CAPITOLO 39

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"Cosa succede piccola?" Dan mi venne incontro e mi prese le mani ma io le ritrassi subito.
Il cuore mi lacerava il petto, non volevo rendere le cose più difficili.
Non avevo altra scelta, dovevo lasciarlo andare.
Non sapevo cosa dire, probabilmente avrei detto una marea di cazzate, ma non mi importava, stavolta ero io che dovevo proteggere lui.
Mi sedetti sul letto mentre lui rimase in piedi.
"Ho deciso di lasciarti andare.
Da domani mi obbligherò, ti guarderò sorridere e non proverò più niente, ti guarderò passarti la mano fra i capelli e non mi farà tremare le gambe, ti guarderò parlare con qualche ragazza e non desidererò più essere io.
Da domani tutto cambia. Da domani cambio io. Se non ho la forza per tenerti allora devo avere almeno la forza di lasciarti andare e devo farlo sul serio. Lo faccio per me,non per te. Lo faccio perché mi stai facendo a pezzi, lo faccio perché sono stanca di continuare ad odiarti per tutte le volte in cui penso che avresti potuto comportarti diversamente ma non l'hai fatto.E soprattutto sono stanca di chiedermi quale sia il problema.
Il problema è che non c'è soluzione,è un labirinto da cui è difficile uscire. Sento che non riesco a respirare se ci penso ancora,sento che sto crollando, sento che non rispondo più di me stessa. Ed è per questo che devo lasciarti andare. Scusami se non sono mai stata coraggiosa, ma non riuscivo a parlare;scusami se ho esitato fino in fondo."
So proprio dirle male le bugie.
Iniziò a fare avanti e indietro, le lacrime non la smettevano di scendere dai miei occhi.
"Ma che cazzo stai dicendo Alyce?" Urlò.
"Andava tutto così bene cazzo! Mi stavo sforzando di non fare il coglione e tu mi lasci così ? Davvero Alyce?" La rabbia e la tristezza gli invasero quel viso così perfetto.
Gli occhi erano lucidi. Sussultai davanti a ciò.
"Daniel.." Dissi singhiozzando. "Daniel un cazzo Alyce! Perché ? Perché mi fai questo cazzo! Ti ho donato tutto me stesso, mi sono perso in te e tu, tu mi riduci una merda ?"
"Mi dispiace Dan, ma devi lasciarmi andare.." Risposi io in un sussurro. Non riuscivo a trovare più la voce.
"Pensi davvero che il mio cuore ti lascerà mai andare?!"
Un altro pezzetto di me si ruppe dentro al mio petto.
Perché l'amore fa così dannatamente male?
Non dissi nient'altro, presi la mia valigia da sotto il letto e iniziai a mettere dentro tutti i miei vestiti.
"Che cazzo stai facendo?" Disse lui. Lo ignorai. Guardai l'orologio, l'aereo sarebbe partito fra 4 ore, dovevo tornare a casa.
Finii di preparare la valigia e feci per uscire dalla porta.
"Alyce dove cazzo stai andando?" Daniel si mise fra me e l'uscita impedendomi di varcarla.
"Daniel lasciami andare." Lui scosse la testa.
Merda. Dovevo andare via. Decisi di giocarmi l'ultima carta che avevo a disposizione.
"Daniel, non mi è mai importato niente di te." Pronunciai quelle parole senza guardarlo negli occhi.
Riuscivo a percepire il suo sguardo su di me. Cazzo quanto faceva male.
Finalmente riuscii a superarlo e mi incamminai a passo svelto verso le scale, fino a quando non sentii Dan prendermi per il polso.
Mi fece voltare verso di lui.
"Guardami in faccia e dimmi che di me non ti è mai importato niente Alyce." Mi guardò negli occhi. Una lacrime gli rigò la guancia, ma non fece in tempo a scendere perché l'asciugò subito.
Non riuscivo a dirglielo ancora, il dolore era troppo forte, ma dovevo comunque provarci.
Lo fissai intensamente negli occhi e pronunciai quelle esatte parole, per filo e per segno.
"Non mi è mai importato niente di te." Mi lasciò il polso come se si fosse scottato e io approfittai di quel momento per fuggire via da lì.
Entrai in macchina e, cercando di ricordare le manovre di Dan, me ne andai sfrecciando fra le strade di Miami.
Le lacrime non la smettevano di scendere, il dolore mi lacerava l'anima.
Continuavo a guidare cercando di smettere di piangere,cercando di smettere di pensare,
ma non ci riuscivo.
Ero stata ferita per l'ennesima volta, ma sta volta non dalla persona che più amavo, ma bensì dalla persona che odiavo di più al mondo.
Arrivai per un pelo sull'aereo, stavo addirittura per perderlo.
Come sarebbe tornato a casa Dan ? Non ne avevo idea.
Dio quanto mi sentivo in colpa. Ci eravamo lasciati da sole cinque ore ma già mi mancava tremendamente.
All'aeroporto Al era già lì ad aspettarmi. "Ehi Alyce, ma dov'è Dan?" Domandò lei cercandolo con lo sguardo. "Non c'è." Risposi semplicemente. "Cosa vuol dire Alyce?" Sembrava preoccupata, anzi, era preoccupata.
"Ci siamo lasciati." Lei strabuzzò gli occhi. "Cosa?!" Annuii semplicemente. "Non ne voglio parlare." Allison rispettò la mia scelta e ci dirigemmo entrambe verso la sua auto.
Appena arrivammo a casa corsi subito in camera mia e mi lasciai cadere in un pianto di disperazione.
Il telefono vibrò sul mio comodino. Era Daniel.
'Per favore Piccola...' Mi tremavano le mani, il telefono mi cadde a terra e lo ripresi per leggere gli altri messaggi.
'Già mi manchi Alyce.'
'Torna.'
Lasciai il telefono in silenzioso e continuai a piangere fino ad addormentarmi.
Sentii la porta aprirsi, era Al.
"Alyce, piccola, devi svegliarti, dobbiamo andare a scuola."
Avevo dormito davvero per tutto questo tempo?
Mi alzai dal letto e mi infilai nella doccia. Feci una cosa veloce, non avevo nessuna voglia di pensare all'aspetto fisico ora come ora.
Mi misi un jeans azzurro chiaro, una maglietta a maniche lunghe nera e un gilet di jeans sopra di essa.
Mi infilai le scarpe, presi lo zaino ed entrai nella mia nuova macchina.
C'era solo un problema, come si usava ?
Respirai profondamente, c'è la potevo fare.
Misi la chiave e accesi il motore, tutto facile fin qui.
Ingranai la marcia e misi l'acceleratore.
"AHHHHH!!" Urlai non appena l'auto sfrecciò. Andava davvero veloce!
Arrivai a scuola in meno di tre minuti. Quando scesi dalla macchina tutti mi guardavano, e, in lontananza, c'era l'amore della mia vita, quello che mi ero lasciata sfuggire per colpa di un idiota.
Era da solo che smanettava con il telefono. Sentii vibrare la tasca, era lui.
'Sei bellissima vista anche da lontano.' Lo guardai e lui mi fece un sorriso triste.
Ci misi tutta la mia volontà per girarmi e proseguire per la mia strada. Con la coda dell'occhio vidi il suo piccolo sorriso morirgli sulle labbra.
Ed eccolo laggiù, Nathan. Si era goduto tutta la scena. Che pezzo di merda.
Entrai nell'aula di matematica e mi misi nei primi banchi vicino a una ragazza che mi sembrava si chiamasse Isabelle.
Passò la prima mezz'ora e di Daniel nemmeno l'ombra. Non sapevo se essere felice o triste di questa cosa.
La giornata proseguì così. Era tutto così buio senza di lui, vedevo tutto in bianco e nero senza Dan.
Non lo vidi per tutto il giorno, ero triste, mi mancava.
Quando suonò la campanella uscii da scuola e mi diressi a passo svelto verso la macchina.
Premetti l'acceleratore con più cautela sta volta.
Sul marciapiede vidi Dan che mi fissava, cercai di fermarmi ma il freno non funzionava.
A un certo punto sentii Daniel gridare.
"ALYCE!" Guardai davanti a me. Merda.
Cercai disperatamente di frenare ma non ci riuscii. A quel punto tutto mi tornò.
Nathan aveva manomesso i freni, era quella la sua vendetta. Cercai in tutti i modi di mantenere la calma ma l'auto finì in un fossato e mi ribaltai.
Sbattei forte la testa, gli occhi mi si chiudevano piano.
Vedevo tutto appannato, ma riuscii a sentire dei passi che venivano verso di me.
Cercai con tutta me stessa di non svenire. L'ultima cosa che vidi furono un paio di occhioni azzurri spaventati e pieni di lacrime, e poi, il buio più totale.
Era finita, io ero finita.

Spazio autrice.
Ciao ragazze! Oggi un altro capitolo un po' triste...
Però la buona notizia è che domani ci sarà il capitolo visto dalla prospettiva di Dan!
-cosa ne pensate ?
-perché Nathan è arrivato a tanto ?
-Alyce tornerà con Dan ?
Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere con una ⭐️ se il capitolo vi è piaciuto!

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