Capitolo 45

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La sua famiglia era venuta a prenderla in aeroporto e quindi la nostra separazione sarebbe stata immediata.

Sarah e Vanessa, dopo aver salutato la famiglia della mia ragazza, andarono a prendere gli altri bagagli.

"Allora belle donzelle" richiamò la sua attenzione la nonnina "avete fatto abbastanza 'zum-zum pa-pà'?"

Io scoppiai a ridere, Andrea spalancò gli occhi, la madre della corvina si mise le mani in faccia... il padre invece mi guardò malissimo e fu proprio in quel momento che smisi di ridere.

"Nonna!" la richiamò Andrea "prima di andare sempre a parlare di queste cose... potresti almeno fingere di interessarti ad altro"

"Ad esempio...?!?!" fece la finta tonta

"Per esempio..." intervenne il padre in modo duro "come state" guardò la figlia "com'è andato il viaggio... oppure "era bella Santorini" si girò verso me "e per concludere" alzò un sopracciglio "HAI TENUTO LE MANI AL PROPRIO POSTO?!" alzò leggermente la voce, ma senza voler attirare l'attenzione su di lui da parte delle altre persone che stavano attorno a noi.

Onestamente mi veniva da ridere, ma non volevo farmi odiare o peggio ancora... farmi uccidere.

Andrea lo capì e scoppiò a ridere al posto mio, la nonnina la seguì poco dopo e anche la madre. Io cercavo di non cedere, ma quando vidi il padre ridere, finalmente mi rilassai e iniziai a ridere anche io.

"Papà le stava venendo un infarto" disse Andrea fra le risate e mi diede una gomitata scherzosa "dai Alex... scherzava" io sorrisi e annuii

"Si stavo scherzando Alexandra" intervenne di nuovo suo padre "anche se scherzando scherzando si dice la verità" mi sorrise diabolico

"Giorgio vedi di smetterla" lo rimproverò la nonnina "fattene una ragione" gli sorrise dolcemente "tua figlia ha un'ottima vita sessuale e tutto questo grazie a questa bellissima biondina. L'invidia è una brutta bestia eh Giorgino?!?"

Ecco! Io volevo sprofondare in quel preciso momento.

La nonnina era sempre simpatica. Ma questa ultima frase mi aveva leggermente imbarazzata.
Era normale che io e la figlia andassimo a letto e sapevo che in cuor suo il padre ne fosse consapevole, ma parlarne non era certamente qualcosa della quale mi piaceva e sapevo non piacesse neanche a lui.

"Beeene!" intervenne la madre questa volta "io direi che è giunta l'ora di smettere di parlare di.... di questo" disse imbarazzata "e tornare a casa"

Io mi girai a guardare Andrea, che aveva già puntato i suo bellissimi occhi verdi su di me.

Era arrivato il momento di separarci, dopo tutti quei giorni insieme era diventato normale per noi ritrovarci sempre l'una tra i piedi dell'altra.

Adesso dovevamo salutarci, passare la notte separate e riprendere la nostra vita.

È vero che stavamo sempre insieme anche nella nostra città, lei veniva spesso da me, sia al lavoro che a casa. Ci incontravamo in università oppure uscivamo il pomeriggio e quando potevamo, lavoro permettendo, anche la sera. Ma adesso sarebbe stato tutto più duro, più estremo.

Avevamo solamente due giorni e poi chissà quando ci saremmo potute rivedere.

"Ah" spezzò il silenzio la nonnina "so che devi partire a breve" mi chiese ed io annuii "ma prima che parti mi farebbe piacere che veniste a pranzo o a cena da me" mi sorrise "sai non so quanto tempo potrebbe passare prima che ti possa nuovamente scrutare per bene" sghignazzó ed io la seguii

"Con molto piacere" confermai "ti faremo sapere quando sarà possibile allora" le sorrisi

Nel frattempo arrivarono Sarah e Vanessa con tutte le valigie

L'inizo della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora