Capitolo 42

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Mi sveglio con ancora la testa sul petto di Scott che si solleva a ogni suo respiro.
Rimango in quella posizione per un paio di secondi dopodiché, mi alzo e vado in bagno.
Faccio scorrere l'acqua nella vasca fino a farla diventare calda e nel frattempo mi lego i capelli.
«Ti fai il bagno?»
Mi giro e vedo Scott appoggiato alla porta strofinarsi gli occhi.
«Si.»
Mi levo la maglietta e la appoggio sul lavandino.
«Se vuoi ti faccio compagnia.»
«Mi costringi a mettere il costume?» Domando sorridendo e lui si mette a ridere.
«Non serve più.» Risponde prendendomi per i fianchi e avvicinandomi a lui.
Mi bacia e io ricambio mettendo le braccia dietro al suo collo, mi alza facendomi mettere le gambe sui suoi fianchi e mi appoggia al lavandino continuando a baciarmi.
Faccio scendere le mani sul suo petto e li levo la maglia lanciandola per terra.
Inizia a baciarmi il collo ma veniamo interrotti da Stiles che bussa ripetutamente sulla porta.
«Vado io.»
Si rimette la maglia e va ad aprire mentre io mi vesto ed esco dal bagno.
«Ci ha chiamato Cora, ha detto di venire subito al Loft.» Ci comunica Stiles.
Scott annuisce e chiude la porta sdraiandosi a peso morto sul letto.
«Dai, su con la vita.» Dico ridendo e prendendo l'arco da sotto il letto.
«Io volevo fare il bagno.» Risponde sbuffando.
«Potremmo farlo questa sera.» Suggerisco sedendomi accanto a lui per mettermi le scarpe.
«Ci sto.»
Si alza e mi lascia un bacio a stampo per poi uscire dalla camera.
Scuoto la testa ridendo e mi alzo prendendo dalla scrivania tutte le frecce con il fluido.
Scendo di sotto e salgo sulla Jeep con gli altri per andare al Loft di Derek.
«Secondi voi, che cosa vorrà?» Chiede Lydia riferendosi a Derek.
«Vorrà sicuramente allenarci.» Risponde Scott alzando gli occhi.
D'un tratto la Jeep si ferma in mezzo al bosco e noi guardiamo Stiles che sbuffa e scende aprendo il cofano e prendendo dello scotch.
«Non è possibile!»
«Forse è il caso di andarla a riparare invece di continuare a mettere nastro adesivo.» Suggerisce Lydia che non viene ascoltata minimamente da Stiles.
«Dovresti ascoltare Lydia.» Dice Scott.
«Ha sempre funzionato.» Dice Stiles chiudendo il cofano e accucciandosi.
«Volete un caffè o potete darmi una mano?» Domanda lui e noi scendiamo ridendo.
«Anzi dovresti cambiare macchina.» Dice Lydia ricevendosi un'occhiataccia da Stiles.
«Okay scusa!» Si scusa lei alzando gli occhi.
«Aspettate.»
Ci fermiamo e vediamo Scott con in mano una freccia.
«Allison non è divertente.» Mi dice Stiles.
«Ma non sono stata io.»
«Ah giusto, ho preso io il tuo arco e ho lanciato una freccia sulla mia Jeep.»
«Perché avrei dovuto farlo? E poi quella non è una mia freccia.» Dico e lui alza le spalle.
«Ragazzi smettetela.» Ci zittisce Lydia.
«Allison ha ragione, non è sua.» Dice Scott e io guardo Stiles incrociando le braccia.
«E tu come fai a saperlo? Tutto d'un tratto sei diventato esperto in frecce?» Domanda Stiles guardando Scott.
«Allison puoi tirare fuori una tua freccia?»
Annuisco e prendo una freccia mostrandola.
«Ha ragione.» Sussurra Lydia guardandole.
«Allora sarà stato tuo padre o tua madre.» Dice Stiles.
«Avrebbero usato dei proiettili. E se avessero usato un arco non avrebbero usato sicuramente quel tipo di frecce.»
«Okay, ti credo. Ma allora di chi sono?» Chiede Stiles.
«Non ne ho la più pallida idea. Forse qui a Beacon Hills ci sono altri cacciatori.» Risponde Scott.
«Probabile.» Dico.
«Posso un secondo?» Chiede Lydia indicando la freccia e Scott annuisce.
«C'è scritto qualcosa qui. Sembra una data.» Aggiunge strofinando la freccia su un pezzo di stoffa.
«È impossibile.» Sussurra passandomi la freccia.
«Che data è?» Chiede Stiles.
«1760.»

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