In questo circo scegli il tuo ruolo

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Anna's pov

«allora ciao» mi salutò Niccolò quando arrivammo davanti al cancello di casa mia.

Avevamo passato quell'oretta scarsa a parlare semplicemente in quel parchetto, semplice, ma molto meglio di diversi pomeriggi noiosi che affrontavo spesso.
C'era sempre quella punta di imbarazzo anche nel formulare una frase da parte mia, per fortuna agli inizi di una conoscenza ero sempre timidissima.
Sorrisi e lo salutai con la mano, entrando in quell' Inferno che chiamavo casa.
Che poi, casa non era.
Casa è quando ti senti sicura, è il posto dove corri quando hai bisogno di riparo, di sentirti bene.. non credo di aver trovato ancora la mia casa.
Appena entrai, mia madre non mi guardò nemmeno, mi disse solo che dal prossimo pomeriggio avrei iniziato palestra, per la mia lieve scoliosi alla schiena.
Mi buttai a peso morto sul letto e avviai la playlist, avevo solo bisogno di musica in quel momento.
Appena rimasi sdraiata, iniziai a scorrere nei download di YouTube per ascoltare una delle canzoni che avevo scaricato di recente.
Niccolò mi aveva consigliato di ascoltarla, l'autore era anonimo, ma magari sarebbe potuto piacermi dato che avevamo più o meno gli stessi gusti musicali.

"Riempire il vuoto con il silenzio
E ritrovarsi a far parte del vento
In questo circo scegli il tuo ruolo
Il mio è convincermi di non esser solo"

La canzone iniziava in quel modo, e non sapevo nemmeno il perché, ma quelle parole e quei modi mi sembravano abbastanza familiari.
Indubbiamente era il tipo di musica che ascoltavo io, ma non appena riconobbi anche la voce, mi fu tutto più chiaro.

Sdraiato all'angolo di questa stanza
De mondo adesso posso fare senza
Troppi ricordi mi strillano contro
Mi ricordano da dove vengo
E tu gridavi forte a me stesso
Che non ho niente di buono dentro
Ma eri fragile come la neve
Quando il sole riposa le sere"

Mai, assolutamente mai mi sarei aspettata di sentire la sua voce.
Intonato era dir poco..
Le sue parole si erano catapultate nel cuore in men che non si dica, non sapevo descrivere a parole quanto fosse bravo quel ragazzo.
Asciugai una piccola lacrima che mi aveva rigato il volto e sorrisi, quel mondo pesava di meno quando avevi qualcuno che si sentiva come te.
"Fragile"
La canzone si chiamava così, e forse anche io mi rivedevo fin troppo in quell'aggettivo.
Specialmente in quel momento, da quando Niccolò con quelle parole riuscì a descrivermi più di quanto io stessa non fossi mai riuscita.
Afferrai nuovamente il cellulare e non persi occasione per scrivergli, avrei anche preferito parlargliene da vicino, ma non ero sicura che volesse far conoscere a tutti quella sottospecie di poesia che aveva scritto.
"Ho ascoltato la canzone" scrissi semplicemente, il resto sarebbe arrivato a sé.
Per mia fortuna, Niccolò non ci mise molto a rispondere.

"Nicco: ti piace?"

"Io: le lacrime sul mio viso chiedono pietà,
è bellissima"

"Nicco: pure quello che la canta non è
niente male però.."

Scoppiai a ridere per quel messaggio e mi ritrovai a mordicchiarmi il labbro inferiore incoscientemente, se avessi negato sarei stata non solo stupida, ma anche bugiarda, quindi mi limitai a fare la vaga..

"Io: non saprei dirti.. tu lo conosci?"

"Nicco: guarda come usa gli stessi trucchi del
maestro.. posso averla una risposta o no?"

In quel momento avrei tanto voluto mia zia di fianco che mi consigliasse subito cosa rispondere, ma sfortunatamente avevo già visualizzato il messaggio, non avevo tempo, così scrissi la prima cosa che mi passò per la mente.

"Io: È più bella la canzone però"

"Nicco: lo prendo per un doppio complimento"

Perfetto, ne ero uscita fuori senza sembrare la solita ragazza che ne rimaneva cotta al primo incontro e senza essere sgarbata.

"Io: a parte gli scherzi, è seriamente bellissima
e tu sei bravo in tutti i campi, sia a cantare, sia a
suonare che a scrivere, specialmente a scrivere"

Nonostante quel piccolo gioco di messaggi volevo davvero dirgli come la pensavo, non si incontrano tutti i giorni persone con un talento del genere, ed era giusto che glielo dicessi.

"Nicco: quando vuoi ti faccio sentire
qualcosa, tanto abbiamo un posto in comune no?"

Sorrisi ricordandomi del tempo passato nel parchetto, ma ero così presa da quella chat, che non appena stavo per rispondere nemmeno mi accorsi che un piccolo nanetto mi aveva strappato il cellulare dalle mani.

«Alessandro! Dammi il telefono!» Dissi alzandomi quanto più velocemente potevo.

L'ultima volta che il mio fratellino si era ritrovato col mio cellulare tra le mani lo portai in assistenza per una settimana, ma il peggio era che la chat di Niccolò stava aperta nelle sue mani.
Appena finalmente riuscii ad appropriarmene, speravo con tutta me stessa che non avesse combinato niente di niente, ma la foto appena mandata diceva il contrario..

Appena finalmente riuscii ad appropriarmene, speravo con tutta me stessa che non avesse combinato niente di niente, ma la foto appena mandata diceva il contrario

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"Io: oddio scusami, mio fratello mi aveva
preso il telefono"

"Nicco: tranquilla, anzi almeno adesso
so che la bellezza è di famiglia"

Non sapevo neanche come dove e quando, ma in quel momento, mi ritrovai ad arrossire.
Se lui magari aveva una sua totale strategia e modo di reagire ad un complimento, io ero probabilmente l'opposto.
Chiunque sarebbe riuscito a farmi arrossire anche con una qualsiasi parolina dolce nei miei confronti, forse perché non ne ricevevo spesso.

"Io: hahaha, grazie"

Avevo digitato quelle parole con la testa totalmente tra le nuvole, e fortunatamente pian piano quel rossore che avevo sulle guance iniziò a dissolversi.

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