Capitolo 33

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Il tempo sembrava letteralmente volare.

Soltanto 'ieri' avevo conosciuto i genitori di Andrea e poco dopo lei aveva conosciuto i miei.

Stavamo ormai insieme da 7mesi, vivevamo la nostra storia come se fosse la cosa più naturale del mondo.

E per me in realtà non lo era stato fino a quando non ho incontrato lei, i suoi occhi, il suo modo di fare e tutto quello che la rende LEI.

Ero persa e non mi vergognavo nell'ammetterlo, almeno a me stessa.

Quando capitava che ne parlassi con gli altri o semplicemente chiedessero della mia storia con la corvina, io alleggerivo tutto con qualche stupida frase.

Non mi vergognavo del sentimento che provavo per Andrea, non mi dava assolutamente fastidio, ma era mio e tale doveva rimanere.

Andrea ormai viveva praticamente nell'appartamento mio e di Sarah.

La mia amica era praticamente innamorata persa della mia ragazza ed io amavo il loro modo di scherzare, che man mano era diventato sempre più complice e smaliziato, tanto che certe volte le trovavo a stuzzicarsi con discorsi poco casti, che volente o nolente avevano come protagonista me e le mie doti o Andrea e le sue doti.

La stessa cosa succedeva al locale, dove la mia ragazza era ormai di casa, tanto che Walter ormai non le faceva neanche pagare i cocktails.

Un giorno come tutti gli altri mi trovai a girare per i corridoi dell'università, avendo accompagnato Andrea e Sarah a lezione, mentre io avrei iniziato qualche ora dopo.

Decisi di rimanere li e dirigermi nella zona adibita per gli studi e gli  approfondimenti.

Studiai un po', ma dopo poco sentii la necessità di fare nuovamente un giro fra i corridoi.

Mentre gironzolavo senza meta, vidi un ragazzo appoggiato con una spalla al muro, stava parlando con qualcuno, ma la sua massa corporea muscolosa e decisamente troppo pompata, non mi permetteva di vedere.

"Dai vienici, sono mesi che non ti vedo in giro"

"Evidentemente perché ho da fare" era Andrea, riconobbi subito la sua voce e sarei riuscita a farlo anche in mezzo ad un concerto con la folla in delirio.

"E il tuo da fare sarebbe sempre e solo quella biondina e tutto il mondo che le gira attorno?!" chiese lui con voce infastidita

"Se consideri che il suo mondo è anche il mio... si direi che sono una persona molto impegnata"

Io ascoltavo la conversazione e dalla loro prospettiva nessuno dei due poteva vedermi.

Non volevo fare la guardona, ma ero curiosa di vedere fino a che punto lui si spingesse

"Mi fai vomitare quando ti sento parlare così" disse ancora più infastidito

E ad essere onesta il suo fastidio infastidiva anche me.

"Ho una soluzione al tuo problema, non ascoltarmi... semplice no?!" ecco perché ero follemente presa dalla corvina, sapeva sempre come rispondere

"Sei cambiata, ti preferivo quando urlavi sotto il mio corpo"

Cosa? Quello stronzo schifoso e bastardo era stato con la mia ragazza? Ed io non ne sapevo nulla?!

Mi infastidii ancora di più.

"Accontentati dei ricordi, quella ragazza non la vedrai più" disse Andrea e vidi che cercò di andarsene, ma lui la prese per il braccio e la sbattè contro il muro premendo il suo corpo a quello della corvina"che caz..."

L'inizo della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora