Chapter 3

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L'indomani chiamai, per la prima volta dopo cinque lunghissimi anni, mia madre. Non ci rivolgemmo più la parola dopo che l'avevo trovata a letto con un uomo che non era mio padre, ma il suo capo d'ufficio. Mi arrabbiai troppo, non volevo che il mio papà e la mia mamma si lasciassero. Erano la coppia perfetta, la coppia invidiata da tutti.

E tutto fu rovinato da mia madre. È sempre stata una donna attraente, testarda, permalosa ed orgogliosa. Ma non pensavo arrivasse così a tanto. Amava mio padre pensavo. Altrimenti non lo avrebbe sposato, ma prese una sbandata per Nick e divorziò con mio padre.

Abbiamo litigato così tanto che feci le valigie a diciotto anni per andarmene di casa, mi voleva fermare ma non ci riuscì. D'altronde ero anche io testarda, tale madre tale figlia e nessuno mi fermò. La mia intenzione era quella di andare a vivere da Ariel, ma lei dovette lasciare la città per andare definitivamente da suo padre, a New York. Così mi trovai un lavoro come barista per guadagnare qualche sterlina per poi affittarmi un appartamento a Doncaster, mi piaceva troppo abitare li. Era un posto così tranquillo e avevo bisogno di tranquillità. Era il posto perfetto, così dopo un mesetto mi trasferii lì.

"Ciao mamma, sono Hannah, ti ricordi ancora di me, vero?" piagnucolai. "Certo bambina mia, mi manchi da matti, torna ti prego, ritorna. La casa è vuota senza te. Non sai quanto mi..." La fermai. "Mamma, non cominciare a piangere. Sai cosa facciamo? Prendi il primo volo per Doncaster, è qui dove mi sono trasferita, e così parliamo dal vivo. Mi manchi troppo."

"Certo, faccio subito le valigie, ti voglio bene." E riattaccò. Ero davvero soddisfatta: le cose tra me e mamma si sarebbero sistemate. E così le avrei potuto dare il regalo di Natale, in ritardo. Arrivò il 2 Gennaio e ancora Louis non si era fatto sentire. Ero davvero in ansia per lui, ma adesso dovevo preoccuparmi di risolvere il tutto con mia mamma.

Giunse il momento di parlarci.

"Mamma sai ti ho fatta venire qui perché mi dispiace che non ci parliamo da ben cinque anni. Sono stati gli anni più lunghi della mia vita credimi. Avrei voluto tanto contattarti prima, ma l'orgoglio ha ricattato l'amore che provo per te."

"Amore mio, Hannah, mi dispiace che sia successo quello che è successo, ma non lo avrei mai voluto fare. Amavo tuo padre e lo amo ancora. È la persona più importante per me insieme a te e adesso che l'ho perso, me ne sono resa conto. Non posso vivere senza lui." Le feci coraggio e le dissi di chiamare papà per chiedergli come stesse e se avesse voglia di prendere un caffè un giorno insieme a noi due qui a Doncaster.

Papà si meravigliò dalla proposta perché sapeva del nostro distaccamento. Però accettò.

Il 14 Gennaio lo incontrammo in un bar in periferia. Era ringiovanito, più solare e vivace dell'ultima volta che lo avevo visto. Quando lo vedi gli saltai addosso ed iniziai a piangere, mi era mancato tantissimo. Non lo vedevo da un bel po' e mi aveva fatto piacere rivederlo. Si sedette e continuò a guardare dalla porta del bar come se stesse aspettando qualcuno.

"Papà aspetti qualcuno?" Gli chiesi curiosa. "Si in effetti, si. Dovrebbe arrivare a momenti." Finii la frase e varcò la soglia una donna castana, alta, elegante e bellissima. Mio padre si alzò di scatto e la chiamò:" Charlotte! Siamo qui tesoro"

"Danielle, Hannah vi presento Charlotte, la mia nuova compagna."

"Piacere di conoscervi, Carl mi ha parlato tanto di voi che non vedevo l'ora di conoscervi." E allungò la mano per salutarci.

Ricambiammo insieme ad un sorriso. Rimasi a bocca aperta ma non ebbi il coraggio di guardare mia madre negli occhi... Lei che voleva riprendersi l'uomo della sua vita, ora era definitivamente amareggiata e senza speranze di un ritorno di fiamma.

What the destiny deserves to us? [LARRY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora