Anna's pov:
Poche volte nella mia vita avevo trascorso dei giorni completamente tranquilla, dei giorni in cui, nonostante piccoli particolari, ero sicura e calma.
Spesso da piccola mi ritrovavo a prendere dei forti respiri per più minuti, l'ansia che qualcosa non andasse mi divorava, e anche da adulta le cose non migliorarono troppo.
Certo, ero più sicura, ma sentivo sempre un pezzo mancante dentro di me, l'insicurezza di non riuscire ad essere accettata in tutto per il futuro che avevo davanti.
Eppure da quando quel giorno in treno rividi per l'ennesima volta quegli occhi color cioccolato, dovetti ricredermi.
Niccolò mi diceva spesso che non gli piacevano i suoi occhi, erano di un marrone ancora più scuro dei miei e li definiva terribilmente banali.
A me invece ricordavano il caffè.
Quel sapore di caffè pieno di zucchero quando sorrideva e i suoi occhi si chiudevano in un taglio sottile, sembrava ridere anche la sua iride ed era una parte di lui che amavo.
Poi il caffè amaro quando ti guardava con quegli occhi seri e impassibili, quel caffè che solo a guardarlo ti dà l'impressione di essere irremovibile, ma che con una punta di dolcezza può cambiare drasticamente in nulla.
Quel giorno in treno provai un milione di emozioni tutte messe insieme a dire il vero, ma una in particolare, fu la calma.
La tranquillità e la certezza di essere al sicuro nonostante tutto, ed era una sensazione che non provavo davvero da troppo tempo.
Questa metafora del caffè gliela raccontai in una delle sere dopo il tour, stavamo a letto da un po' in mancanza di sonno, così glielo dissi.
Lui mi guardò con uno dei suoi sorrisetti da faccia da schiaffi, che però allo stesso tempo avrei subito baciato, e paragonò i miei al cappuccino.
Era un paragone esatto effettivamente, anche io avevo gli occhi noiosamente marroni, ma più chiari dei suoi, al sole ancora di più.
Fatto stava che i suoi mi sembravano nettamente migliori, e per mia immensa fortuna, anche la piccola creatura che da poco avevo dato alla luce li aveva ereditati.
Tre mesi che ero diventata mamma, tre mesi che cercavo di essere una mamma e di sentirmi come tale.
Tutto il mio piccolo mondo si concentrava su quelle due persone che mi riempivano le giornate nella maniera più completa possibile, e avrei tanto voluto stare notte e giorno con loro solo per godermeli a pieno.
Già, avrei, dato che dopo un mese dalla nascita del piccolo Andrea, i miei impegni dovettero dividersi necessariamente a metà.
Passavo ogni secondo libero nella preparazione del matrimonio, certo anche Niccolò mi aiutava, ma avevo l'impressione che lui mi avrebbe sposato anche su una montagna sperduta, quindi si limitava a dare pareri e accettare le mie scelte.
Avevamo deciso tutto e anche nei minimi dettagli, nulla di eccentrico, ma sicuramente perfetto come volevamo.
Dato che Niccolò aveva molti più parenti di me a Roma, avevamo deciso di sposarci lì, o almeno in quelle zone.
Il luogo era un ristorante su una parte più alta della costiera, vicino al mare, affacciava proprio lì.
Volevamo quell'atmosfera ovviamente, ma sarebbe stato inutile passare quella giornata direttamente sul mare data la data.
Solo io potevo sposarmi il venticinque dicembre, il giorno di natale.
Era un giorno abbastanza bizzarro per convolare a nozze essendo già una festa in sé il Natale, ma era un sogno che avevo fin da bambina.
Era tutto pronto, davvero tutto pronto, tranne..«il vestito!!!» dissi esasperata mentre mi buttavo a peso morto sul letto.
«Anna santo cielo, calmati»
Osservai ludovica venirmi incontro ed accarezzarmi un braccio delicatamente, ma le sue attenzioni mi irritarono ancor di più, tanto che feci un lamento e mi coprii la faccia col cuscino.
«solo io posso arrivare al giorno prima del mio matrimonio senza il vestito!» piagnucolai ancora, ormai arresa.
«si che hai il vestito, è..»
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Vivere
FanficForse no, non è una storia come le altre. Non è una storia dove arrivata la maturità ci si innamora e si soffre, per poi avere quel bellissimo lieto fine. Questa storia parte dalle basi, dove una bambina riesce a provare le emozioni di una donna già...