testa uscì da sotto la porta.
Ma che cazzo..
Una volta dentro, si guardò la maglia inorridito.
"Non riesco a credere di aver fatto una cosa del genere" osservò. "Ti pentirai di non avermi aperto perché ho appena strisciato sul pavimento sporco di piscio e adesso ti abbraccerò." Mi abbaracciò e mi scostai disgusta.
Scoppiai a ridere. Non ci potevo credere.
Dopo aver detto ciò mi guardò, la mia maglia, era tutta strappata. Questa "nudità" mi mise a disagio, quindi di istinto, mi coprii con i pezzi della maglia rimasti.
Mi tolse le mani dal grembo, e iniziò a frugare nel suo zaino.
"Tieni, mettiti questa" mi porse una maglia nera, sicuramente sua.
Feci cenno di no. Alzò un sopracciglio.
"Preferisci uscire con la maglia tutta strappata ? Non che sia un brutto spettacolo per i miei occhi ehh" si leccò le labbra e il piercing sulla lingua brillò a causa della luce del bagno.
Arrossii.
"Dammi qua." Sorrise mentre mi tolsi quella sottospecie di maglietta per mettermi la sua.
Mi arrivava fino a sopra le ginocchia.
Mi fissò intensamente. "Ti dona."
Gli sorrisi.
Mi asciugò le ultime lacrime dalle guance e mi diede un leggero bacio in fronte.
Deglutì rumorosamente.
Perché era così dolce con me ? In un certo senso quella sua dolcezza mi piaceva, ma mi irritava allo stesso tempo, non so perché.
Feci un colpo di tosse.
"Forse è meglio che usciamo da questo bagno"
Lui rise.
"Si, forse hai ragione" mi prese per il braccio e mi condusse fuori.
Sullo stipite della porta trovai Al.
"Cristo Alyce, tutto bene?" Disse lei guardandomi, non si era ancora accorta di Daniel.
Poi però, guardò dietro la mia spalla, e lo vide.
Alzò una mano e sorrise "ciao Daniel" lo salutò Al.
"Aspetta..." lo guardò storto "Daniel? Cosa ci facevi nel bagno con lui?"
Lui rimase zitto. Eccolo tornato, il ragazzo che odiavo.
"È una storia lunga" le dissi sospirando.
"Beh, poi mi racconterai, comunque sia, io lo ammazzo a quell'idiota!" Esclamò tornando ad urlare.
"Stai tranquilla, ci ho già pensato io." Disse Daniel mentre si dirigeva alla porrà per andarsene.
In quel momento, Nathan passò, e mi guardò male.
Aveva pure il coraggio di avercela con me!
Era tutto pieno di sangue e aveva una busta del ghiaccio sull'occhio. L'aveva proprio ridotto male.
Meglio così.
Al mi accompagnò dal preside e gli raccontai l'accaduto, e lei mi disse che l'avrebbero denunciato. Ero felice.
Daniel dopo ciò che era successo non mi calcolò più, e in certo senso ci rimasi male.
La giornata tutto sommato passò in fretta tra bisbigli e chiacchiere su ciò che era successo.
Non mi importava però.
All'uscita da scuola, incontrai Daniel e lo fermai.
"Che vuoi?" Disse lui girandosi.
"Potresti anche essere più cortese sai?" Dissi io, che idiota bipolare.
"Non ho tempo da perdere, dimmi" mi ammonì con noncuranza accendendosi una sigaretta.
"Volevo solo ringraziarti..." dissi a bassa voce.
"Prego, ciao" fece per andarsene ma la domanda che gli posi lo bloccò di colpo.
"Perché l'hai fatto? Tu mi hai sempre odiato da quando sono qui."
Non si girò, ma rispose comunque.
"Infatti ti odio ancora, ma non per questo ti lascio stuprare"
Fece qualche passo e poi si girò.
"E poi, se ti avesse stuprato avresti cambiato scuola, e quale altra ragazza avrebbe avuto il coraggio di darmi un calcio nelle palle oltre a te piccola stupida Alyce?" Mi fece l'occhiolino.
"Nessuno" risposi io.
"Esatto. Nessuno, sei speciale." Finì così la nostra conversazione, e mentre se ne andò rimasi li a guardarlo.
Mi risvegliai dai miei pensieri troppo confusionari e mi diressi verso la macchina di Al.
Stava per parlare, ma, notando il mio sguardo si zittì subito, sapeva che tanto non le avrei parlato di ciò che era successo.
Non volevo dirgli di Nathan, anche se ne era già a conoscenza non me la sentivo ancora.
Ripensai alle parole di Daniel, era così strano!
Mi irritava, lo odiavo, cambiava sempre umore, era uno stupido idiota arrogante.
Eppure, sapevo che dentro di lui, nascondeva qualcosa di profondo, di oscuro, lo dicevano i suoi occhi di ghiaccio, il suo sguardo totalmente indifferente e la sua arroganza.
Soffriva. Tanto. E chi più di me poteva capirlo ?
Nessuno, perché io ero speciale, l'aveva detto lui stesso.
Non volevo dire niente a Dylan, sapevo che si sarebbe arrabbiato molto, Daniel aveva già dato una bella lezione a Nathan, non volevo fare finire nei guai Dylan per causa mia.
Arrivate a casa, mi sdraiai sul divano con Al, che non aveva toccato ancora l'argomento, gliene fui grata.
Dopo neanche 10 minuti Al si alzò.
"Ti va di uscire un po' con me? Andiamo a fare shopping, così ti distrai un po'"
Non mi sembrava una cattiva idea, accettai con piacere.
Uscimmo di casa con gli stessi vestiti di scuola.
Io avevo ancora addosso la maglia di Daniel, era molto profumata. Scacciai il pensiero di quella stupidissima maglia e seguii Al che era già entrata in macchina.
Passammo il viaggio ascoltando la musica e cantando a squarciagola. Mi sentivo già meglio.
Comprammo svariate cose. Io mi presi una maglietta rossa a maniche lunghe e un pantalone fin troppo aderente che mi metteva in risalto il sedere, infine, io, mi presi il primo libro di After, siccome al mio si era staccata la copertina talmente l'avevo letto.
Invece Al si comprò un sacco di vestiti e scarpe che a me non piacevano neanche un po', però a lei le stavano benissimo.
Quando arrivammo a casa erano già le 21:00, allora io e Al ci ordinammo una pizza e guardammo una serie Tv su Netflix.
Dopo un po' Al, guardò l'orologio, erano già le 22:00.
Si girò verso di me. "Alyce, io vado a dormire, sono davvero tanto stanca." Disse lei alzandosi dal divano stiracchiandosi.
Mi diede un bacio in guancia. "Va bene Al, io sto ancora un po' qua."
Si diresse verso le scale a mo di zombie e io iniziai a vedere la mia serie tv.
Quando finalmente finì tutta la stagione, erano già le 23:00, allora iniziai a salire le scale, ma, qualcuno bussò alla porta.
Chi poteva mai essere a quest'ora? Mi avvicinai piano e guardai dall'occhiello. Era lui, era tornato.
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L'amore più giusto è quello sbagliato
RomanceCOMPLETA Esiste, esiste la persona fatta per noi, quella giusta, quella che porta il nostro stesso segno, quella persona che quando si congiungerà a noi, ci renderà finalmente completi. La storia di Alyce e Daniel, l'uno l'opposto dell'altro, eppure...