Si chiama radar femminile

2.2K 95 21
                                    

Anna's pov:

«oh allora un po' di tempo l'hai trovato per la tua migliore amica» disse ludovica facendomi spazio sul letto.

«E tu come hai osato non dirmi che c'era la palestra!?» risposi a mia volta facendo un finto broncio.

«ci ha pensato il tuo bel ragazzo, ora voglio sapere tutto per filo e per segno.»

«tutto di che?»

Lei portò una mano in fronte e poi scosse la testa divertita, che c'avrà da ridere?
Quando poi capii, subito il mio viso divenne rosso e abbassai le testa, ci avrei scommesso che gliel'aveva detto Adriano, che a sua volta l'aveva saputo da Niccolò.

«E no, non è stato Adriano prima che lo dici, anzi, lui non sa nulla, ma si chiama radar femminile» precisò la mia amica alzandomi la testa.

«dai ma se sei rossa a parlarne con me, con lui che hai fatto?»

«ti prego non ricordarmelo, ero un peperone» dissi passandomi una mano sul viso.

«ma perché? Anna, è il suo ragazzo.
Non c'è nessuno che può amare tutti, nessuno escluso, i tuoi particolari oltre lui.»

«Ludo non è facile come sembra..
Niccolò è stato fidanzato tantissime volte e ha visto tante ragazze che in confronto a me sono davvero tanto belle, non mi sento mai abbastanza..» risposi con un fil di voce.

«Anna non è stupido, non penso che starebbe con una ragazza per perder tempo..» cercò di convincermi la mora.

Io sospirai e annuii, speravo vivamente fosse così.

-

«non voglio andarmene da qui..» dissi facendo il labbruccio.

«ci facciamo accompagnare a casa mia, okay? Se vengo con te prendiamo un treno, spero» mi rispose Niccolò accarezzandomi i capelli.

Il solo pensiero che io potessi rimanere di nuovo senza di lui già mi tormentava, o forse era la paura che riaccadesse ciò che era successo la scorsa volta.
Avrei voluto solo sparire tra quelle braccia e mettere il silenzioso al mondo intero, così da sentire solo la sua voce.

«amo' devo dirti na cosa»

Il mio cuore fece un set di capriole da venti dopo quel nomignolo, non mi aveva mai chiamata in quel modo.
Io ancora un po' intontita annuii frettolosamente.

«circa sei mesi fa avevo pensato di tornare a Napoli, mi mancavi come dal primo giorno, ma pensavo che non saresti mai riuscita a perdonarmi e allora ho lasciato perdere, o peggio, pensavo che non ti saresti neanche ricordata di me a dirla tutta.
Poi mi hai chiamato quel giorno e in me si è accessa una piccola speranza, la speranza di non averti persa ancora del tutto, che in questo cuoricino ci fosse ancora spazio per come me» disse tenendo lo sguardo basso.

«mentirei se dicessi che sono stata bene, anzi penso sia stata la seconda cosa che mi ha fatto più male in tutta la mia vita, ma ora sei qui.
Anche se tu fossi tornato tra dieci anni, il mio cuore avrebbe sempre conservato lo spazio che ho dedicato a te nic.
Spero di no, ma se mai tra noi finisse e io conoscessi qualcun altro, lui non prenderebbe il tuo posto, ne occuperebbe un altro, ma non riuscirei a dargli la tua stessa importanza.
Dovrei odiarti per quello che mi hai fatto passare, ma io sono fatta così, do più peso alla cose belle e non potrò mai dimenticarmi di come mi hai rialzato dalla perdita di mia zia.
Poi il fatto che tu sia tornato non è da poco, vale anche questo»

buttai fuori di me quelle parole il più velocemente possibile, era come se mi fossi appena liberata di un enorme peso che avevo sullo stomaco da troppo.
Di tutta risposta mi baciò con approfondendo quasi subito, poggiando successivamente una mano sul mio viso.
Quando stavo maledettamente male senza di lui, non pensavo a quanto lo avessi odiato nel momento in cui mi aveva lasciata sola, ma pensavo a quanto mi avesse aiutato quando per me non c'era nessuno.
Infondo era l'orgoglio che uccideva i rapporti, era quello che mi aveva allontanato da tante persone, ma con lui non era successo, forse perché la persona che avevo affianco mi amava davvero.

«Niccolò non andartene di nuovo, non perché non ti perdonerei, ma non reggerei mai un altro colpo del genere, davvero..» dissi con tutta sincerità.

Lui negò con la testa e riempì la mia guancia di baci; era una dolcissima tortura, però non mi dispiaceva.

-

«ciao mamy» disse Niccolò varcando l'ingresso di casa

«nic.. Dio mio Anna, tesoro ciao»

La madre di Niccolò, Anna, si avvicinò a me e mi rinchiuse in un abbraccio, che ovviamente io ricambiai.
Era sempre stata una seconda madre per me e non sarei dimenticata mai tutto l'aiuto che mi diede nel mio periodo buio.

«come sei cresciuta tesoro, niccolò non mi aveva detto nulla del fatto che foste tornati amici, sapevo solo che sarebbe stato a Napoli per un po'» continuò lei, mettendomi poi le mani sulle spalle per guardarmi bene.

«si mà, approposito di questo, vedi.. ormai siamo qualcosa in più che amici»

Dopo la confessione di Niccolò, le mie guance si tinsero subito di rosso e sorrisi imbarazzata, non pensavo potesse dirlo di punto in bianco.

«ah lo sapevo io! Conosco mio figlio come le mie tasche ed era proprio cotto.
Sandro è ancora a lavoro, voi andate a sistemarvi in camera» disse lei con un sorriso smagliante.

Il moro mi prese per mano e mi fece vedere velocemente la casa, poi subito dopo la sua camera.
Era molto simile a quella che aveva a Napoli, ma il particolare che non mancava mai era il suo solito disordine.
Si stese sul letto e mi tirò a sé per un braccio, facendo cadere me su di lui.

«quando gli chiederai di venire da me?» gli chiesi poco dopo.

«non lo so, ma penso che comunque non mi farà stare molto, Napoli-Roma non sono due minuti» rispose lui tenendo lo sguardo basso.

«lo so nic, fosse per me starei già in una bella casa da sola con te, è davvero pesante avere solo e quasi sedici anni..»

«io ne ho quasi diciotto, signorina» parlò facendo una faccia da ebete.

«a proposito di questo, il diciannove agosto è il tuo compleanno, mancano solo pochi giorni!» dissi all'improvviso, e in effetti mi ero quasi dimenticata di quel particolare.

Lui alzò gli occhi al cielo e rise, non gli era mai piaciuto festeggiare molto il suo compleanno.
Più che altro perché lo riteneva un giorno come gli altri, ma io non volevo che fosse così.

«però ora non pensiamo a tutto il resto, sono stanco e ho bisogno di tante attenzioni dalla mia bella ragazza» disse facendomi alzare di poco.

Ci mettemmo entrambi sdraiati di fianco e mi strinse forte a sé, poggiando successivamente la testa sul mio petto.
Io iniziai a fargli i grattini alla testa, sapevo che lo rilassava molto, infatti nell'arco di dieci minuti lo ritrovai a dormire come un bambino.

Angolo autrice:
Specifico che la data compleanno di Niccolò in questa storia è inventata:)

Vivere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora