Chapter 42

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#PovDiHarry
Con o senza Lou, non potevo non festeggiare i miei 21 anni; così decisi di chiamare un paio di amici per venire a casa mia verso le 6/6:30 e avremmo cenato fuori -sotto il gazebo- la carne alla brace.

Prima di tutto, non potevano mancare Niall, Liam e Zayn; poi chiamai Simon ovviamente, Gemma, vecchi amici di scuola e Ashton.

Proprio con quest'ultimo ci litigai per telefono.
"No, non vengo"
"Perché? Per quello che è successo quella sera?"
"Si, e non solo"
"Ash cosa sai?"
"In che senso?"
"Perché ti sei scagliato così contro di me, dalla tua reazione mi hai fatto capire che sapevi già di quel bacio..."
"Senti non rompere okay? Stasera non verrò, oppure se ci tieni così tanto, potrei venire a fare un saluto a Niall"
"No! No! Non ci provare Ash! Lascia stare Niall. Non puoi rovinare un compleanno mettendo di mezzo sempre le botte. Non sai parlare eh?"
"Senti fai poco il figo, non è perché ora hai 21 anni puoi mancarmi di rispetto"
"Ashton, vaffanculo"
"A più tardi Styles"
"NOOO"

Mi riattaccò il telefono in faccia ed ero infuriato ancora di più.
Non volevo che se la prendesse con Nialler. Non aveva colpe, o meglio si, però era uno stupido gioco. Chi non aveva mai baciato la fidanzata di un altro al gioco della bottiglia o obbligo e verità? Non era una cosa dell'altro mondo; ma Ashton stava nascondendo qualcosa. Cosa sapeva? Cosa gli aveva detto Gemma in riguardo?

***
Erano le 17:37 quando uscii dalla doccia; entrai in camera mia con avvolta un asciugamano al mio busto, chiusi la porta per cercare qualcosa di elegante ma allo stesso tempo casual da indossare per la serata.

Vidi una camicia bianca -con dei ghirigori neri- aderente che ovviamente lasciai sbottonata fino a metà petto. La indossai insieme ai miei jeans neri skinny preferiti, stivaletti neri e un foulard tra i capelli per tenere a bada tutti i riccioli che sarebbero caduti sicuramente sul mio viso.

Mi misi litri e litri di profumo e scesi al piano di sotto dove nel frattempo, era arrivata mia sorella.
La salutai e la ragazza mi fece gli auguri stringendomi fortissimo e tirandomi le orecchie tante volte quanti i miei anni -proprio come faceva quando eravamo piccoli-.

Era bellissima: indossava un vestitino blu elettrico senza spalline, lungo fino ai piedi, un po' ampio -ma non molto-. I capelli erano raccolti in una traccia di lato legata da un fiocco blu.

"Wow sorellina, sei proprio una favola! Vieni qua, fatti vedere" Le presi una mano e la feci girare su se stessa per ammirarla. Il suo sorriso era favoloso; non la vedevo così contenta da tanti anni. Forse perché da quando facevo parte degli One Direction, non ero mai a casa; ma sempre in giro. Tra concerti, M&G, interviste, non avevo mai tempo per la mia famiglia nonostante le sentissi tutti i giorni, ma non era come stare a casa con loro. Mi mancavano e, dato che avevamo preso una pausa per stare con le rispettive famiglie, mi resi conti di quanto volessi bene loro.

Mio padre e mia madre si erano separati quando io e Gemma eravamo piccoli, ma adesso avevo una figura paterna all'altezza di mio padre, anzi di più. Robin è un uomo spettacolare, simpaticissimo e soprattutto presente più di quanto lo fosse stato mio padre. Ho un rapporto bellissimo con lui, gli voglio bene come se fosse davvero mio padre biologico.

Invece mio padre, Des, lo vedevo poco però lo sentivo sempre e quando ci vedevamo, passavamo delle giornate fantastiche insieme. Andavamo a pesca -cosa che io odiavo, ma lui amava- oppure andavamo a giocare a golf e lo stracciavo sempre oppure semplicemente ci divertivamo a casa a mangiare come maiali, a giocare con la PlayStation.

L'unica cosa che non facevo con mio padre era parlare: a me piaceva molto discutere, insomma parlare in generale. Non stavo mai zitto, ma con lui volevo affrontare discorsi da padre e figlio. Quei discorsi che solo noi potevamo fare: non mi chiedeva mai se mi fossi fidanzato, se avessi una cotta estiva, se avessi già avuto rapporti. Per lui avrei anche potuto avere anche un figlio sperduto nel mondo; tanto non gliene importava nulla. Cioè, speravo che non fosse così, ma semplicemente perché non gli piaceva parlare di questo. Ma io ne avevo bisogno, avevo bisogno di un padre.

What the destiny deserves to us? [LARRY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora