CAPITOLO 40

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PROSPETTIVA DANIEL
Lei mi amava per quello che ero. Conosceva ogni piccolo, oscuro e orribile segreto e non le importava. Voleva aiutarmi, starmi vicino, essere lì per me a ogni costo.
Mi voleva e basta. Però, ora mi aveva lasciato. Mi aveva abbandonato, e con lei, se n'era andata ogni briciolo di bontà che mi aveva fatto scoprire.
Volevo odiarla, ma mi mancarono le forze.
Ed era bruttissimo vedere l'amore della mia vita andarsene lentamente, il cuore si rimpiccioliva ad ogni passo che faceva lontano da me, fino a scomparire.
E in questo caso, lei, l'amore della mia vita, era scomparsa davvero in quella massa di macerie.
Mi guardò negli occhi prima di chiuderli. Non mi capitava spesso di piangere, ma vederla lì dentro, in quel rottame, mi aveva distrutto.
Corsi fino da lei ancora piangendo cercando di tirarla fuori da lì.
"Alyce! Piccola! Svegliati, ti prego!" Urlai.
La mia piccola rompi palle era lì, fra le mie braccia, piena di sangue che respirava a stento.
Continuai a piangere, le lacrime le finirono sul suo viso perfetto e poco dopo aprì gli occhi.
"Dan.." Sussurrò. Spalancai gli occhi, il cuore iniziò a battermi all'impazzata.
"Piccola! Piccola mia ci sono io qui, resisti, sta arrivando l'ambulanza." Lei alzò la sua mano tremante e me l'appoggiò sul viso. Chiusi gli occhi per un attimo.
"Sei qui Dan, sei qui." Misi la mia mano sulla sua e L'alzai da terra. "Si Alyce, sono qui."
A quel punto le sirene dell'ambulanza si sentirono sempre più vicine e io mi rilassai un pochino.
La portarono via con essa.
Stavo per andarmene ma una cosa attirò la mia attenzione, il suo cellulare era a terra. Lo raccolsi e la seguii con la macchina. Cazzo, ma com'era possibile? Avevo controllato tutto, la macchina fino a ieri funzionava..
Aspetta.
Presi il suo telefono e andai su whatsapp. C'era una chat archiviata. Appena il semaforo diventò rosso lessi il nome del mittente.
'Nathan.' Che cazzo significava ?
Iniziai a scorrere i messaggi e a quel punto capii il motivo per cui mi aveva lasciato, riuscii a capire anche che l'inacidente era stato provocato da lui.
Perfetto. Sta volta, era davvero finita.
Quando arrivai in ospedale rimasi lì per cinque merdose ore. Non me la volevano far vedere.
Alla sesta sbottai. "Fatemela vedere cazzo!" Urlai contro il dottore.
Lui strabuzzò gli occhi e si tirò un po' indietro. "Signore la prego, si calmi.." Cercò in tutti i modi di farmi stare tranquillo.
"Se non mi fa entrare immediatamente dentro quella camera giuro che gli ficco un bisturi su per il culo." Mi avvicinai ancora di più a lui.
"3..." Iniziai a contare. "2..." Sembrava in panico, meglio, forse sapeva che l'avrei fatto sul serio.
"1..." Lui sospirò e a quel punto mi fermai. "Le do cinque minuti." Non persi tempo, lo spintonai e corsi dentro.
La mia piccola era lì, sul letto, con gli occhi chiusi.
Dio, era così bella anche in queste condizioni cazzo.
Mi avvicinai al letto e mi sedetti sulla sedia. Le presi la mano e iniziai a baciarle ogni nocca per poi appoggiare la testa sul piccolo spazio di materasso che non era stato occupato da lei.
Rimasi così per un po'. "Ehi.."La sua voce mi fece rabbrividire. Alzai la testa di scatto. "Piccola!" Urlai con le lacrime agli occhi.
Ma per quale motivo stavo piangendo?
Lei mi sorrise e in quel momento il mondo si fermò.
Ricambiai il sorriso e lei mi guardò per un secondo.
"Cosa succede Alyce?" Sospirò.
"Ehm...chi sei?" Cosa? Come
'Chi sei?'
"Che cazzo stai dicendo Alyce? Sono io, sono Dan!"
Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance, cazzo se faceva male.
"Non so chi sei.." Disse lei scuotendo la testa.
La guardai esterrefatto, poi, poco dopo scoppiò in una fragorosa risata.
"Stai impazzendo?" Le domandai mettendole una mano sulla fronte per vedere se era calda.
"Dan sto scherzando! So chi sei!"
Rimasi sbigottito.
"Tu! Piccola stronza mi hai fatto prendere un colpo!" Le puntai un dito contro e sorrisi non appena vidi la sua faccia.
"Non mi sorridere in quel modo potrei innamorarmi di te ancora una volta." La guardai seria. "Tu non hai mai smesso di amarmi." Lei annuì.
"Hai ragione."
Era arrivata con la potenza di milioni di uragani e da quel momento, nonostante tutto, non se n'era più andata.
La baciai. Dio, quanto mi era mancata.
"Dan.." sussurrò lei sulle mie labbra. Mi scostai leggermente. Le accarezzai i capelli e iniziai a intrecciarmi al dito una ciocca di essi.
"Dimmi piccola." Mi guardò negli occhi.
"Ti amo anche io." Oh cazzo.
Le gambe iniziarono a tremarmi. Come suonavano bene quelle parole sulla sua bocca così perfetta.
Mi amava.
Mi amava come non aveva mai fatto nessuno, e per la prima volta potevo dire di amare anche io qualcuno.
La baciai ancora, mi faceva impazzire.
L'effetto che aveva su di me era un qualcosa di incredibile.
Iniziai a sentire i boxer tendersi e allora mi fermai a malavoglia.
"Piccola, vorrei evitare di avere un erezione in ospedale." Le dissi e lei scoppiò a ridere.
"Sei proprio un maiale!" Esclamò lei. Il dottore entrò nella sua camera e si avvicinò a me.
"Signore, mi dispiace, ma deve uscire, dobbiamo visitarla." Mi disse invitandomi ad uscire.
Non mi mossi dalla sedia. "Io sto qui." Lui scosse la testa e mi guardò calmo. Questo coglione mi stava irritando.
"Dan, vai, potrai rientrare fra poco." Si mise in mezzo Alyce sorridendo.
"Ohh e va bene!" Mi alzai e me ne andai sbattendo la porta.
Quando uscii in lontananza vidi la polizia che parlava della questione di Alyce.
A quel punto mi venne un idea. Mi avvicinai a loro.
"Salve, state parlando dell'incidente di Alyce Walker?" Loro mi guardarono interrogativi e annuirono.
"So chi è stato a manomettere i freni." Uno di loro mi si avvicinò e mi scrutò.
"Ne ha le prove?"
"Certo, sennò non sarei venuto qui." Risposi ovvio.
Presi il telefono della mia ragazza e gli feci leggere le chat di Nathan.
Mi chiesero la via di casa di quello che credevo mio amico e se ne andarono.
Decisi di seguirli con la macchina perché ero consapevole che non sarebbe stato un arresto semplice.
Ed ecco che i miei pensieri diventarono realtà. Lo vidi uscire da casa correndo.
Cazzo.
Scesi dalla macchina e iniziai inseguirlo, questo ragazzo non capirà mai.
Lo raggiunsi e mi fiondai addosso a lui. "Hai raggiunto il limite cazzo!" Lo presi a pugni sulla faccia.
Sentii le nocche rompersi ma non mi importava, non provavo nessun dolore.
Sentii qualcuno prendermi da dietro. Stavo per tirare un pugno a chiunque mi avesse staccato da lui, ma quando vidi la polizia mi bloccai.
"Stai calmo, altrimenti dovremmo arrestare anche te e non mi sembra il caso dato che la tua ragazza è in ospedale."
Non risposi. Alzarono Nathan da terra, era pieno di sangue, ormai era il mio sacco da box.
Gli misero le manette e lui fece una risata sarcastica. "Non finisce qui Daniel Carter!" Gli alzai il dito medio e, una volta assicurato che lo portassero via, andai verso la mia auto per raggiungere di nuovo l'ospedale.
Andai dritto verso la sua camera. Stava dormendo.
Mi sedetti accanto a lei e, poco dopo, mi addormentai anche io.
Lei era stata l'unica persona che era entrata a far parte della mia vita. Come un fulmine mi aveva trafitto ma non lacerandomi, ma bensì aiutandomi a curare qualsiasi ferita facesse parte di me in quel momento, anche se lei era piena di problemi.
Quando mi svegliai lei stava ancora dormendo, allora decidi di andarle a prenderle un regalo per tirarla un po' su di morale.
Mi alzai piano e mi diressi all'uscita a passo svelto.
Andai in macchina e sospirai.
Che cosa potevo regalarle ? Volevo prenderle qualcosa di speciale, di bello, qualcosa che le sarebbe rimasto impresso per sempre.
Mi venne un lampo di genio e mi diressi da uno dei miei amici più fidati.
Quando entrai nel suo negozio notai che non era solo. Brittany era lì. Si stava facendo un tatuaggio a dir poco orrendo sul pube. Mi vennero i conati di vomito.
Con lei c'era Jessica. Le ignorai e andai dal mio tatuatore di fiducia. Gli diedi una pacca sulla spalla e lui mi sorrise.
"Ehi Fabian, come va ? È da tanto che non ci vediamo eh?" Lui smise di fare il tatuaggio a quella papera e dopo avermi salutato andammo fuori dal negozio a fumarci una sigaretta.
"Ciao Dan! Sei venuto qui a tatuarti ?" Mi domandò lui.
Scossi la testa. "No, devo fare un regalo alla mia ragazza e mi sono indirizzato subito da te."
Gli occhi gli uscirono dalle orbite.
"Daniel Carter fidanzato ? Cazzo deve averti proprio fatto impazzire sta ragazza." Sospirai.
"Puoi dirlo forte amico." Gli diedi una banconota da 50$ ma la rifiutò. "È la tua ragazza Daniel, ti pare che ti faccio pagare i tatuaggi?"
"Sei sempre il migliore." Lui mi sorrise. "Per quando te lo prenoto ?" Ci pensai su un attimo. Avevo sentito il dottore parlare con l'infermiera di Alyce e dicevano che sarebbe uscita domani.
"Domani." Dissi infine. "Perfetto amico." Mi diede un pugno affettuoso sul petto. Feci per andarmene ma mi sentii chiamare. Era Brittany. Aveva intenzione di morire ?
"Ehi Daniel." Mi bloccai. "Che cazzo vuoi?" Feci per girarmi e mi ritrovai con le labbra sulle sue.
Ma che cazzo!

Spazio autrice.
Ciao ragazze! Ecco a voi un altro capitolo visto dalla prospettiva di Dan!
-Cosa ne pensate del regalo che ha deciso di fare ad Alyce ?
-Cosa si farà tatuare lei ?
- Quanto è stronza Brittany ?😂
Fatemelo sapere nei commenti e fatemi sapere con una 🌟 se il capitolo vi è piaciuto

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